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Giorno: 23 Novembre 2021

AUSL FE. Contagi in crescita. La pandemia colpisce anche le relazioni: focus contro la violenza sulle Donne

 

Ferrara, 23-11-2021. Una crescita costante dei contagi e un aumento anche dei ricoveri. Anche in provincia di Ferrara, pur essendo lontani dalla situazione di un anno fa grazie alla campagna vaccinale che amplia la platea per la terza dose, si alza il livello di attenzione nei confronti della circolazione del coronavirus. Una pandemia che ha profondamente colpito la società e le relazioni, facendo ad esempio registrare un aumento degli episodi di violenza sulle donne.
Se ne è parlato nella nuova puntata di Salute Focus Ferrara (format web settimanale a cura di Ausl Fe condotto da Alexandra Boeru) con Emanuele Ciotti direttore sanitario ausl Ferrara, Cristina Meneghini psicologia clinica Ausl Ferrara, Silvia Barbaro psicologa – resp. Spazio Giovani Ausl Ferrara, Irene Rossi psicologa psicoterapeuta Ausl Fe, Matteo Pio Ferrara Psicologo Piscoterapeuta Ausl Fe, Silvia Giatti (Il Resto del Carlino) e Alessandra Mura (La Nuova Ferrara).
La curva dei contagi cresce dunque anche in provincia di Ferrara con un’incremento dell’incidenza dei nuovi del 42%. “Ad oggi, ha spiegato il direttore sanitario Emanuele Ciotti, abbiamo raggiunto i 125 casi per 1000mila abitanti, con una media giornaliera di 61 nuovi casi.”
Un incremento che appare ancora più evidente se si guarda ad una settimana fa, l’incidenza era di 89 casi per 100mila abitanti, o addirittura un mese e mezzo fa quando si contavano 18 positivi ogni 100mila abitanti.
“Crescono naturalmente anche i casi attivi, ha proseguito Ciotti, ieri avevamo circa 833 persone positive, oltre 300 delle quali vengono seguite a domicilio dalle Usca perchè sintomatica e con necessità di cure. Aumentano anche i ricoveri con 64 pazienti nei reparti covid degli ospedali della provincia, 8 dei quali in terapia intensiva”.
Un trend con il segno + davanti si registra anche nelle scuole. Gli istituti con casi di covid, nell’ultima settimana sono stati 28 ( 6 scuole dell’infanzia, 9 primarie, 7 secondarie di primo grado e 6 secondarie secondo grado). In totale ci sono stati 35 alunni positivi e 5 docenti che hanno portato a 503 tamponi sugli alunni con altri 7 casi rilevati, 109 sui docenti con 0 casi secondari.
La diffusione dei contagi e l’ulteriore incremento dell’ospedalizzazione è arginata, ha sottolineato infine Ciotti, dall’ottima adesione dei ferraresi alla campagna vaccinale, sia sul fronte del ciclo completo (circa il 90% dei ferrareri lo ha terminato) sia su quello delle terze dosi. Ad esempio hanno già effettuato la dose Booster circa il 60% dei sanitari, il 50% degli over 80 ed iniziano ad aumentare ogni giorno le prenotazioni per over 60 e da lunedì anche per over 40. Ultimo dato da rimarcare, ha concluso Ciotti, l’adesione alla campagna vaccinale antinfluenzale che, grazie anche al contributo della medicina generale, ha già raggiunto oltre 62mila dosi.

Pandemia, aumenta il disagio sociale: donne e ragazzi pagano prezzo più alto

La pandemia ha messo in evidenza problematiche sociali e disagi psicologici. “Abbiamo un aumento del 30% di richieste di supporto e assistenza psicologica, spiega Cristina Meneghini della psicologia clinica Ausl, per vari tipi di disagio. In particolare, se si guarda alle relazioni, con il lockdown venuti meno strumenti sociali che aiutavano le famiglie e le coppie che avevano fragilità e difficoltà comunicative, e si è visto un aumento del disagio e della conflittualità. C’è un altro lato della medaglia, ha però messo in evidenza Cristina Meneghini, ovvero una fase “positiva” di ritrovamento per alcune famiglie durante la chiusura perch venivano a mancare alcune tentazioni di soggetti vulnerali (vedi chiusura sale da gioco, bar, difficoltà a reperire sostanze). Il problema queste famiglie lo hanno sentito alla riapertura che ha portato disorientamento e conflitti di cui spesso sono le donne hanno sopportato il peso più grande.”
In campo, a supporto delle donne, ci sono una serie di servizi, primo tra tutti la rete dei consultori dove è possibile rilevare fattori di rischio di maltrattamento anche in epoca precoce.
“Con lo screening sulla fragilità sociale e psicologica nel periodo perinatale, ha spiegato Irene Rossi psicologa e psicoterapeuta, inserito nell’assistenza di base nei servizi di accompagnamento alla nascita dal 2020, possiamo intercettare precocemente segni di fragilità sociale o sofferenza psicologica.” Nei consultori e presso i punti nascita infatti, personale medico ed ostetrico formato, con questo screening intercetta le situazioni di rischio. Situazioni che, ha aggiunto ancora Irene Rossi, sono in aumento e che prevedono una successiva presa in carico della donna (o della coppia) da parte delle 4 psicologhe presenti nei consultori di Ferrara, Cento, Comacchio e Portomaggiore.
“Garantire maggiore sicurezza a donne e bambini” è questo l’obiettivo che si pone il nuovo centro LDV – Liberiamoci dalla violenza, che anche in provincia di Ferrara si occuperà della presa in carico degli uomini maltrattanti. “Il centro, h spiegato Matteo Pio Ferrara, psicologo e psicoterapeuta Ausl, mira ad aiutare l’uomo ad acquisire maggiore consapevolezza e a responsabilizzarsi rispetto a tutte le forme di violenza, fisica, economica, psicologica, e a prendere atto delle ripercussioni che la violenza può avere generato su partener, ex e figli”.
“È un percorso che passa anche e soprattutto attraverso una acquisizione di nuovi valori, ha aggiunto Ferrara, con il superamento della vecchia cultura maschilista e patriarcale che ancora oggi è presente nel nostro dna culturale”. A breve sul territorio verrà distribuita una brochure che informerà delle attività del centro che, a partire da gennaio, presso i centri salute donne, sarà presente in tutta la provincia di Ferrara.
Il lavoro culturale passa però anche dai ragazzi. Lo Spazio Giovani infatti lavora su due fronti, da un lato la prevenzione nelle scuole secondarie di primo e secondo grado, con progetti mirati di educazione all’affettività e sessualità, prevenzione alla violenza di genere e rispetto delle differenze di genere. Dall’altro lato, ha spiegato la responsabile del servizio Silvia Barbaro, c’è il lavoro di consultazione che prende in carico i ragazzi e le loro famiglie e dove si registra un incremento degli accessi. “Un altro aspetto importante su quale lavoriamo, ha poi concluso la responsabile dello Spazio Giovani, è quello legato agli episodi sempre più frequenti di violenza digitale come atti persecutori, stalking, cyber bulling, revenge porn che il più delle volte hanno come vittime proprio le ragazze”.
La puntata è visibile sul canale YouTube Ausl a questo link https://youtu.be/zrAwj9-kpCA e sulle pagine Facebook Azienda Usl Ferrara, Ferrara Focus, dei Comuni di Ferrara, Argenta, Copparo, Bondeno, Codigoro, Cento.

Al via la terza edizione del Master Executive in Design, Creatività e Pratiche Sociali – Prosperità sostenibile per le organizzazioni, in partenza a marzo 2022

Milano, 22 novembre 2021 – Per il terzo anno Politecnico di Milano e Fondazione Pistoletto lanciano insieme il Master Executive in Design, Creatività e Pratiche Sociali – Prosperità sostenibile per le organizzazioni, gestito da POLI.design e Accademia Unidee, in partenza a marzo 2022.
Fare della necessità di sostenibilità e responsabilità un’opportunità di sviluppo per le organizzazioni attraverso il design, che è progetto e costruzione di futuro, e attraverso l’arte, che è visione, anche radicale, e connessione, cioè capacità di fare sistema. È questo l’obiettivo del Master Executive in Design, Creatività e Pratiche Sociali, il percorso formativo dedicato a professionisti che intendono portare innovazione all’interno del proprio ambito lavorativo o aprire nuove prospettive imprenditoriali.
Dopo il successo della seconda edizione, che ha visto la partecipazione di studenti provenienti da tutta Italia, e non solo, il Master si riconferma come occasione per le imprese di approcciarsi a temi attuali come innovazione, sostenibilità e responsabilità.
L’articolazione didattica integra le competenze del design con la capacità di interpretazione e pensiero dell’arte per la trasformazione sociale, e si sviluppa su proposte di pensiero critico, nozioni dell’economia e dell’organizzazione contemporanea e modelli di comunicazione inclusiva. Lo scopo è di fornire i metodi e gli strumenti necessari per rispondere alle sfide contemporanee attraverso l’utilizzo delle strategie che definiscono l’intero processo progettuale, dall’identificazione del problema allo sviluppo della soluzione. A queste competenze, saranno associate le conoscenze tecnico-economiche necessarie per valutare gli impatti sociali che potranno essere generati e per gestire futuri progetti imprenditoriali. In tal modo il Master si presenta come risposta immediata alla necessità di agire a breve termine, sottolineata anche dalle Nazioni Unite, che nell’Agenda 2030 hanno definito un programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità, che ingloba 17 obiettivi per lo sviluppo sostenibile, noti come Sustainable Development Goals (SDGs).
Il percorso formativo è articolato in tre macroaree che forniscono una visione completa sul tema della sostenibilità e sulla sua applicazione: Design, arte e societàMarketing e managementDinamiche sociali e nuove economie. Un programma estremamente ricco e formativo, in grado di garantire molteplici opportunità di impiego: le figure in uscita potranno infatti avere il ruolo di facilitatore e progettista di innovazione responsabiledall’imprenditoria nel campo della sostenibilità e dell’innovazione radicale e sustainability/socially oriented alla consulenza, nel pubblico e nel privato, per agenzie e imprese, fino all’impiego dipendente nella pubblica amministrazione, nelle imprese manifatturiere e di servizi, in imprese multinazionali e ONG come esperto di corporate social responsibility.
I partecipanti saranno così in grado di accompagnare le organizzazioni, in cui già lavorano o si collocheranno, nel riorientamento alla prosperità sostenibile, declinando l’impegno sociale e ambientale in una professione e creando valore per le organizzazioni.
Lo svolgimento delle lezioni è stato pensato per facilitare chi lavora o ha altri impegni in contemporanea, dura 16 mesi, con una formula weekend (da venerdì a domenica) con cadenza ogni tre settimane circa e tre moduli intensivi (della durata di 6/7 giorni) dedicati a workshop e/o project work.
Carattere distintivo è la collaborazione fra due realtà, da sempre motori di innovazione, come Cittadellarte – Fondazione Pistoletto, che dagli anni ’90 ha formato migliaia di facilitatori di trasformazione sociale in seno alle più diverse organizzazioni pubbliche e private, commerciali, industriali, del terzo settore, culturali, costruendo una comunità internazionale di artisti e innovatori sociali, e Politecnico di Milano, che vanta un QS Rankings 2021 1° in Italia, 3° in Europa e 5° al mondo nella categoria Art & Design.
Per conoscere il Master è possibile partecipare all’Open Day gratuito organizzato da POLI.design e Accademia Unidee e previsto per il 27 novembre 2021, dalle ore 15.00 alle 19.00, a Cittadellarte – Fondazione Pistoletto, a Biella. Un’occasione per scoprire il Master e l’unicità della sua proposta ma anche incontrare innovatori sociali e imprenditori e conoscere la loro esperienza; confrontarsi con chi ha puntato sulla sostenibilità e ne ha fatto un valore per la sua impresa; partecipare a laboratori dove capire com’è possibile generare valore e impatto sociale tramite il design, l’arte e la creatività. L’evento è inoltre un’opportunità per scoprire alcuni degli strumenti per portare sostenibilità e innovazione all’interno delle organizzazioni, generando impatto sociale e valore economico e per scoprire come trasformare l’urgenza di cambiamento in opportunità.

Io non ci passo sopra – campagna di sensibilizzazione e informazione del Centro Antiviolenza HARA

Io non ci passo sopra

La campagna di sensibilizzazione e informazione del Centro Antiviolenza HARA diventa virale e in 17 Comuni dell’area Rho e Garbagnate compaiono scritte sui marciapiedi per sensibilizzare i giovani e la cittadinanza a non farsi da parte contro la violenza di genere.
Da gennaio accolte 145 donne, per 10 con figli minori aperte le porte delle case protette

23 novembre 2021 – Oltre 3.000 locandine affisse nei luoghi più frequentati di 17 comuni, come centri commerciali, uffici pubblici, sale d’attesa, biblioteche. 1.200 vetrofanie esposte nelle vetrine di altrettanti esercizi commerciali e farmacie. Una pagina web dedicata centroantiviolenzahara.it che ad oggi ha contato più di 1.000 visualizzazioni. Sono questi i numeri della campagna di sensibilizzazione e informazione Mai più solaFermiamo insieme la violenza contro le donne promossa, a partire dal mese di marzo 2021, dal CAV – Centro Antiviolenza HARA ricomincio da me, punto di riferimento per le donne vittime di maltrattamento nell’area territoriale Rhodense e Garbagnatese.

In occasione del 25 novembre, Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, HARA punta a coinvolgere le nuove generazioni e la campagna si fa virale. È così che decine di scritte Io non ci passo sopra, realizzate con la tecnica dello stencil dai giovani del Servizio Civile mobilitati grazie alla collaborazione con CSBNO – Culture Socialità Biblioteche Network Operativo, invadono, marciapiedi e fermate degli autobus per dare visibilità al centro antiviolenza e promuovere i suoi servizi. Sotto il messaggio, mutuato dal lavoro svolto in classe dagli studenti del Liceo Artistico Fontana di Arese sul tema della violenza di genere, campeggiano infatti anche il sito e il numero di telefono 335 1820629 a cui è possibile rivolgersi per aiutare in modo concreto una donna vittima di violenza.
La campagna di sensibilizzazione Mai più sola, che ha come capofila il Comune di Rho, fin dal suo esordio ha avuto come obiettivo quello di rendere più capillare la visibilità sul territorio del Centro Antiviolenza e di coinvolgere tutta la cittadinanza dei comuni interessati dalla rete interistituzionale HARA, facendola sentire parte attiva nel contrasto alla violenza di genere.
In questo ultimo anno si sono rivolte al Centro Antiviolenza HARA 145 donne* (12% in più rispetto al 2020), di cui 10, insieme a 8 figli minorenni, sono state messe in protezione in case rifugio (erano 6 con 10 minori lo scorso anno).
I dati confermano che ad accedere al Centro Antiviolenza sono soprattutto donne di nazionalità italiana (62%), nella maggior parte dei casi con figli minorenni (66%).
La fascia di età maggiormente toccata dal problema si conferma quella tra 36 e i 45 anni (con un incremento al 29% rispetto al 27% del 2020) mentre scendono le donne tra i 26 e 35 anni (18% contro il 23% nel 2020) e quelle tra i 46 e i 55 anni (17% contro 20%).
Nella maggioranza dei casi la violenza avviene in ambito domestico dove l’autore è il marito (32%) o il convivente (24%), seguiti da altri famigliari (padre, figlio, partner del genitore 22%).

Il tipo di violenza subita è per lo più psicologica (97,40%) e fisica (88,31%), ma anche sessuale (27,27%) ed economica (29,87%).

La richiesta di aiuto al CAV è stata spontanea per la maggior parte delle donne (40%) ma è anche avvenuta dietro segnalazione delle Forze dell’ordine (12%), dell’Ospedale o del Pronto Soccorso (10%), dei Servizi sociali del Comune (10%).
Il Centro Antiviolenza HARA ha due sedi, a Rho e Bollate, ed è gestito da Fondazione SomaschiOnlus esperta nell’assistenza delle vittime di maltrattamento. Ogni giorno, grazie a un’équipe specializzata composta da operatrici, psicologhe e avvocatesse, garantisce diversi servizi a titolo completamente gratuito: ascolto e sostegno psicologicoconsulenza e assistenza legale, orientamento e supporto nella ricerca di lavoro, accompagnamento all’autonomia abitativa. Nei casi più critici è prevista anche l’accoglienza nelle case rifugio.

“La ricorrenza della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, ci dona lo spunto per ritornare a parlare nella nostra comunità di questo problema ed anche del lavoro fantastico che la rete dei nostri servizi sta facendo – dichiara l’Assessore di Rho a Politiche sociali, Integrazione e Pace Paolo Bianchi -. La professionalità, lo stile delicato ed attento, ma altrettanto incisivo e concreto sono una prima risposta all’emergenza. Ma è la comunità tutta a doversene prendere cura. Per questo abbiamo cercato di coinvolgere nell’evento in pochi giorni anche i ragazzi dello spazio Mast e della scuola Ipsia e Olivetti, le biblioteche, i ragazzi del servizio civile, le associazioni del territorio. Sono sicuro che i vari momenti proposti in questa settimana saranno una ricchezza per la nostra comunità!”

“E’ una violazione dei diritti umani, è meglio non dimenticarlo mai, quando si parla di violenza contro le donne”, esordisce Maria Antonia Triulzi, presidente di CSBNO, Culture Socialità Biblioteche Network Operativo. “CSBNO è particolarmente fiero di potersi rendere utile nell’ambito di questa campagna di sensibilizzazione “Mai più solaFermiamo insieme la violenza contro le donne”, promossa dal Centro Antiviolenza HARA, Ricomincio da me”. Da un lato attraverso la partecipazione di giovani volontari che hanno prodotto i messaggi di comunicazione alle nostre comunità, dall’altro le biblioteche del nostro circuito che sui temi della giornata del 25 novembre hanno già avviato iniziative specifiche come presentazioni di libri, spettacoli musicali, incontri. Senza dimenticare le inaugurazioni simboliche come quella della ‘panchina rossa, posto occupato da una donna che non c’è più’. Ci piace credere e non illuderci che il lavoro delle biblioteche per la cultura migliori le persone e contribuisca a sostenere, soprattutto nelle donne, quell’autonomia, quella autostima e quella forza che permette di esigere sempre rispetto”, conclude Triulzi. “E a tutti noi la capacità di fare la nostra parte senza voltare lo sguardo quando qualcuna accanto a noi è in difficoltà.”

INDIRIZZI, ORARI E CONTATTI – Il Centro Antiviolenza HARA ha una sede a Bollate (in via Piave 20, presso POT – Presidio ospedaliero territoriale dell’ASST Rhodense), aperta lunedì dalle 14.00 alle 18.00; martedì dalle 17.00 alle 20.00; venerdì dalle 10.00 alle 13.00, e un’altra a Rho (in via Meda 20), aperta lunedì dalle 9.00 alle 13.00; martedì dalle 13.00 alle 17.00; mercoledì dalle 9.00 alle 13.00; giovedì dalle 15.00 alle 19.00; sabato dalle 14.30 alle 17.30.

Un momento di riflessione verso le discriminazioni vissute dalle donne in ambito sportivo

È stata presentato lunedì 22, nel corso della conferenza stampa tenuta dall’Amministrazione
Comunale per comunicare il calendario eventi del 25 novembre – Giornata internazionale per
l’eliminazione della violenza contro le donne, del quale anche questa iniziativa fa parte, il
momento di riflessione verso le discriminazioni vissute dalle donne in ambito sportivo, che
animerà dalle 14:30 il piazzale antistante al PALAGYM “Orlando Polmonari”, dove da due anni è
installata la Panchina Rossa voluta dalla Palestra Ginnastica Ferrara A.s.d..
Il PALAGYM è frequentato settimanalmente dalle oltre mille famiglie dei tesserati della
associazione sportiva, oltre a quanti lo raggiungono per stage, esibizioni e gara, e la Panchina
Rossa, posizionata proprio al suo ingresso, svolge il compito di monito perenne contro le
discriminazioni di genere. Per rendere più efficace il messaggio durante questa occasione verrà
svelato il nuovo pannello esplicativo della funzione della stessa, che viene inoltre arricchita con un
richiamo al 1522, il numero antiviolenza e stalking istituito dalla Presidenza del Consiglio dei
Ministri.
Quello del PALAGYM è sempre più un ruolo anche di funzione sociale, essendo questa una delle
mission che da sempre la PGF si propone: educare il corpo ma anche lo spirito dei suoi fruitori. Per
questo motivo la Palestra Ginnastica Ferrara lancia quest’anno il progetto PALAGYM Social Hub, e
proprio la ricorrenza dell’installazione della Panchina Rossa servirà per presentare i primi passi
svolti da questo progetto: oltre al messaggio antiviolenza del pannello ne sono stati installati altri
tre, per una nuova campagna di promozione del dono di sangue e plasma, realizzata in
collaborazione con AVIS Comunale Ferrara.
La Panchina Rossa al PALAGYM è una installazione realizzata nell’ambito del Progetto Nazionale
#panchinerosse degli Stati Generali delle Donne ed è patrocinata, oltre che questo coordinamento
nazionale, dal Comune di Ferrara, da CONI e CIP dell’Emilia-Romagna, da UNASCI, da AVIS
(Provinciale e Comunale), e dai club/sezioni di Ferrara di Panathlon, Atleti Azzurri e Soroptimist.

Per l’ottavo anno scolastico consecutivo l’Istituto di Istruzione Superiore L.Einaudi organizza un ciclo di conferenze

ApertaMente, torta con otto candeline.

Per l’Istituto Einaudi ancora un anno scolastico di appassionato impegno, strenua divulgazione della
cultura veicolata attraverso l’incontro con studiosi, esperti delle discipline, testimoni oculari dei grandi avvenimenti della Storia, uomini e donne impegnati nel sociale. Perché è vero che ‘verba volant’, ma quando si ascoltano parole alte, dense di impegno, esito ponderato di una vita di costante applicazione, allora il loro peso specifico non può che sedimentare nelle coscienze degli uditori. Quest’anno, nel pieno rispetto delle normative vigenti in tema di distanziamento e misure anti Covid, gli eventi torneranno ad essere fruibili da parte del pubblico esterno, che potrà accedere previa esibizione del Green Pass nell’Aula Magna di via Savonarola n. 32, dove si terranno tutti gli incontri.
La Storia sarà la grande protagonista del nuovo ciclo di ApertaMente: il 2 dicembre il dott. Enrico Trevisani, ricercatore dell’Archivio storico comunale, parlerà infatti della Prima guerra mondiale, soffermandosi sulla vita del fante in trincea e sul ruolo di Ferrara, strategico nelle immediate
retrovie del Fronte dopo la disfatta di Caporetto. Della propria esperienza nella Seconda guerra mondiale parlerà invece Dante Leoni, che il conflitto lo visse come marinaio a bordo della corazzata
‘Littorio’ e degli incrociatori ‘Cadorna’ e ‘Garibaldi’; con lui ci sarà il dott. Alessandro Fabbri, che ha da poco raccolto in un libro le memorie di Dante Leoni. Il dott. Cesare Moisè Finzi, che all’età di otto anni visse sulla propria pelle le conseguenze delle leggi razziste promulgate dal regime fascista, consentirà agli allievi di comprendere appieno le aberrazioni di quelle discriminazioni. Ma ci si tufferà anche nel Rinascimento, alla corte degli Estensi, in un incontro che, svolto in collaborazione con l’Ente Palio e la Contrada di San Giacomo, approfondirà i temi dei giochi e delle feste a Ferrara al tempo degli Estensi, con esibizioni dal vivo dei figuranti e dimostrazioni pratiche di scherma e danza antica. La dott.ssa Corinna Mezzetti, responsabile dell’Archivio storico comunale, intratterrà invece gli allievi sui supporti della scrittura dal papiro a Gutenberg. In Letteratura si celebrerà Dante Alighieri, nell’anniversario dei 700 anni dalla morte, con un convegno che vedrà relatori il Presidente della sezione Dante Alighieri di Ferrara, prof. Alberto Andreoli, e la dott.ssa Mirna Bonazza, Responsabile del Servizio Biblioteche e Archivi del Comune di Ferrara, che illustrerà la mostra dantesca attualmente in corso in Ariostea e visitabile fino al prossimo 2 febbraio; di Dante nell’arte figurativa parlerà invece la docente dell’Istituto Einaudi Laura Govoni. Due gli incontri sul Cinema: il primo sarà con il prof. Michele Ronchi Stefanati e la dott.ssa Antonella Guarnieri, che porranno a confronto due maestri ferraresi del cinema italiano quali Florestano Vancini e Michelangelo Antonioni; nel secondo l’attore e produttore dott. Stefano Muroni parlerà del suo film girato per non dimenticare il terremoto dell’Emilia, di cui si approssima il decennale.  con l’associazione ‘Libera’ si svolgerà poi un incontro con familiari di vittime della mafia e di giovani studenti che hanno lavorato sui terreni ad essa confiscati: una straordinaria opportunità, per gli allievi dell’Einaudi, di toccare con mano le drammatiche conseguenze dell’illegalità criminale che soffoca zone del nostro Paese ed acquisire consapevolezza della necessità di edificare un solido argine morale di contrasto.

Violenza sulle donne, gli psicologi: “Gli uomini riconoscano gli atteggiamenti preoccupanti e si facciano aiutare”

Bologna, 23 novembre – Combattere la violenza sulle donne è anche, e soprattutto, una questione di uomini. Per affrontare il tema, infatti, spiega Carmelina Fierro, coordinatrice della Commissione Pari Opportunità dell’Ordine degli Psicologi dell’Emilia-Romagna, occorre guardare in faccia tutti i soggetti
della violenza: chi la subisce, ma anche chi la agisce.
«Agire sulla protezione delle donne non è sufficiente – spiega la consigliera dell’Ordine degli Psicologi regionale in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne del 25 novembre -. Occorre avviare un percorso di autonomia che renda libere le donne a livello economico e psicologico e
promuovere una diversa cultura in cui l’uomo colga i segnali della sua violenza e chieda aiuto». Ma quali sono i segnali che dovrebbero fare accendere un campanello di allarme negli uomini? «I pensieri ossessivi legati al controllo – spiega la psicologa – , le azioni stesse di controllo, i divieti, la prevaricazione, la pretesa dell’esclusività, le insinuazioni» .
Nella nostra regione esistono centri specializzati nel promuovere azioni di recupero dei soggetti responsabili di violenza familiare, ma anche di educazione e prevenzione dei comportamenti violenti. In alcuni casi sono a gestione pubblica (i centri LDV “Liberiamoci dalla violenza”a Bologna, Modena, Parma, Forlì, Cesena, Ravenna, Rimini), in altri a gestione privata. Secondo i dati della Regione Emilia-Romagna, complessivamente sono stati 409 gli uomini seguiti dai centri nel 2020, con un incremento di circa il +9.5% rispetto ai 370 uomini in trattamento nel 2019.
«La prevenzione è fondamentale e va di pari passo anche con la diffusione di una cultura non più legata a canoni maschilisti», dice la consigliera dell’Ordine degli Psicologi regionale. «Anche gli uomini non violenti devono sentirsi responsabili di un silenzio e di una costruzione culturale basata sull’oggettivizzazione della donna – continua – e dovrebbero promuovere un’idea di uomo diversa, emancipandosi dal pensiero che la loro virilità dipenda da un’immagine di maschio più che di uomo».
Spesso, infatti, sentiamo parlare di uomini che hanno perso la loro identità, che non sanno più relazionarsi a donne che hanno conquistato ruoli e posizioni diverse nella società. «Ma affermare questo – spiega Carmelina Fierro – significa generare situazioni di dipendenza in cui anche l’uomo è vittima di
un’attribuzione di significati patriarcali di potere e prevaricazione che lo vedono ingabbiato nella prestazione, nella pretesa di avere sempre ragione e nella negazione dei sentimenti. Si tratta di una gabbia da cui è necessario liberarsi. Cercare un rapporto di potere fa male non solo a chi lo subisce ma
anche a chi lo esercita perché dover dimostrare di avere il comando nega una parte fondamentale dell’essere umano che è la parte emotiva, quella che ci rende esseri umani». Secondo la consigliera occorre dunque «cogliere i segnali del proprio ingabbiamento in queste logiche, non riconoscersi in uno schema maschilista e promuovere una cultura diversa. In questo è cruciale determinante il ruolo della psicologia con interventi specifici e specializzati».
In occasione della Giornata contro la violenza sulle donne, l’Ordine degli Psicologi regionale assegnerà un premio di duemila euro per una tesi di laurea sul tema “Psicologia e parità nelle differenze” istituito dalla Commissione Parità.«Premiare un elaborato universitario significa non solo sensibilizzare al
tema – spiega Carmelina Fierro -, ma anche approfondirne significati, variabili e modalità di intervento con cui psicologhe e psicologi possono confrontarsi per un aggiornamento costante e proficuo sul tema della violenza, delle discriminazioni e degli stereotipi alla base di tante sofferenze».

Donne Fnp Cisl ER: ’25 novembre, è ora di cambiare colore’

“Basta filo rosso che lega costantemente gli episodi di violenza sulle donne. Basta colore rosso che ne è divenuto il simbolo: scarpe rosse allineate nelle strade e panchine rosse nei parchi.
Cambiamo colore, accogliendo il verde per esempio, colore della speranza. Speranza che finiscano maltrattamenti, abusi e femminicidi, oltre a discriminazioni e disuguaglianze di genere”.
Cosi Ileanna Bussei, coordinatrice Donne Fnp (Pensionate) Cisl Emilia-Romagna, in occasione del 25 novembre, giornata mondiale contro la violenza sulle donne.
“Nei due anni di crisi pandemica -ricorda Bussei-  le donne sono state il baluardo della resistenza al virus, negli ospedali come sanitari, nei servizi per gli approvvigionamenti e nelle famiglie nella cura di tutti i componenti, malati o sani e depressi. Nello stesso periodo, molteplici sono state le violenze sulle donne, perpetrate nel 30 per cento dei casi dal partner”.
Da qui l’impegno delle Donne Fnp: sportelli e numeri verdi aperti sul territorio per aiutare le donne, anche anziane, in difficoltà e stesura a breve di un calendario di presenze ed interventi preso le scuole per informare ed educare le nuove generazioni al rispetto della figura femminile.  
Contro questa violenza di genere Roberto Pezzani, responsabile Fnp Emilia-Romagna non ha dubbi: “Insieme uomini e donne, giovani ed anziani devono agire a tutti i livelli della società per debellare questo crimine troppo spesso perpetrato in famiglia. Un crimine che vìola i diritti umani, provoca dolore e costringe tutti gli uomini di ‘buona volontà’ ad intervenire e schierarsi dalla parte giusta, quella delle donne”.    
Per ricordare a tutti, donne e uomini, la reiterata violenza contro ‘l’altra metà del cielo’, il sindacato pensionati ha collocato una panchina rossa nell’ingresso delle proprie sedi sul territorio regionale.   

Economia circolare, Confartigianato Emilia-Romagna e Gruppo Hera insieme per il recupero degli oli vegetali

Raccolti dalle cucine degli associati, verranno recuperati e trasformati in biocarburante lungo una filiera completamente tracciata e certificata.
BOLOGNA, 23 novembre 2021. Confartigianato Imprese Emilia-Romagna e Gruppo Hera hanno firmato ieri, lunedì 22 novembre, un protocollo d’intesa con valenza regionale per raccogliere gli oli vegetali esausti (quelli che rimangono al termine delle preparazioni alimentari) prodotti dalle attività degli associati e destinarli al recupero attraverso la trasformazione in biocarburante, grazie a un accordo con Eni.
A garantire la sostenibilità e la trasparenza del percorso c’è una filiera, totalmente certificata da un ente esterno, che genera emissioni di gas serra dieci volte inferiori rispetto alla produzione di gasolio da fonti fossili. Il protocollo sarà valido per tutto il 2022 e poi rinnovabile di anno in anno.
La collaborazione è in linea con l’agenda dettata dall’Unione Europea, di responsabilizzare sempre di più i soggetti che sono coinvolti nella produzione e gestione dei rifiuti e di promuovere processi concreti nell’ottica dell’economia circolare.

10.000 tonnellate all’anno di emissioni di anidride carbonica potenzialmente evitabili
Tutte le attività che producono oli vegetali esausti come risultato dei propri servizi, in particolare ad esempio ristoranti, alberghi con ristorazione, industrie alimentari, associate a Confartigianato Imprese Emilia-Romagna, potranno aderire al progetto. In questo caso, Hera fornirà contenitori dedicati delle dimensioni idonee alle loro necessità e agli spazi a disposizione, da utilizzare per la raccolta degli oli prodotti nelle cucine.
Gli oli vegetali esausti così recuperati verranno poi inviati, previa lavorazione, alla bioraffineria Eni a Porto Marghera, per essere convertiti nel biocarburante HVO, uno dei componenti per la produzione del gasolio Eni Diesel+, nell’ambito dell’accordo quadro di economia circolare siglato da Hera con Eni. Gli oli diventano quindi una materia prima seconda che permette, almeno in parte, di evitare il ricorso al carburante di origine fossile.
La filiera di recupero degli oli di Hera è interamente tracciata e certificata da un ente terzo che ne sancisce la sostenibilità: il processo in tutte le sue fasi, dalla raccolta territoriale al pretrattamento fino alla produzione del biocarburante, genera, infatti, emissioni di anidride carbonica circa dieci volte inferiori rispetto alla produzione della stessa quantità di gasolio di origine fossile. Considerando che sono associate a Confartigianato Emilia-Romagna circa 1.000 imprese nel settore coinvolto, potenzialmente con questo progetto si potrebbe evitare l’emissione di circa 10.000 tonnellate di anidride carbonica all’anno.

Una raccolta eccellente che ha ancora bisogno di crescere
Secondo i dati prodotti dal Conoe (Consorzio nazionale di raccolta e trattamento degli oli e grassi esausti sia di origine vegetale che di origine animale), ogni anno in Italia si producono circa 260mila tonnellate di oli vegetali esausti, di cui 94 mila tonnellate dai settori professionali (industria, ristorazione e artigianato). Complessivamente solo un quarto viene correttamente conferito. Tutto il resto viene disperso nell’ambiente oppure gettato negli scarichi. Quella di gettare in modo improprio gli oli vegetali esausti è dunque una pratica comune, ma estremamente dannosa, in particolare: per i sistemi fognari e depurativi, che a causa dei grassi presenti nei reflui non riescono a operare in modo efficiente e richiedono maggiore manutenzione, con aggravio dei costi a carico degli utenti di quel servizio; per l’ambiente, perché gli oli esausti sono estremamente nocivi sia per la flora sia per gli ecosistemi acquatici.

“Siamo lieti di partecipare a questa azione, la prima a livello regionale, che crea un circolo virtuoso di economia circolare concreta, calata nel lavoro quotidiano – dice Gilberto Luppi, vice presidente vicario di Confartigianato Emilia-Romagna -. La realizzazione di una filiera tracciata, certificata e sostenibile, che trasforma uno scarto in combustibile a basso impatto ambientale, dimostra la perfetta sinergia che si crea fra le diverse realtà economiche e imprenditoriali quando si impegnano assieme per il bene del territorio in cui operano”.

“Questo accordo si colloca all’interno del percorso che il Gruppo Hera sta portando avanti da tempo per rendere sempre più capillare e diffusa questa raccolta, tra le famiglie e tra le attività. La transizione verso un’economia circolare è una sfida fatta di tante azioni intraprese con continuità – commenta Franco Fogacci, direttore centrale Servizi ambientali e Flotte del Gruppo Hera -. L’obiettivo per il 2021 è di arrivare ad una raccolta complessiva di 1.500 tonnellate, il 40% in più rispetto all’anno scorso. Già ora, il biocarburante prodotto utilizzando l’olio vegetale esausto proveniente dalla raccolta differenziata, è la fonte di alimentazione di una quarantina dei nostri mezzi adibiti alla raccolta dei rifiuti”.

Bielorussia, la fine dell’umanità alle porte di casa nostra

 

La foto in copertina (Foto di Dire.it – https://www.dire.it/) mostra tutto l’essenziale. Povere persone, famiglie, in fuga da paesi distrutti da guerre, coperte con mezzi di fortuna, inermi, affamate e semiassiderate (qualche giorno fa un bambino di un anno è morto di freddo). Il confine è quello tra Bielorussia e Polonia. A fronteggiarli, la guardia di frontiera polacca in assetto di guerra, come dovesse contrastare l’invasione di un esercito nemico.

La Bielorussia accoglie i migranti in fuga dal Medioriente (siriani e iracheni di etnia curda, soprattutto), offrendo loro visti turistici per farli atterrare nel paese – ma con la “promessa” di farli arrivare in Germania –  attraverso pacchetti della compagnia aerea di bandiera. Poi li addossa al confine con la Polonia, che non li vuole e progetta la costruzione di un muro. Nel frattempo le persone – attualmente alcune migliaia – che non riescono ad attraversare di nascosto il confine restano al freddo, soffrono e muoiono. Il dittatore bielorusso Lukashenko accusa l’UE di non avere un cuore perchè rifiuta di accogliere i migranti, che secondo lui vogliono approdare in Germania. La Germania tratta con lui, mentre l’Unione Europea accusa la Bielorussia di usare i migranti come strumenti di ricatto contro l’Europa che ha proclamato “sanzioni” contro il regime di Lukashenko. La Polonia vieta a Frontex (l’agenzia europea che si dovrebbe occupare del controllo della gestione delle frontiere) l’accesso alle zone dove sostano i migranti. Il vero braccio di ferro è sulle forniture di gas. Lukashenko minaccia di chiudere il gasdotto che passa dal suo paese per portare il 20 per cento del gas russo all’Europa. Putin, che appoggia Lukashenko, al contempo nega che un’ipotesi di blocco delle forniture possa mai verificarsi. L’Europa per correre ai ripari dovrebbe rivolgersi a fornitori alternativi (Norvegia, Libia). Nel frattempo il prezzo del gas sale.

Tra il primo ed il secondo paragrafo di questo articolo passa tutta la differenza tra l’essenza in-umana dei fatti e la gerarchia degli interessi in ballo. Tuttavia i due concetti non sono scollegati, bensì interdipendenti. La foto comunica una enorme disumanità della politica, che non riesce a (o non vuole fino in fondo) salvaguardare la salute e la vita degli esseri umani più deboli, compresi i bambini. Ma si potrebbe dire che questi esseri umani vengono sacrificati per il nostro benessere? Si potrebbe affermare che queste persone vengono lasciate al freddo in una foresta ostile per evitare a noi di rimanere al freddo nelle nostre case? Forse no. Però, se pensiamo a quanto le regolari forniture di gas e petrolio influenzano la produzione delle nostre fabbriche ed il lavoro di migliaia di persone; se pensiamo a quanto può incidere, sul bilancio familiare, un’impennata nei prezzi di queste materie prime, dovremmo trarre una conclusione meno drastica, ma non priva di cinismo. E’ un ragionamento cinico quello che induce il dittatore Lukashenko a utilizzare queste persone come arma di ricatto verso l’Unione Europea. Ma questo cinismo avrebbe la medesima forza ricattatoria, se dall’altra parte i ricattati accettassero il rischio di far subire ai loro cittadini le conseguenze di una (temporanea) crisi energetica?

«Certamente non ci facciamo intimidire dalle minacce di Lukashenko. L’autonomia in campo energetico nel medio termine sarà fondamentale e nel breve termine certamente dobbiamo lavorare per utilizzare al meglio le relazioni esistenti sia con il Nord Africa, che con la Norvegia e con la Russia». Parole di Paolo Gentiloni, commissario europeo all’economia. A voi sembrano parole rassicuranti? Personalmente le trovo scivolose. L’autonomia energetica “sarà fondamentale”. Potrebbe voler dire che, attualmente, l’autonomia energetica è un obiettivo, ma non una certezza. Qualcuno è così puro di cuore da pensare che l’Unione Europea non sarebbe in grado, se davvero lo volesse, di mettere in ginocchio il gambler bielorusso? Ma dietro Lukashenko c’è Putin. La Russia finge di fare da mediatore tra Europa e Bielorussia, in realtà utilizza la Bielorussia come avamposto per estendere la propria influenza (anche territoriale: ricordate l’invasione della Crimea?) ai confini di Stati, come la Polonia, che attualmente sono alleati (scomodi) dell’Unione Europea. Il muro di Berlino è stato abbattuto nel 1989, la cortina di ferro e il Patto di Varsavia non esistono più, ma la Russia sembra in grado di esercitare una forza crescente al cospetto di un’Europa debole, divisa, capace solo di un’ unione monetaria cui non ha fatto seguito nè un’ unione politica, nè economica, tantomeno sociale (ne parla anche Daniele Lugli, qui).

Il diritto occidentale garantisce la libera circolazione delle merci e dei capitali, ma ostacola la libera circolazione delle persone, soprattutto di quelle rese profughe da conflitti spesso alimentati dalle stesse democrazie occidentali. Nel frattempo gli ultimi, gli incolpevoli, gli indifesi, soffrono e muoiono, paradossalmente (e purtroppo non è la prima volta) individuati come nemici dai neofascisti, che non trovano di meglio che prendersela con gli ultimi, anzichè con i primi. E’ un mondo che ricostruisce muri per le persone, e contemporaneamente consente ai soldi di andare dove pare a loro. Davvero si fatica ad immaginare qualcosa di più disumano di questa costruzione umana.

26 novembre, “Lo specchio dell’anima” di Franco Mosca:
inizia il ciclo di presentazioni del Collettivo Poetico Ultimo Rosso

 

È fissato per venerdì 26 novembre (18,00 -19,30) alla Galleria del Carbone il primo incontro con i poeti del Collettivo Poetico Ultimo Rosso [vedi qui la pagina Fb del Collettivo], un sodalizio letterario nato in occasione del “Festival di poesia errante L’Ultimo Rosso” (Ferrara, 15 e 16 ottobre), promosso dal quotidiano glocal indipendente Ferraraitalia.
Il primo autore a scendere in campo sarà Franco Mosca,
un nome molto conosciuto nella nostra città, che presenterà insieme Cinzia Brancaleoni, il suo ultimo libro: “Lo specchio dell’anima”. Insieme alle parole, le note, grazie all’accompagnamento musicale del gruppo Band Statale 16.
Il ciclo di presentazioni del Collettivo Poetico Ultimo Rosso proseguirà, sempre al venerdì pomeriggio, con altri due incontri: Cristiano Mazzoni (3 dicembre) e Roberto Dall’Olio (10 dicembre).
La rassegna, organizzata in collaborazione con il quotidiano Ferraraitalia e l’Associazione Accademia d’Arte Città di Ferrara, è ospitata all’interno della nota Galleria del Carbone, dove sarà possibile visitare la mostra, recentemente inaugurata, L’Albero della conoscenza con opere di 24 artisti, impegnati su un unico filo conduttore.

F Mosca presentazione Ultimo Rosso

“Franco è la sua poesia e viceversa, una poesia fatta di tonalità diverse che non stridono tra loro perché tenute insieme dal fil rouge di una sottile malinconia e da alcune situazioni chiave: il desiderio di volare libero in un cielo immenso (ieri ho iniziato a volare/chiuso nel labirinto ho pregato a lungo / di avere grandi ali) la presenza di distese di acqua limpida (vorrei bianche ali leggere / salpare sul mare oltre la folle / indolenza di questo inverno), siano esse il mare o i fiumi della sua terra (se chiudo gli occhi / posso ritrovare / il ponte di legno sul canale, seduto qui sulla riva / penso alla luna quando/ al tramonto cadrà nel mare). Tonalità diverse, dunque. Ecco allora la grande dolcezza di alcuni versi molto intimi dedicati ai suoi affetti più profondi (la moglie, la figlia) o al dialogo spirituale e mai interrotto con il padre, ormai morto eppure straordinariamente vivo nella sua anima e nella sua poesia. Accanto a questi, ci sono i componimenti dominati dalla forza, a volte anche polemica o ironica, delle immagini che si rifanno al contesto sociale (ne sono esempi componimenti come Sono stanco… e Lo so che) o che riflettono ad esempio sulla poesia stessa che non denuncia chi l’ha diseredata / si lamenta solo di non essere ascoltata o sul tempo sprecato che avanza inesorabilmente e si fa beffe di noi, quel tempo “rubato”, “venduto”. [dalla prefazione di Cinzia Brancaleoni]

 

In copertina: Franco Mosca, durante il reading alla Biblioteca Ariostea nella prima edizione del Festival l’Ultimo Rosso (16 ottobre 2021)