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Giorno: 18 Novembre 2021

Recuperato il corpo di un delfino adulto sulla spiaggia di Porto Garibaldi

 

La carcassa, in avanzato stato di decomposizione, era stata segnalata martedì (16.11.2021 ndr) all’Istituto Zooprofilattico di Ferrara che, contattati i volontari ENPA sezione di Lagosanto, erano intervenuti tempestivamente già nella giornata di martedì per transennare e mettere in sicurezza i resti dell’animale.

Ieri (17.11.2021 ndr), nel corso della mattinata prime ore della mattina, ENPA ha affiancato la dr.ssa Silva Rubini dell’Istituto Zooprofilattico di Ferrara, garantendo la necessaria assistenza zooprofilattica e consentendo tutte le operazioni di campionamento previste in questi casi. I controlli permetteranno all’Istituto di accertare e cause del decesso del delfino.

Un ringraziamento particolare da parte del Comune di Comacchio al personale dell’Istituto ed ai volontari di ENPA per l’intervento svolto.

Le attività di ENPA rientrano nella convenzione che Ente ed Associazione hanno stipulato quest’anno per garantire assistenza zooprofilattica a tartarughe e delfini che prevede il recupero e salvataggio per gli esemplari vivi ed il soccorso in caso di esemplari morti le cui condizioni possano avere un qualche interesse scientifico.

Tra gli interventi svolti quest’anno, ricorderete certamente la liberazione della tartaruga “Fazio”, avvenuta lo scorso 10 agosto, alla presenza di ENPA sezione di Lagosanto, Fondazione Cetacea, DelTa Rescue e, naturalmente, Comune di Comacchio.

situazione dei servizi demografici del Comune di Ferrara

Servizi Demografici: com’è andata a finire?
Ecco la risposta. La Giunta, a distanza di neanche due settimane dalla proclamazione del blocco degli straordinari, ha deciso di chiudere il servizio SCA (Sportello Centrale Anagrafe) il sabato mattina fino a
Gennaio 2022. Stessa sorte per la Delegazione di Porotto. Ci era stato detto che il personale era sufficiente, anzi era anche troppo, a garantire tutti i servizi demografici. Siamo stati accusati di “non entrare nel merito delle questioni, [di strumentalizzare] la situazione dei dipendenti del Comune di Ferrara per sollevare polemiche sterili”.
Ci era stato detto che il problema era solo la gestione del centralino e, che una volta esternalizzato questo, tutto si sarebbe magicamente risolto.
Eppure il Comune chiude. Evidentemente avevamo ragione. Il Comune, invece di affrontare i problemi legati alla carenza di personale, chiude i servizi ai cittadini. Servizi che, evidentemente, rimanevano aperti solo grazie alla disponibilità dei dipendenti a lavorare in straordinario. Che però si sono stancati di essere presi in giro. Speriamo che, a questo giro, la cittadinanza venga almeno avvisata della
chiusura: fino ad oggi, infatti, gli utenti dei servizi non erano stati avvertiti dei possibili disagi legati al blocco degli straordinari.
Sabato 13 novembre, in assenza di disposizioni in merito, solo l’attenzione del personale, che ha autonomamente avvisato gli utenti, ha impedito ai cittadini un giro a vuoto.
Ecco allora spiegata la latitanza del Comune in Prefettura. Dire la verità davanti al rappresentante del Governo era una responsabilità che non si potevano prendere. Ecco allora emergere quello che sembra essere uno degli obiettivi della Amministrazione comunale: ridurre i servizi alle persone. I modi per assumere personale c’erano e ci sono, ma evidentemente per questa Giunta è più utile un comunicatore che un ufficiale di stato civile.
A questo modello FP CGIL, CISL FP e UILFPL, assieme ai lavoratori ed alle lavoratrici, si oppongono e continueranno ad opporsi. I servizi pubblici sono di tutti e per tutti.

Ginevra Di Marco e Francesco Magnelli si raccontano e cantano
Un concerto al Teatro Nucleo di Pontelagoscuro, Ferrara

All’interno della rassegna Estensioni – Jazz Club Diffuso organizzata da Slou Soc Coop.
Alle 19 lo spettacolo teatrale in solo di Natasha Czertok, “Kashimashi”
Apertura porte ore 21: biglietti in prevendita su Dice.fm a 12 euro + commissione o alla porta – ingresso con Green Pass

Una serata all’insegna di due grandi musicisti, Ginevra Di Marco e Francesco Magnelli che per l’occasione presentano un repertorio che ripercorre la loro intera carriera, accompagnato da aneddoti e storie inedite. Una carriera che è rappresentativa di quanto il meglio la scena italiana abbia potuto generare, a partire dalla fine degli anni ’80, quando Francesco Magnelli, tastierista fiorentino, già arrangiatore dei Litfiba, entra negli allora C.C.C.P. – Fedeli alla Linea,  per poi entrare come membro dei CSI. Ed è con I CSI che esordisce giovanissima Ginevra Di Marco nel loro primo album “Ko de Mondo” e la sua voce accompagnerà quella di Giovanni Lindo Ferretti in tutti gli album del gruppo Le sue qualità e la sua esperienza però sono proseguite anche oltre e nel corso della sua carriera Ginevra Di Marco è riuscita a crearsi un proprio spazio, come artista e cantante di grandissima qualità, attraversando repertorio originale, la canzone d’autore italiana, giusto un esempio, l’album dedicato a Luigi Tenco o quella internazionale, come in “La Rubia Canta La Negra” dedicato alla cantante argentina Mercedes Sosa. Da non dimenticare infine le esperienze nell’ambito della tradizione italiana, con la riproposizione di brani quali “Malarazza” di Domenico Modugno o ancora canti della tradizione toscana e del sud.

Biografia:

Ginevra Di Marco (Firenze, 1970) appare nel 1993 quando partecipa come ospite in “Ko de mondo”, primo disco dei CSI. Le sue qualità vocali la fanno subito notare, e già dal seguente disco “In quiete”, registrato dal vivo, la si può considerare prima voce al fianco di Giovanni Lindo Ferretti, cantante del gruppo. Con il Consorzio Suonatori Indipendenti resterà per i dieci anni successivi, condividendo tutti gli album in studio e i tour.

Dal 1999 inizia una parallela carriera solista con la collaborazione di Francesco Magnelli, anch’egli membro dei CSI. La prima è una produzione insolita, che vede la cantante musicare dal vivo le immagini del film muto “Il fantasma dell’opera” del 1920 (con Lon Chaney).
Sempre nel 1999 esordisce da solista con l’album “Trama tenue”, con il quale vince la Targa Tenco e il Premio Ciampi come miglior disco di esordio. Collabora inoltre con Max Gazzè (con il quale tra il 2001 e il 2002 condividerà un intero tour teatrale nei teatri) e Cristiano Godano dei Marlene Kuntz, ospiti entrambi nel suo disco.
Nel 2001, allo scioglimento dei CSI, continua la collaborazione con alcuni componenti del gruppo attraverso il nuovo progetto PGR, dove cura molte delle linee melodiche dei testi scritti da Ferretti nell’omonimo disco.
Nel 2004, assieme a Magnelli, lascia i PGR per seguire altre direzioni. Si arriva così a “Disincanto” (2005), frutto dolciastro dal cuore amaro, undici episodi di grande versatilità. La coerenza del percorso di Ginevra rimane intatta, non si disperde e raccoglie il frutto di tutte quelle esperienze che le hanno insegnato il mestiere dell’essenzialità e della floridezza, il peso specifico delle sfumature, la complessità dello stare al mondo, su questo mondo, in questo tempo.
Nei due anni successivi Ginevra si dedica quasi esclusivamente alla grande esperienza musicale e di vita intrapresa con lo spettacolo “Stazioni Lunari”. La natura itinerante del progetto, ideato da Francesco Magnelli, le permette di allargare ulteriormente gli orizzonti.
Il concerto è un evento che ogni volta si rinnova di artisti diversi ma ugualmente stimolati dal partecipare a uno spettacolo che si allontana dall’idea di kermesse per diventare una condivisione reale e compartecipata di musica.
Ginevra impara a comprendere e a interagire con altre situazioni capendo finalmente che è nell’apertura verso le altre culture il suo fuoco di interesse e il suo destino. Da qui inizia il suo nuovo grande viaggio: quello che parte dalla tradizione della sua Toscana per allargarsi ai canti popolari del Mediterraneo.
Arriva così a registrare “Stazioni Lunari prende terra a Puerto Libre”, uscito nel novembre 2006. Canti dal margine della Storia, da un mondo profondo e dimenticato: Romania, Ungheria, Grecia, i Balcani, gli Slavi, i Rom, il Portogallo, la Bretagna, il Messico, il Cile, gli italiani del Sud e quelli di Toscana. Arrangiamenti e rivisitazioni volti a coinvolgere il pubblico con il calore ed il sapore delle feste di paese, delle danze, della musica cantata dalla gente, rivisitazioni realizzate con il fondamentale apporto di Francesco Magnelli al piano e Andrea Salvadori alle corde con i quali la collaborazione continua in un sodalizio che, anche negli anni a venire, si farà sempre più costante e intenso. Nello stesso solco si inserisce “Donna Ginevra” (2009), ancora un viaggio nel profondo delle tradizioni e dei margini, recuperando brani come frammenti di Storia più o meno sommersa e dimenticata. Passando da Napoli a Cuba, dalla Bretagna al Lazio, dalla Toscana al Cilento e ai Balcani, la voce di Ginevra si conferma interprete a tutto tondo sposando con trasporto e generosità la vitalità delle proteste popolari, le doglianze e le meditazioni sulla difficile arte di stare al mondo, i volti diversi e complementari dell’amore. Da sottolineare infine l’inclusione in scaletta di due pezzi firmati Luigi Tenco e Pino Daniele, quasi si intendesse additare quel legame tra canzone d’autore e vita ad altezza d’uomo un tempo saldissimo e oggi parecchio più labile, o se preferite astratto.
Il disco vince la Targa Tenco 2009 per la migliore interpretazione.
Nel 2011 esce un nuovo lavoro discografico dal titolo “Canti, richiami d’amore”. Nato da un’esperienza live, ovvero il concerto di Natale 2010 presso la basilica di Santa Croce a Firenze, il disco è una registrazione studio in presa diretta di quell’esperienza: un excursus tra la canzone d’autore e quella popolare; brani tratti dal cantautorato italiano di qualità e dalla secolare produzione delle varie regioni d’Italia.
Sempre nello stesso periodo si crea un meraviglioso sodalizio tra Ginevra e la grande scienziata Margherita Hack: entrambe fiorentine, decidono di creare uno spettacolo che, tra musica e parole, racconti il’900 e la storia più moderna del nostro paese, tra i limiti, le risorse e la speranza di cambiamento.
Nasce così “L’Anima della terra vista dalle Stelle”, uno spettacolo dal vivo che troverà grande riscontro per i cinque anni successivi nei teatri di tutta Italia.
Margherita Hack racconta il suo Novecento. Il fascismo, la rinascita del dopoguerra, la fine del secondo millennio, affronta tematiche sociali scottanti quali immigrazione-emigrazione, nuove energie, lavoro, corruzione. Ginevra canta canzoni come Amara terra mia e Malarazza di Domenico Modugno, Gracias a la vida di Violeta Parra, Montesole dei PGR in una struttura di spettacolo in cui il racconto di Margherita Hack è “la memoria”, il canto di Ginevra Di Marco è “il motivo”. Fondamentale l’apporto di Andrea Salvadori e Francesco Magnelli che sul palco, oltre a suonare, interagiscono con Margherita con interventi, domande e battute sagaci che contribuiscono a provocare quelle risposte cariche di simpatia e spontaneità proprie della Prof.ssa Hack e che l’hanno resa popolare e amatissima dagli italiani.
Dallo spettacolo viene tratto un libro corredato da un DVD contenente un film documentario con la regia di Andrea Salvadori.
Negli ultimi anni Ginevra continua ad incrociare volti, suoni, memorie, e fa suoi canti in lingue diverse, si confronta con artisti del panorama nazionale e internazionale in uno scambio musicale e umano. A questo proposito citiamo il tour nell’estate 2014, con L’orchestra di Piazza Vittorio, un fantastico ensemble di 18 musicisti provenienti da dieci diversi paesi del mondo.
Nel 2015 avviene uno degli incontri più prestigiosi nella carriera di Ginevra Di Marco:
nella cornice del “Dedica Festival” di Pordenone, festival di letteratura dal mondo giunto alla sua XXI edizione, si concretizza l’incontro tra Ginevra e lo scrittore Luis Sepulveda, suo grande estimatore seppur Ginevra mai lo avrebbe immaginato.
Nasce il reading poetico-musicale “Poesie senza patria” dove Luis Sepulveda e la moglie, la poetessaCarmen Yanez, leggono molte delle loro poesie accompagnate dalla musica del trio di Ginevra che costruisce, come sempre, una tessitura musicale, tra concetti e richiami, che perfettamente si sposa con la natura poetica degli autori.
Lo spettacolo riscuote un enorme successo e viene riproposto l’anno successivo, a maggio 2016, a Perugia nella storica Sala dei Notari.
Sempre nel 2015 partecipa alla riedizione di quel “Bella Ciao” che é stato il più influente spettacolo folk del secolo scorso. Il progetto porta il nome de Il nuovo Bella Ciao; la direzione artistica è affidata da Franco Fabbri a Riccardo Tesi. Sul palco Ginevra canta con due importanti esponenti del folk e della musica popolare: Elena Ledda e Lucilla Galeazzi.
Lo spettacolo viene selezionato al Womex nell’ottobre 2016 e si appresta ad effettuare un importante tour europeo.
Sempre nel 2015 viene invitata come Madrina al Premio Bianca D’Aponte. Nel 2016 riceve il Premio Maria Carta.
A maggio del 2017 esce “La Rubia canta la Negra” un disco dedicato a Mercedes Sosa, la più grande cantora dell’America Latina e simbolo della lotta per i diritti civili in Argentina. Un lavoro che contiene, oltre a numerosi brani della Sosa, tre brani inediti. Un disco appassionato, di grande valore culturale che viene accolto molto bene dalla critica e dal pubblico assicurando a Ginevra e ai suoi due anni di concerti in tutta la penisola. Anche con questo disco Ginevra vince il Premio Tenco 2017 come miglior interprete.
Nel 2018 Ginevra intraprende un nuovo viaggio in compagnia di Cristina Donà, storica cantautrice della scena indipendente italiana fin dagli anni ’90 e sua grande amica.
Decidono di percorrere insieme una parte del loro cammino, dapprima con alcuni concerti dove le due artiste, che hanno sempre nutrito grande stima reciproca e intrecciato le loro voci in maniera naturale e bellissima, mescolano il loro repertorio di canzoni, concretizzando un’idea spontanea che diventa via via un’inarrestabile esigenza di condivisione. Su quest’onda di idee ed emozioni nasce nel 2019 il disco di Ginevra Di Marco e Cristina Donà che porta il nome delle due artiste.
Questo lavoro, realizzato grazie a una fortunata e partecipatissima campagna di crowdfunding, si compone di alcuni brani inediti e di altri scelti dai rispettivi repertori, per l’occasione totalmente riarrangiati e reinterpretati. Segue l’uscita del disco un fortunato tour di concerti, che proseguirà fino al 2020, dove l’intesa tra le due artiste è magica e tangibile e la loro naturalezza e potenza espressiva incanta. Due donne, insieme. Un messaggio forte, importante, che sa imporsi all’attenzione del pubblico e lo contagia.
Nel mese di ottobre del 2019 Ginevra e Cristina ricevono il Premio Speciale del M.E.I. (Meeting delle Etichette Indipendenti) per il loro progetto discografico.
Il 2020 è l’anno della pandemia Covid-19. Il settore musicale, del teatro e delle arti in genere viene completamente travolto e si ferma.
Ginevra Di Marco decide, con i suoi, di produrre un nuovo disco che affonda le sue radici nello spettacolo dal vivo e nei concerti realizzati tra il 2018 e il 2019 in cui fu riletto il repertorio di Luigi Tenco con uno sguardo trasversale tra musica classica e moderna.
Un lavoro complesso, come solo il confronto con i grandi autori sa essere.
In Quello che conta – album ancora una volta realizzato con una campagna crowdfunding accolta con entusiasmo dal pubblico – Ginevra Di Marco fa sue le canzoni di Tenco, vestendole con un nuovo abito musicale: un delicato equilibrio che non tradisce lo spirito originale ma le rinnova, permettendo sempre alla loro essenza più profonda di affiorare.

estensionijazzclub

FLAG Costa dell’Emilia-Romagna GAC – Gruppo Azione Costiera Chioggia e Delta del Po FLAG Veneziano e GAC FVG Gruppo d’Azione Costiera Friuli Venezia Giulia

Flag Costa a Sealogy: domani si parla di tartarughe e di molluschi

Un nuovo momento importante domani, venerdì 19 novembre, all’interno della presenza d FLAG Costa dell’Emilia-Romagna a SEALOGY®, il Salone Europeo della Blue Economy in programma alla Fiera di Ferrara.
Allo stand del Flag – già oggi visitato da decine di persone, nella giornata inaugurale della manifestazione – domani alle 12 è infatti in programma la conferenza di lancio del progetto di cooperazione interterritoriale “TARTA TUR 2”, un’importante iniziativa che vede coinvolti attivamente i FLAGs dell’Alto Adriatico per favorire l’uniformità delle informazioni riguardanti l’interazione tra la pesca professionale e le specie protette del bacino Alto Adriatico, ma anche per l’individuazione di procedure virtuose.
Sempre domani, alle 16, lo stand ospita il workshop dal titolo I molluschi dell’Emilia-Romagna: buone prassi, criticità e prospettive legate confezionamento, trasformazione e commercializzazione, che fa parte del.l Progetto “d’Ittico: pesce e vino della costa dell’Emilia-Romagna”, iniziativa di Legacoop Agroalimentare con la collaborazione con MARE Società Cooperativa e cofinanziato proprio dal FLAG Costa dell’Emilia-Romagna.
Lo stand del FLAG Costa dell’Emilia-Romagna alla Fiera di Ferrara è uno spazio istituzionale unitario che coinvolge i FLAGs dell’Alto Adriatico, comprendendo cioè anche il FLAG GAC Chioggia e Delta del Po, FLAG Veneziano e FLAG GAC FVG Friuli-Venezia Giulia.

Alberto Mazzotti

Oltre il Ghetto e Dialetto

Sabato 4 Dicembre: Oltre il Ghetto

Questa del Meis è una mostra importante che fa entrare nella atmosfera quotidiana degli italiani di religione ebraica nel periodo tra il 1516 – anno dell’istituzione a Venezia del primo quartiere di residenza obbligatoria per la popolazione di religione ebraica – e il 1861 anno della disposizione del neonato Regno d’Italia, di revoca di ogni e qualsiasi obbligo di questo genere sul territorio italiano e il primo ‘900.
Visita guidata con orario dalle ore 10 alle ore12.

Mercoledì 8 dicembre: Leggiamo in dialetto

Con l’associazione Al trebb dal tridell divertente appuntamento con il nostro dialetto.

Ritrovo: ore 9.45 davanti al Duomo poi ore 10 in bici all’ex ospedale San Giorgio in via Boschetto per un omaggio a Giorgio Golinelli, indimenticato autore di testi e commedie in ferrarese, con lettura di un suo brano. Ritorno in centro città, in luogo caldo, per letture alternate di brani di testi dialettali o di poesie. Aperitivo a base di ciambella e vino nuovo per finire in allegria. Chiusura entro le ore 12.

fiabferrara

Presentato l’11° Quaderno della Bonifica che racconta la storia di un’antica famiglia ferrarese

 

Curato come sempre da Barbara Guzzon è uno spaccato su 100 anni di storia del nostro territorio

Ferrara, 18 novembre 2021 – Presentato a Palazzo Naselli Crispi l’11° Quaderno della Bonifica dedicato alla famiglia Pàssari che ha intrecciato le sue vicende con il Consorzio di Bonifica. Una storia avvincente, una vera e propria “saga familiare” raccontata con accuratezza e attenzione da Barbara Guzzon, che ha lavorato per molti anni per l’ente ed è appassionata di ricostruzioni storiche, che ha curato tutte le precedenti edizioni del Quaderno.

“Il Consorzio di Bonifica è fatto soprattutto di persone – ha detto il Consigliere Riccardo Mantovani introducendo la presentazione del Quaderno.- Persone che hanno lavorato per il nostro ente, attraversando le sue vicende che sono quelle di un intero territorio . Per questo, ormai da molti anni
e proprio grazie alla passione per la storia di Barbara, pubblichiamo i Quaderni della Bonifica. Spaccati straordinari di storia e vita, che ci fanno comprendere come il filo degli eventi sia spesso tracciato in maniera casuale e per questo ancora più affascinante. Il sostegno e la partecipazione alla scena culturale e sociale ferrarese è una scelta che stiamo portando avanti in maniera attiva. Penso, infatti, che Consorzio debba essere ovviamente efficiente nella gestione idraulica, garantendo l’acqua per l’irrigazione, ma debba anche essere aperto verso il territorio che è chiamato a preservare”.
Il Quaderno, infatti, nasce da un ritrovamento casuale di documenti, come spiega la curatrice del Quaderno, Barbara Guzzon.
“Questa edizione nasce grazie al casuale e fortuito ritrovamento di documenti che coprono 100 anni di storia ferrarese e italiana e che ci ha consentito di riportare alla luce avvenimenti e istituzioni che hanno gravitato attorno alla famiglia Passari, giunta a Ferrara da Viterbo verso la metà del 1800. Dallo Stato Pontificio al 1960, attraversando la fase finale del Risorgimento e due guerre mondiali, la nostra città ha visto lo svolgersi di una genealogia dalle ramificazioni illustri in campo medico e giuridico. Il Consorzio di Bonifica entra nell’intreccio degli eventi a testimonianza di un
legame indissolubile con il territorio e la sua popolazione. Grazie a questa occasione di recupero della memoria abbiamo scoperto che proprio l’ultimo discendente della famiglia, il Dr. Luigi Passari, ha lavorato per il Consorzio immediatamente prima del suo ingresso nell’Università
cittadina, dove è poi divenuto apprezzato docente alla facoltà di Fisica. Il Quaderno ha potuto così spaziare lungo tempi e luoghi dimenticati, per lasciare traccia di un percorso in continua evoluzione”.

Intorno a Dante

Tre conversazioni in Biblioteca Estense
a margine della mostra “Dante illustrato nei secoli” 

Primo incontro martedì 23 novembre ore 17.30

Nelle prossime settimane l’offerta culturale delle Gallerie Estensi si arricchisce con un programma di tre incontri (martedì 23 novembre, martedì 30 novembre, giovedì 16 dicembre) a margine della mostra “Dante illustrato nei secoli. Testimonianze figurate nelle raccolte della Biblioteca Estense Universitaria” visitabile a ingresso gratuito fino al prossimo 8 gennaio presso la Biblioteca Estense Universitaria di Modena (vedi allegato). Le conversazioni, che si terranno nella Sala Conferenze della Biblioteca, recentemente rinnovata, sono a cura di studiosi che approfondiranno lo straordinario impatto della Commedia fino ai nostri giorni. Dalle illustrazioni negli incunaboli danteschi alla figura di Gerione, fino ai manoscritti della Commedia di Dante alla Biblioteca Estense di Modena, incontri con grandi esperti per celebrare, a 700 anni dalla morte, l’eredità letteraria e visionaria del Sommo Poeta. 

MARTEDI 23 NOVEMBRE 2021, ore 17.30
PAOLO TINTI (Università di Bologna)
Dalla penna al torchio: le illustrazioni negli incunaboli danteschi

Negli incunaboli, ossia nei libri a stampa prodotti nei primi decenni dalla sua invenzione, la “Commedia” di Dante apparve circondata da immagini, volte a soddisfare un mercato molto ricettivo. Unite ai commenti e a tavole illustrate, realizzate con tecniche differenti e diversi livelli di personalizzazione, le terzine impegnarono molti specialisti della pagina impressa: i tipografi lavorarono accanto ad artisti e artigiani della figura, a miniatori e a decoratori.  Non mancarono difficoltà tecniche e si registrarono peculiari soluzioni ai molti problemi sorti nel delicato passaggio del testo dalla penna del copista alla forma dello stampatore.
Paolo Tinti insegna Bibliografia e Biblioteconomia all’Università di Bologna. I suoi interessi scientifici gravitano intorno alla storia del libro e delle biblioteche in età moderna e contemporanea, e alla catalogazione del libro antico, con particolare riferimento a quello del primo secolo della stampa.

 

 

MARTEDI 30 NOVEMBRE 2021, ore 17.30
ELISABETTA MENETTI (Università di Modena e Reggio Emilia)
Gerione, una figura ‘maravigliosa’

L’incontro con Gerione tra Inferno XVI (vv. 121- 136) e Inferno XVII rappresenta il momento culminante dell’immaginazione poetica di Dante: la molteplice figura di Gerione è associata alla più alta tensione allegorica possibile e rappresenta l’experimentum crucis del poeta e dei suoi interpreti.
Elisabetta Menetti insegna Letteratura Italiana all’Università di Modena e Reggio Emilia. Ha fondato e attualmente dirige con Giuliana Benvenuti la rivista Griseldaonline. Si è occupata della novella italiana, di letteratura umanistica, rinascimentale e contemporanea, anche in chiave comparata. 

GIOVEDI 16 DICEMBRE, ore 16.00

SANDRO BERTELLI (Università di Ferrara)

I manoscritti della Commedia di Dante alla Biblioteca Estense di Modena

La conferenza è dedicata ai testimoni della dantesca Commedia conservati nella Biblioteca Estense di Modena, soffermandosi in particolare su quelli provenienti dall’antica biblioteca degli Este. Lo studio degli inventari della biblioteca estense ha fatto emergere la presenza di alcuni testimoni del Poema, che si è cercato di identificare fra quelli oggi conservati alla Biblioteca Estense. Fra i manoscritti esaminati, particolarmente interessante si è rivelato il codice Italiano 1513, sottoscritto da Antonio da Gubbio nell’anno 1406. In realtà, l’analisi paleografica ha dimostrato che tale manoscritto è opera del noto falsario fanese Anicio Bonucci (1803-1874).
Sandro Bertelli insegna Paleografia latina e Codicologia all’Università di Ferrara. Si è occupato di scritture e di documenti antichi, nonché di censimento e studio di manoscritti medievali, dedicando particolare attenzione ad autori e opere della nostra tradizione letteraria.

 

QUESTIONE SLOVENA, INTERVENTO DEI CONSORZI DELL’ACETO BALSAMICO DI MODENA E REGGIO EMILIA ALLA XIII COMMISSIONE AGRICOLTURA DELLA CAMERA

Gallinella: “Condivido le preoccupazioni, non dobbiamo abbassare la guardia” 
Mariangela Grosoli relatrice a nome delle realtà consortili: “Sostegno istituzionale a tutti i livelli, attendiamo solo il via libera del Consiglio dei Ministri al Mipaaf per poter procedere all’impugnazione con l’Avvocatura dello Stato”  

Audizione informale questa mattina alla XIII Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati, presieduta dall’Onorevole Filippo Gallinella, per i Consorzi di Tutela dell’Aceto Balsamico di Modena IGP, dell’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena DOP e dell’Aceto Balsamico Tradizionale di Reggio Emilia. Tema centrale, la questione della norma tecnica slovena relativa alla produzione e commercializzazione di Aceto Balsamico, già affrontata nelle scorse settimane in Commissione con un question time promosso dall’Onorevole Benedetta Fiorini, Deputata della Lega, all’indirizzo del Sottosegretario alle Politiche Agricole Gian Marco Centinaio. Il quale si era già pronunciato in merito offrendo la totale disponibilità del Dicastero che rappresenta ad intervenire con gli strumenti normativi a disposizione per contrastare l’iniziativa legislativa della Slovenia che a luglio ha introdotto nel proprio ordinamento una norma in palese violazione con quanto dettato dall’articolo 24 del Reg. 1151/12, che impegna tutti gli Stati membri a non adottare denominazioni di vendita ambigue, ingannevoli o confondibili con le DOP e le IGP.
“Condivido – ha commentato il Presidente della Commissione Agricoltura della Camera Filippo Gallinella – le preoccupazioni per la norma slovena sulla produzione e commercializzazione di ‘aceto balsamico’ che tenta di aggirare le norme a tutela della denominazione di origine. Normativa che ci auguriamo venga fermata, stoppata quanto prima. Come Paese abbiamo tante denominazioni da difendere e su questo non dobbiamo mai abbassare la guardia”.
Dopo l’introduzione sulla tematica a cura del Direttore del Consorzio di Tutela dell’Aceto Balsamico di Modena IGP Federico Desimoni, è seguito l’intervento del Presidente del Consorzio di Tutela dell’Aceto Balsamico di Modena IGP Mariangela Grosoli che, parlando a nome di entrambe le denominazioni modenesi ha così affermato: “Sono mesi che si stanno verificando attacchi al sistema delle DOP e IGP minandone la stabilità. La Commissione Europea per ora non ha preso posizione, ma ci auguriamo che intervenga quanto prima per riportare ordine e ribadire la priorità della tutela dei prodotti a denominazione tutelata. Nelle more di questo intervento è di fondamentale importanza che il Governo italiano prenda posizione circa il possibile avvio di una procedura di infrazione contro la Slovenia e, vista la piena condivisione del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali e di tutte le Regioni, ci auguriamo che questo passaggio ufficiale possa avvenire quanto prima”.
La battaglia dei Consorzi del Balsamico, intanto, ha già raccolto il pieno sostegno della Conferenza delle Regioni: “La Regione Emilia- Romagna – ha proseguito Grosoli  attraverso l’Assessore Alessio Mammi e il Presidente Stefano Bonaccini ha portato la questione in Conferenza Stato-Regioni ottenendo una piena condivisione delle preoccupazioni e la richiesta al Governo di attivarsi con urgenza”.
Pieno sostegno in merito è stato espresso anche da OriGin Italia che, come evidenzia il Presidente Cesare Baldrighi, ribadisce i timori per le ripercussioni che un simile precedente potrebbe avere sull’intero sistema delle Indicazioni Geografiche: “La decisione della Slovenia di emanare una legge nazionale che autorizza la produzione di un aceto definito balsamico è in pieno contrasto con i principi e i regolamenti europei. OriGin Italia è scesa in campo al fianco dei Consorzi di Tutela Aceto Balsamico per contrastare l’ennesimo attacco al sistema di tutela delle DOP e delle IGP”.
L’audizione si è svolta in videoconferenza e, oltre al Presidente e al Direttore del Consorzio di Tutela dell’Aceto Balsamico di Modena IGP e al Presidente di OriGin Italia, sono altresì intervenuti Cesare Mazzetti in qualità di consigliere per il Consorzio di Tutela dell’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena DOP, Marcello Colli Presidente del Consorzio di Tutela dell’Aceto Balsamico Tradizionale di Reggio Emilia ed il Segretario Generale di OriGin Italia Mauro Rosati.

CINEMA: STUDIO CROMA CERCA FINANZIATORI PER NUOVO CORTOMETRAGGIO SULL’EMARGINAZIONE SOCIALE

  • Il progetto approda sulla piattaforma Kickstarter: in pochi giorni già superato l’obiettivo del 30%
  • Crowdfunding per realizzare un cortometraggio sull’emarginazione sociale con la tecnica dello stop motion
  • La startup bolognese già vincitrice di premi nazionali e internazionaliè supportata  da KICK-ER

Bologna18 novembre 2021 – Una campagna di crowdfunding con l’obiettivo di raccogliere 10 mila euro per completare la realizzazione di Playing God, un corto realizzato con la tecnica dello stop motion. La raccolta fondi, attiva sulla piattaforma Kickstarter, è stata lanciata da Studio Croma, uno studio di animazione specializzato nella produzione di opere cinematografiche con la tecnica della stop motion, realizzata mediante una serie di scatti fotografici che messi in successione conferiscono anima e movimento ad oggetti o marionette inanimati.
Mentre la realtà di Studio Croma è nata anche grazie al supporto ricevuto nel 2018 dal bando Incredibol! del Comune di Bologna, dedicato alle imprese culturali e creative regionali, la campagna appena lanciata è stata supportata da  KICK-ER, il servizio di orientamento al crowdfunding gestito da ART-ER.
Studio Croma è una startup di Bologna, ufficialmente costituita nel 2021 da Arianna Gheller e Matteo Burani ma con esperienza decennale in numerose produzioni cinematografiche, collaborazioni e con alto livello di esecuzione, come confermato dai premi riconosciuti (“Nastri d’argento” e “David di Donatello” per l’Italia o la speciale nomination Industry excellence award al Manchester Animation Festival e il winning award allo Stop Motion Mexico). Playing God è il nuovo progetto di Studio Croma, un cortometraggio in fase di produzione dalle forti note dark e drammatiche che unisce al suo interno tre diversi tipi di animazione stop motion (puppet animation, clay animation e pixillation), che rendono il processo di realizzazione di un livello tecnico altissimo.
Playing God racconta la storia di una Creatura in argilla e del rapporto con il suo Creatore, sull’inconsapevolezza della creazione e della distruzione, tra scelta e destino, amore e ossessione. Un cortometraggio magico di 13 minuti che illumina le ombre della società contemporanea. Una personale considerazione sul tema dell’esclusione sociale.
I proventi della campagna di raccolta fondi saranno impiegati per garantire al progetto una direzione della fotografia di alta qualità per le scene finali, delle colonne sonore originali e un sound design speciale.
A pochi giorni dal lancio in piattaforma la campagna ha superato il 30% del target di raccolta e sta coinvolgendo sostenitori da tutto il mondo, dagli Stati Uniti al Messico, dalla Francia a Israele.

KICK-ER è un servizio gratuito creato per orientare e accompagnare startup, imprese o progetti d’impresa, laboratori di ricerca ed enti locali emiliano-romagnoli che hanno progetti innovativi e intendono lanciare una campagna di crowdfunding per la loro realizzazioneNei primi sei anni di attività di KICK-ER sono state gestite più di 200 richieste e supportate 20 campagne di crowdfunding, tutte concluse con successo.

Atto vandalico alla Corona d’alloro

«Il rispetto nasce dalla conoscenza” scriveva Terzani, ed è proprio la mancanza di cultura e di ideali che ripropone ciò’ che è successo a Vigarano Mainarda al Parco dei Bersaglieri, dove la corona d’alloro è stata distrutta e calpestata. Forse gli autori non si sono resi conto che quell’ignobile gesto era uno sfregio a tutti i nostri caduti e Alla nostra Patria, ogni atto vandalico è una ferita che potrà forse rimarginarsi, ma lascerà una cicatrice indelebile come in un corpo.
Ai Bersaglieri di tutta la Provincia di Ferrara ha lasciato sconcerto e rabbia, dove un luogo della memoria sia stato in questo modo violato. Ma un popolo che dimentica, distruggendo il proprio passato, su quali basi può pensare di costruire il proprio futuro?
Proviamo a immaginare se all’improvviso non esistessero più piazze e monumenti della nostra città, se non potessimo vedere mai più quel paesaggio consueto che è impresso nel nostro Dna, ci sentiremmo persi, disorientati, sradicati. Avremmo perso i nostri punti di riferimento, la nostra identità i nostri ricordi. E allora perché distruggere o deturpare volontariamente ciò che ci appartiene? Atto di sfida? Ignoranza? Desiderio di trasgredire, di attirare l’attenzione su di sé? Incultura? Il vandalismo è anche la conseguenza di alcune dinamiche sociali che coinvolgono soprattutto i giovani (mancanza di ideali, senso di smarrimento, difficoltà nell’individuare i principi ai quali conformare la propria condotta e morale) e di metodi educativi errati. Non abbiamo ricette miracolose, ma siamo convinti che ognuno può
contribuire ad arginare questi fenomeni che continuano a dilagare nell’indifferenza generale.
Ognuno di Noi Bersaglieri ha una responsabilità etica nei confronti della salvaguardia dei nostri sacri principi e della nostra stessa identità di ITALIANI, chi distrugge ciò, distrugge la Nostra civiltà e il nostro stesso futuro.

Il Consiglio Provinciale di Ferrara
dell’Associazione Nazionale Bersaglieri

LEGA GIOVANI CENTO, MIRCO MANFREDINI È IL NUOVO RESPONSABILE CITTADINO

CENTO (FERRARA), 18-11-‘21.

È Mirco Manfredini il nuovo commissario della Lega Giovani Cento. Manfredini ha 28 anni, vive a Renazzo, è laureato in Ingegneria “Elettronica e Informatica” all’Università di Ferrara e lavora come impiegato.
Manfredini raccoglie il testimone dal neo consigliere Alex Melloni, che si è dimesso dall’incarico giovanile dopo la prima seduta del consiglio comunale.
Ad annunciare la nomina è Luca Cardi, coordinatore comunale della Lega, e membro del direttivo regionale della Lega Giovani Emilia: «Buon lavoro a Mirco Manfredini che da oggi si occuperà di far crescere il nostro movimento giovanile. – dice Cardi – Nei prossimi mesi sarà necessario coinvolgere sempre di più i giovani per rafforzare la squadra della Lega ed essere pronti alle sfide del domani. A Cento da anni il nostro è l’unico partito ad avere una struttura giovanile e questo per noi è motivo di orgoglio.
Grazie anche ad Alex Melloni per quanto fatto in questi mesi. Continuerà a battersi per la Lega e lo farà dai banchi del consiglio comunale».
A Manfredini arriva anche l’augurio di buon lavoro dal coordinatore regionale della Lega Giovani Emilia, Tommaso Vergiati e del referente provinciale della Lega Davide Bergamini che si dice «certo che saprà portare avanti al meglio questo ruolo».

CONTROVERSO
Ninna-ò della mamma

 

La mamma aveva problemi psichiatrici ed era in forte difficoltà a occuparsi dei bambini che, una volta diventati adolescenti, si sentivano feriti per quel mancato appoggio, per quel ruolo educativo che nella mamma non avevano mai trovato. Nessun bambino nasce in una famiglia o in un mondo perfetto, ma riconoscere le speciali ammaccature della propria condizione non è cosa da poco.

Ninna-ò della mamma

Ninna nanna ninna-ò
questa mamma a chi la do?
La darò allo psichiatra
bello più di Frank Sinatra
La darò all’assistente
che non conta quasi niente
La darò al carabiniere
con un calcio nel sedere
O la tengo un poco matta
tutta intera, come è fatta.
Tale e quale come è
a star sotto tocca a me.

Assumere decisioni sulla tutela dei bambini è quasi più facile in casi estremi, dove tutto è chiaro, e magari l’incapacità è data da scelte dei genitori. Quando invece le mancanze derivano da una condizione di salute, e perciò sono del tutto indipendenti dalla volontà dell’adulto, è molto più spinoso intervenire. Occorre tutelare diritti diversi e in conflitto tra l’altro: da un lato il diritto alla relazione genitori-figli, dall’altro il diritto dei bambini di ricevere ciò di cui hanno bisogno per crescere.
Son quei casi in cui gli interventi di sostegno da parte della rete parentale – o, in sua assenza, da educatori domiciliari, vicini di casa, famiglie di supporto… – possono diventare la compensazione per ciò che manca.
In alternativa, sono i piccoli ad occuparsi dei genitori. Non che proprio ci siano maltrattamenti o abbandoni, ma una buona inversione di ruoli, quella sì.

CONTRO VERSO, la rubrica di Elena Buccoliero con le filastrocche all’incontrario, le rime bambine destinate agli adulti, esce su Ferraraitalia  il venerdì. Per leggere i numeri precedenti clicca [Qui]

Parole a capo
Luca Ispani: “Monte Gomito” e altre poesie

“Se desideri vedere le valli, sali sulla cima della montagna; se vuoi vedere la cima della montagna, sollevati fin sopra la nuvola; ma se cerchi di capire la nuvola, chiudi gli occhi e pensa.”
(Khalil Gibran)

 

Lizzano in Belvedere

Mi guarda attento Il Corno alle Scale
imbiancato
lui sa di queste chiese e queste mura
conosce la cura del volo dal nido
che ogni anno preoccupa il picchio.
Conosce la cura della speranza
seminata nei campi e tra i castagni
un volo molto lungo in cerca di conferme circondato dalla fame.
Abbi cura di te paese mai domo.
Poesia inedita

Monte Gomito 
Le vette mi osservano
ascoltano il silenzio degli anni
che passano potenti ad ogni mio passo.
Vi rispetto rocce millenarie
anzi vi adoro
come il pino che resiste al vento
o il nido dell’aquila che ogni volta scorgo.
Siamo abitanti dello stesso paese
stessa casa
quella della pace.
Poesia inedita
Monghidoro 1952
Fermo davanti al forno
ascolto il ticchettio della pioggia
cadere lieve sulle case
e bloccare il mio sentiero.
È qui che sboccia il fiore del ricordo
mentre a novembre si bolle il vino
si scorda la tristezza
con qualche castagna
e con il sapore del brodo osannato dall’oste sulla piazza.
Poesia inedita
Luca Ispani (Modena, 1979)
I suoi preferiti sono Whitman, Berry, Tiziano Fratus, Sinisgalli, ed è affascinato dal movimento della beat generation e il suo legame con la musica jazz di cui è appassionato assieme al rock anni ’70 e ’90. Negli ultimi vent’anni si è appassionato alla paesologia, cercando con i suoi scritti di sensibilizzare sulla vita nei campi e sull’Appennino modenese da cui proviene. Inizia a fare letture poetiche nel 2004 per lo più in eventi di arte di strada dove si sente più a suo agio. Dal 2014 al 2015 ricopre il ruolo di vice-presidente presso l’associazione culturale i poetineranti. Collabora con il collettivo di poesia nazionale Bibbia d’Asfalto dal 2014 al 2016. Da qualche mese segue il progetto “Grungeart” che é la creazione di un vero e proprio spettacolo basato su testi performanti, musica e arte visiva riconducibili al movimento “grunge” dei primi anni ’90. Parecchi suoi testi sono stati tradotti negli Stati uniti ,in Messico e in Australia. Vincitore e segnalato in numerosi premi nazionali e internazionali, studia da tempo da autodidatta diversi autori. Ha pubblicato nel 2019 con Roundmidnight Edizioni la sua prima raccolta poetica il rumore dei passi che sta avendo numerosi riscontri positivi. Parla con gli alberi e li abbraccia.
La rubrica di poesia Parole a capo curata da Gian Paolo Benini e Pier Luigi Guerrini esce regolarmente ogni giovedì mattina su Ferraraitalia. Per leggere i numeri precedenti clicca [Qui] 

Quel filo spinato che ci avvolge
mentre l’Europa delle parole va in fumo

 

Tra Polonia e Bielorussia è in atto un altro episodio di guerra fredda caratteristico del secolo americano. La Russia spinge migranti alle frontiere dell’Ue probabilmente aiutata dalla Turchia a cui avrà fatto concessioni per qualche azione che consolidi le sue posizioni in Siria. Lo fa utilizzando quello che è un vero e proprio stato cuscinetto, la Bielorussia, l’ultimo che gli è rimasto dopo aver praticamente perso l’Ucraina a favore degli americani.

Perché lo fa. Cerca di assicurarsi il suo spazio vitale, di alleggerire il contenimento che stanno attuando gli Usa in un tentativo continuo di accerchiamento e di sfondamento delle classiche linee di difesa che furono sovietiche. E’ chiaro che le forze in campo sono a suo sfavore, la Nato può permettersi esercitazioni congiunte ai confini russi, in particolare nei Paesi Baltici dove spesso stazionano anche uomini e aerei italiani pronti a difendere l’Europa dai barbari, e allora Putin usa i migranti per creare scompiglio, rompere l’accerchiamento e poter anche accusare l’Ue di ipocrisia nelle sue politiche migratorie.

La Polonia costruirà un muro di 110 Km che la dividerà dalla Bielorussia e soprattutto dai migranti che vi stazionano desiderosi di raggiungere la civile Europa dei sogni. Progetto approvato dal Parlamento locale ma anche benedetto dal presidente del Consiglio Europeo, il belga Charles Michel, quello che aveva a suo tempo preso il posto a sedere alla signora Von Der Layen alla presenza di Erdogan.

Michel aveva aperto in un discorso a Berlino a muri e filo spinato per bloccare i migranti in arrivo dalla Bielorussia che suona come un’apertura all’uso di fondi Ue per nuove barriere che ha spiazzato i più attenti osservatori, ma anche la stessa Von Der Layen.

E anche la Lettonia si affretta ad approvare la costruzione di un muro ai confini con la Bielorussia, insomma contemporaneamente ai festeggiamenti per la caduta del muro di Berlino e la fine della vecchia guerra fredda ci si affretta a costruirne altri, quasi a dimenticare le critiche europee al muro con il Messico tanto voluto da Trump e lasciato al suo posto da Biden, segno che i muri ci appartengono.

Ci sono conflitti geopolitici in atto che imperi reali (Usa), imperi legati al passato ma desiderosi di nuovo splendore (Russia e Turchia) e imperi del futuro (Cina) stanno combattendo, in Europa e sugli Oceani, ognuno come può e con i mezzi a disposizione. Di questi, solo gli Usa sono presenti dappertutto, contengono la Russia in Europa e la Cina nell’ Indo-Pacifico, sfruttano le mire espansionistiche di Erdogan nel Mediterraneo e nei Balcani. Per i loro scopi strategici utilizzano a piacimento i paesi vassalli, come l’Italia che si lancia in operazioni oltre confine senza interessi nazionali da difendere, e la Nato tutta, per ribadire che l’Europa è americana oppure non è.

Ma oltre alla geopolitica esiste l’essere umano ed esiste una striscia di terra tra Polonia e Bielorussia, fatta di carne e sangue, di adulti e bambini, di terra bagnata e di donne incinte. Fatta di un’umanità sofferente dietro ai fili spinati, ai muri in costruzione, ai traumi delle botte alle frontiere e ai sogni infranti che non solo Putin e Erdogan si dovranno intestare. C’è Biden e c’è tutta l’Europa che è pronta a mostrare i muscoli, a “contenere” i nemici immaginari o reali con i caccia ultima generazione e le esercitazioni continue con la pretesa di essere migliori.

Europa capace di andare e rimanere in Afghanistan vent’anni in una missione fallimentare senza propri interessi strategici o tattici da difendere e capace di gridare al successo perché l’evacuazione è stata fatta in poco tempo e senza particolari traumi, tranne ovviamente per quelli attaccati agli aerei e caduti nel vuoto.

Ma quando arriva il momento di dimostrare di essere davvero qualcosa in più, quando la differenza tra ciò che dici e ciò che fai si materializza dietro l’ennesimo confine, l’Europa delle parole va in fumo. La miglior cosa che riesce a fare è costruire muri, accusare gli altri, trovare giustificazioni, accampare pretese.
E nel frattempo, in mezzo a tante parole, uomini e donne e bambini lasciati al freddo e alla fame per giorni, settimane e forse mesi, tra questi magari afghani che si era giurato di difendere, accompagnare al progresso e alla democrazia. Sarebbe bastato, e sicuramente basta ancora, accoglienza e un pasto caldo.