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Giorno: 2 Febbraio 2022

VIGARANO, LA MAGGIORANZA IN CONSIGLIO COMUNALE AVANZA LA PROPOSTA PER LA REALIZZAZIONE DI MANUFATTI IN EDILIZIA LIBERA E IMPIANTI FOTOVOLTAICI. APPROVATA ALL’UNANIMITA’. IL SINDACO BERGAMINI: “UN PROGETTO ORIENTATO AD UNO DEI TEMI CENTRALI DEL NOSTRO TEMPO: LE FONTI DI ENERGIA”

Tra i punti all’ordine del giorno, del consiglio comunale di Vigarano Mainarda che si è tenuto l’1 febbraio 2022, è stata discussa e approvata all’unanimità la proposta per la realizzazione di manufatti in edilizia libera e impianti fotovoltaici, presentata dal capogruppo di maggioranza, Fabio Altieri. “Vigarano al pari dei Comuni più grandi, come abbiamo promesso in campagna elettorale. Con questa proposta innovativa ed interessante, soprattutto in un periodo così delicato, possiamo contribuire in modo decisivo a migliorare l’assetto del nostro paesaggio e ricavare dei benefici sia sul versante economico che ambientale.” Così il sindaco di Vigarano Mainarda, Davide Bergamini, commenta la proposta avanzata in piena linea con l’obbiettivo di mandato dell’amministrazione di Vigarano, quello dello sviluppo sostenibile del territorio. Una proposta che agevola la cittadinanza e le imprese artigiane, considerando che le tariffe dell’energia elettrica stanno raggiungendo livelli molto alti ed inoltre la micromobilità elettrica che sta diventando realtà soprattutto nelle piccole comunità; in aggiunta, il recepimento della direttiva europea RED II che incentiva la costituzione delle comunità energetiche rinnovabili e della condivisione dell’energia elettrica autoprodotta da rinnovabili.
Il gruppo di maggioranza chiede alla Giunta ed al sindaco Bergamini di agevolare la realizzazione di nuovi pergolati e gazebo secondo quanto già messo in campo dal Comune di Ferrara con circolare integrativa PG/2019/103507 del 09/12/2021, ovvero di far rientrare nel campo di edilizia libera pergolati e gazebo con copertura fotovoltaica di limitate dimensioni  e come da circolare sopraccitato.

Opportunità internazionali per startup e Pmi dell’Emilia-Romagna

Bologna, 2 febbraio 2022 – Un’opportunità per crescere sui mercati internazionali e avviare nuove relazioni a Parigi, Berlino e Londra. Regione Emilia-Romagne, ART-ER e Smau hanno aperto una call per selezionare 15 tra startup e Pmi innovative con sede nel territorio regionale, interessate a partecipare alle manifestazioni SMAU di Parigi (23-24-25 marzo), Berlino (27-28-29 aprile) e Londra (25-26-27 maggio). SMAU è una piattaforma europea di incontro e matching dedicata all’innovazione, articolata in un Roadshow annuale di appuntamenti territoriali, un evento internazionale a Milano, tappe all’estero. Con oltre 50.000 imprese provenienti da tutti i settori produttivi coinvolte ogni anno, SMAU è un riferimento per il dialogo direttamente con i protagonisti dell’ecosistema dell’innovazione italiano e internazionale. Le candidature dovranno essere inviate tramite il form presente sul sito EmiliaRomagnaStartUp entro venerdì 11 febbraio 2022, alle ore 13.00. Le manifestazioni di interesse saranno valutate da un comitato congiunto composto da ART-ER e SMAU. La call è riservata a startup o Pmi con i seguenti requisiti: sede legale e/o operativa in Emilia-Romagna; iscritte come “startup innovative” o “PMI innovativa” nella sezione speciale del Registro delle Imprese; contenuto innovativo del prodotto o servizio presentato; prodotto o servizio b2b o, se b2c, con interesse a partnership industriali e/o finanziarie; prodotto o servizio già industrializzato e pronto per il mercato, con interesse a sviluppo internazionale; linee tecnologiche di sviluppo coerenti con uno o più dei seguenti ambiti: Agrifood, Smart Manufacturing & Industry 4.0, Smart Communities, Mobility, eHealth, Retail, Travel, Fintech & Insurtech; disponibilità di referenze (clienti o Proof of Concept già realizzati) o, in alternativa, avere nella compagine sociale un’impresa già consolidata o essere stati oggetto di un investimento. La partecipazione all’iniziativa ha l’obiettivo di sviluppare relazioni commerciali, partnership industriali e finanziarie, progetti di open innovation e attività di co-innovazione
e favorire processi di cross-fertilization interregionale e internazionale. Insieme alle startup e PMI regionali, saranno presenti incubatori ed abilitatori, grandi imprese e esponenti delle  istituzioni in rappresentanza dei diversi ecosistemi regionali, circa 100 delegati a tappa. Oltre alla partecipazione agli eventi nelle tre città, organizzati con un format predefinito, e alla visibilità ai progetti d’impresa la call offre anche momenti di formazione per lo sviluppo dell’impresa. Le 15 realtà selezionate avranno  accesso ad un servizio di assessment dedicato con la direzione Smau e a incontri formativi e supporto sul tema internazionalizzazione organizzati da ART-ER.

FABIO BERGAMINI (LEGA): «INDISCREZIONI PARLANO DI PROCEDURE VALUTATIVE VIZIATE DA COMPORTAMENTI ARBITRARI. LA REGIONE CHIARISCA»

Il presente mandato delle dirigenze delle due aziende sanitarie ferraresi, ovvero l’Azienda Ospedaliero-Universitaria e l’Azienda Usl di Ferrara, è iniziato sotto l’auspicio di una prossima fusione delle rispettive realtà. Un processo finalizzato ad un risparmio economico, ad una semplificazione in termini di competenze e ad una migliore rispondenza rispetto alle esigenze di salute dei cittadini.
L’emergenza sanitaria tuttora in atto ha provocato alcune variazioni significative nelle modalità di intervento, con l’impiego di personale sanitario – solitamente collocato in altre unità – all’interno dei reparti Covid. La valutazione del personale è un processo annuale che dovrebbe essere garantito attraverso procedure standardizzate e trasparenti, finalizzate al riconoscimento delle competenze, al riconoscimento della qualità delle performance da parte dei professionisti quali, ad esempio, Infermieri e Oss. La delibera n. 227 del 27 settembre 2018 dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria definisce in maniera dettagliata, in tal senso, tutte le fasi obbligatorie del processo valutativo. Secondo il vigente regolamento dell’Azienda Ospedaliera Universitaria, i documenti riguardanti la valutazione non possono essere resi pubblici, mentre le informazioni in essi contenute possono essere utilizzate, previo consenso del professionista, da parte di Regione o Azienda, in forma anonima ed aggregata, nei sistemi di monitoraggio e controllo della qualità, e nei processi di valutazione attivati nelle diverse realtà coinvolte.
In previsione di una prossima convergenza delle due realtà aziendali, è auspicabile una uniformità nei processi di valutazione che non crei disparità tra professionisti qualificati, che operano in realtà diverse, ma per un medesimo obiettivo: la salute e la qualità della vita dei cittadini. Da alcune indiscrezioni, pare che le graduatorie sulla valutazione annuale delle competenze, da parte dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria, siano andate incontro ad alcuni vizi di forma.
Tra le criticità, vi sarebbe una valutazione eterogenea tra diverse posizioni. Una valutazione, insomma, che sarebbe stata caratterizzata da una certa “arbitrarietà”, senza reali forme di condivisione. Elementi tali da rendere nulli o impugnabili i risultati del lavoro stesso di valutazione.

Interroga la Giunta Regionale per sapere

Se quanto esposto corrisponde al vero. Quali sono state le ragioni che avrebbero portato ad utilizzi impropri delle graduatorie di valutazione.
Se è a conoscenza delle modalità con le quali si sarebbe arrivati a stilare le suddette graduatorie e se sono stati soddisfatti i criteri per una valutazione oggettiva e trasparente dei professionisti.
Se non si ritenga il caso di richiedere all’Azienda Ospedaliero-Universitaria la sospensione della suddetta graduatoria per i possibili “vizi” sulle procedure adottate. Se non venga ritenuto utile, ai fini del ripristino di una situazione di equità nel trattamento del personale, di sollecitare l’Azienda in questione a dare vita ad un tavolo tecnico nell’ottica della definizione di nuove regole.
Se non si ritenga necessario, altresì, stabilire criteri omogenei tra le diverse aziende, in modo da sgomberare il campo da qualsiasi dubbio sull’oggettività del processo valutativo
Fabio Bergamini

TORNA IL “TALENT ANTIMAFIA #NOI”: APERTE LE ISCRIZIONI

L’Associazione Antimafia #Noi presenta la terza edizione del “Talent Antimafia”, che si terrà il prossimo 16 luglio 2022. Anche quest’anno #Noi organizzerà un’intera giornata di manifestazioni nei beni confiscati ai clan, facendo rifiorire i territori attraverso la bellezza, la creatività, la cultura e l’arte. Grazie al “Talent Antimafia” l’associazione ha anche l’ambizione di tirare fuori i numerosi talenti presenti in Italia.
Il requisito fondamentale per l’ammissione al Talent dell’Associazione Antimafia #Noi è che qualsiasi pièce, componimento musicale, componimento narrativo/poesia, balletto abbia come tema la lotta alla mafia. Ci si può ispirare dunque a film, testi, musiche già esistenti, oppure creare un inedito, l’importante è che si ispiri allo slogan “No alla Mafia, sì alla legalità”. Il concorso è aperto a singoli o gruppi di qualsiasi età e l’esibizione non dovrà superare i 5 minuti. Si potrà scegliere di gareggiare in una delle quattro sezioni: musica, danza, teatro, narrativa/poesia. Per partecipare occorre inviare il video della propria opera (canzone, balletto, pièce teatrale, componimento narrativo/poesia, ecc.), in allegato all’indirizzo mail noiamanodisarmata@gmail.com, indicando nell’oggetto “IL TALENT DI NOI” e la sezione scelta (se il filmato ha dimensioni eccessive si può utilizzare il servizio di trasferimento file gratuito We Transfer, direttamente da internet). I prodotti dovranno pervenire, alla mail sopraindicata, entro e non oltre l’11 giugno 2022.
Una giuria qualificata valuterà le performance e i tre migliori candidati di ogni categoria potranno partecipare alla finalissima che si terrà il giorno 16 luglio 2022. Il primo classificato riceverà 1000€ (mille/00 euro) e la tessera gratuita dell’Associazione #Noi con cui potrà usufruire di tutte le
agevolazioni previste per i soci.

DOCUMENTI DA ALLEGARE ALLA MAIL D’ISCRIZIONE
a) Copia del documento d’identità del candidato.
b) Copia del pagamento di euro 10 (a persona) per la partecipazione al concorso da effettuarsi entro e non oltre l’11 giugno 2022 tramite bonifico bancario sul conto corrente dell’associazione Antimafia #Noi, Unicredit Banca IBAN IT06O0200803284000105317775 CAUSALE: Partecipazione Talent Antimafia.
c) Modulo per la privacy firmato e compilato (reperibile al link: https://www.noiassociazioneantimafia.org/wp/wp-content/uploads/2020/08/NOI- Informativa-privacy.pdf).
d) Se l’età del candidato non supera i 18 anni, inviare anche la liberatoria del genitore o tutore, per la partecipazione al concorso e per la presa visione del materiale visivo inviato esclusivamente a uso del “Talent Antimafia” (reperibile al link https://www.noiassociazioneantimafia.org/wp/wp- content/uploads/2020/08/liberatoria_minorenni.pdf). La giuria dell’associazione #Noi si impegna a non divulgare il materiale ricevuto, per nessuna ragione, su alcun mezzo di diffusione. Il materiale sarà usato solo e unicamente per procedere alla selezione. La domanda di partecipazione alla selezione implica l’accettazione del giudizio inappellabile della Commissione Esaminatrice.

Il libro: ‘In cammino’ , 40 anni del sindacato pensionati Cisl in Emilia-Romagna

Il ricordo è al centro del viaggio, narrato nelle pagine del libro, che percorre i primi 40 anni di vita del sindacato Pensionati Cisl (Fnp) in Emilia-Romagna con avvenimenti e testimonianze di donne e uomini che hanno contribuito a scrivere la storia della Fnp regionale.
Rilettura del passato, occasione per rivivere la memoria, cassaforte dove custodire ricordi, lettura ed interpretazione del presente più consapevole.
Tenere viva la memoria di quanto accaduto in questo importante periodo storico di vita della Fnp regionale significa valorizzare e condividere le esperienze vissute dai suoi protagonisti.
Nelle pagine del libro si snoda il racconto di una parte di ciò che è avvenuto in questi primi quarant’anni: la trasformazione del sindacato Pensionati della Cisl regionale da coordinamento a federazione, il contesto sociale, alquanto travagliato, che contraddistinse l’anno di nascita della Fnp in Emilia-Romagna, il resoconto in pillole dei congressi regionali, la nascita e l’evoluzione del Coordinamento Donne e dell’Anteas.
A fianco della storia, scritta sulla base di documenti cartacei custoditi nell’archivio della Fnp Cisl Emilia-Romagna e in archivi di istituzioni pubbliche, ci sono pagine autobiografiche di testimoni, alcune raccolte prima del ‘trasferimento di residenza dalla terra al cielo’ degli autori.
Abbiamo voluto questo libro -spiega Roberto Pezzani, segretario generale dei Pensionati Cisl (Fnp) dell’Emilia-Romagna- per non dimenticare la nostra storia: noi abbiamo il dovere morale di ricordarci sempre chi siamo e da dove veniamo. Solo così -osserva Pezzani- dopo 40 anni dal cammino intrapreso il 12 giugno 1981 (anno di costituzione della Fnp Emilia-Romagna) la Fnp può continuare il suo cammino per costruire, passo dopo passo, un nuovo futuro sempre a tutela delle persone anziane e dell’intera collettività”.
‘In cammino’ 40 anni del sindacato pensionati Cisl in Emilia-Romagna, a cura di Fausto Cuoghi, Edizioni Lavoro, è il secondo volume della collana editoriale Fnp Esploratori di futuro.
Fausto Cuoghi (Zola Predosa 1948) è laureato in Scienze politiche, indirizzo sociologico. Iscritto all’Ordine dei giornalisti dal 1986, collabora dal 2010 con la Federazione Cisl Pensionati Emilia-Romagna. Con Edizioni Lavoro ha curato il volume ‘La speranza ha i colori dell’arcobaleno. La pandemia nei racconti di uomini e donne con i capelli bianchi’

DIARIO IN PUBBLICO
La perdita delle consonanti

Se, nella settimana che ha portato all’elezione del presidente della Repubblica volessimo, come tento di fare, notare la pronuncia delle espressioni che la commentano, potremmo osservare che, come già aveva predetto Pier Paolo Pasolini, la lingua si adegua alla provenienza regionale.

Solo pochi anni fa la grande differenza era tra la parlata del Sud e quella Centro-Nordica, ma nel caso attuale il Sud adotta una dizione ‘neutra’ o meno riferibile alla dizione locale.

Ovviamente si parte da Roma.

Se ad una romana verace (prendiamo la première dame di Trastevere, vale a dire G.M.) le si chiedesse di esternare i dovuti auguri alla rielezione del capo dello Stato, si noterebbe subito un capovolgimento delle consonanti che perdono la in favore della b- e la t in luogo della d.

A questo punto l’evidente scempiatura delle doppie, propria ai ministri ferraresi Franceschini e Bianchi eredi della contigua parlata veneta, confermano la localizzazione regionale. In tal modo vanno menzionate le parlate di tanti altri grandi elettori provenienti dalle diverse regioni italiane.

Se al modo di esprimersi si associa la postura e il comportamento fisico si veda come trottavano indaffaratissimi i politici grandi elettori e non solo nelle loro apparizioni, senza nemmeno avere la cortesia per la salute pubblica di usare le ffp2 raccomandate (vedi quelle orride di stoffa esibite dal maggior rappresentante della Lega, M.S)!

E che dire dei commenti succhiati come caramelle dai soliti noti – sempre quelli – che implacabili novelle ‘Sibille Cumane’, con l’occhio acquoso e incollato al telefonino, sparano i prevedibili e inutili commenti!

Le ragazze commentatrici scuotono la bionda chioma esibendo tacchi 98, come la mia amata Lilli nei loro giubbotti di pelle, che fa sempre molto corrispondente di guerra.

Apprezzatissimo il noto V.S. che, come nelle più celebri sequenze dantesche, arrota i denti in una parlata che non riesce a nascondere i segni della provenienza ferrarese, tra il rosso acceso della sua bellissima casa.

E veniamo alla lingua principe, il toscano, gestito nella sua versione vernacolare da M.R. La scorpacciata di aspirate raggiunge livelli altissimi mentre esibisce un impeccabile soprabito degno dell’antico e magistrale artigianato toscano.

Frattanto sul tavolo s’accumulano libri e libri sulla Shoah e sul Giorno della Memoria. Da sempre contrario alle proposte avanzate dal direttore del Teatro Comunale di Ferrara, Moni Ovadia, sulla settimana delle Memorie.

Sempre più convinto dell’unicità della Shoah, leggo e metto in relazione le pagine di Primo Levi raccolte nel volume: Così fu Auschwitz. Testimonianze 1945-1989 con Leonardo De Benedetti, con la nuova edizione di una testimonianza fondamentale quale quella di Donatella Di Cesare [Qui]Se Auschwitz è nulla, Bollati Boringhieri,2022.

se auschwitz è nullaLa riflessione della Di Cesare illustre filosofa, da tempo sotto scorta per le ignobili minacce subite, prelude con un commento che spiega, se non tutto, molto sull’evoluzione del negazionismo: “Il negazionismo è una forma di propaganda politica che negli ultimi anni si è diffusa entro lo spazio pubblico coinvolgendo ambiti diversi e assumendo accenti sempre più subdoli e violenti” (ivi, p. 13).

In tal modo la Di Cesare commenta l’evoluzione nel ventunesimo secolo del negazionismo che si presenta in forma ‘politica’ : “… il negazionismo non è riducibile in nessun modo alla revisione ed è invece un fenomeno che può essere considerato solo alla luce della sua matrice complottistica” (ivi, p. 36), così che “Il  ‘complotto ebraico mondiale’ è il cardine del nuovo negazionismo nella sua versione più recente.” (ivi, p. 38)

Una considerazione che va tenuta ben presente nell’attuale situazione politico-economica mondiale.

Per leggere tutti gli altri interventi di Gianni Venturi nella sua rubrica Diario in pubblico clicca  [Qui]

VITE DI CARTA /
Fausto Coppi e la Livra, ovvero la leggerezza

 

Come ogni mercoledì ho attraversato la piazza del mio paese e le vie d’intorno per stare al mercato e respirarne l’atmosfera. È un rito, lo so bene, ma non ci posso rinunciare.

Stavolta non ho nemmeno fatto spesa di verdura e frutta, non mi serviva nulla che non avessi trovato proprio il giorno prima al supermercato. Però c’è stata una piccola avventura dello spirito, come accade spesso.

Piccola, ci tengo a ribadirlo, ed è questa.

La Livra, il soprannome di sempre, non compare nel necrologio che ho letto entrando nella piazza: ci sono cognome e nome e la bella età, 93 anni portati col sorriso fino all’ultimo giorno.

L’ho incontrata l’ultima volta in ottobre, proprio sul bordo di questa piazza, con una affettuosa badante seduta sulla stessa panchina. Ahi, ho pensato, non sei più sulla porta della tua casa a guardare chi passa stando in piedi a braccia conserte.

Abiti a due passi da qui e, se ti vedo seduta e scruto il tuo sorriso, trovo che è cambiato insieme a te, è più opaco, leggermente smarrito. Ma mi riconosci: non appena ti saluto e ti chiedo come stai, pronunci il mio nome e subito mi collochi nel passato che abbiamo in comune, quando i nostri appartamenti affacciavano sullo stesso cortile.

Ci vorrebbe mia madre, qui e ora, a tirare fuori dal cilindro dei ricordi una quantità di aneddoti più o meno faceti, che potremmo rivivere con leggerezza.

Io ero bambina e voi due giovani donne sposate: mia madre lavorava per una ditta che le consegnava a domicilio montagne di scarpe da cucire e tu seguivi la casa e la famiglia. Ma lei manca da oltre vent’anni e tu da qualche giorno, come mi ha appena detto il necrologio.

Nessuna di voi due è più qui, non mi rimane che la leggerezza. Mi arriva dai ricordi infantili (dalla vita) e dalle letture che ho in corso (dalla letteratura).

Il caso vuole che in queste settimane mi stia dedicando a conoscere la figura e l’opera poetica di Roberto Roversi [Qui]. È un primo approccio, frammentato in tanti brevi momenti in cui consulto i manuali e le storie della letteratura che ho nello studio, alternandoli con la lettura delle sue poesie.

fausto coppi roberto roversiIl testo che Roversi ha dedicato a Fausto Coppi [Qui] mi è apparso sullo schermo mentre navigavo in internet alla ricerca di un’altra sua raccolta. L’ho letto con rapimento e mi sono sentita catturare in particolare da tre versi: il primo recita “Coppi leggero leggero come un pensiero” e gli altri due “Fausto un gatto/anzi no, una livra”.

Eccola, la lepre stigmatizzata dal poeta, scegliendo la versione del nostro dialetto bolognese, la lepre che accende la scintilla, in cui si incontrano un ciclista eccezionale e una donna della mia infanzia.

Sul dizionario Treccani il lemma ‘lèpre’ recita nella prima accezione di significato: “Nome comune delle varie specie di roditori leporidi del genere Lepus, diffusi in tutto il mondo; hanno abitudini prevalentemente notturne, indole paurosa, udito finissimo con buona vista e olfatto; ottimi corridori, molto veloci e resistenti, sono uno dei capi di selvaggina più comuni e ricercati”. E più avanti sul suo valore simbolico: “È talora assunta come simbolo o metafora della velocità nel correre, della timidezza, della sospettosità”.

Ho trovato il tratto semantico che cercavo, posso uscire dal dizionario e tornare alle due figure umane in cui la qualità principale dell’animale, la sua velocità nella corsa, è stata fissata come uno stigma. Roversi abbrevia la similitudine, non usa il come per il confronto con Coppi, ma utilizza una metafora netta, “Fausto un gatto…, una livra”.

Quanto alla mia simpatica compaesana, il soprannome inchioda anche lei a quella sua agilità nei gesti e nella camminata. Nei paesi o nei quartieri di città usava (e usa ancora) identificare le persone con un soprannome.

Ora la nostra Livra trovava espressa nel suo la dote della velocità in senso letterale, secondo la variante della dantesca legge del contrappasso che fa corrispondere per analogia la qualità e la persona.

Potrei citare altresì il caso di un mio coetaneo piuttosto robusto che veniva chiamato Trasparént in ossequio all’altra variante, quella secondo cui la corrispondenza avviene in modo contrario.

Mi piacerebbe divagare su nomignoli, apostrofi e soprannomi paesani, alcuni sono un vero spasso linguistico, ma torno a lei. La vicina di casa giovane e poco esperta, che dalle finestre aperte nella stagione calda sentivamo camminare in lungo e in largo nel cortile, tra casa, lavanderia e bassocomodi.

Parlava tra sé e sé e la voce era spesso alterata dall’ansia di fare bene i lavori di casa, attività in cui metteva tanto impegno, ma in cui l’organizzazione di giorno in giorno si manteneva difettosa. Vedevamo le sue gambe magre avvicinarsi alla finestra sotto la quale mia madre lavorava alle sue preziose scarpe: aveva sempre un lavoro venuto male di cui discolparsi, un consiglio da chiedere. A volte un prestito.

Temeva il giudizio del marito, che al rientro dal lavoro le chiedeva cosa avesse fatto durante il giorno, non trovando pronta la cena o non ancora asciutti i suoi indumenti. Eppure la sua giornata era piena di battute di spirito e risatine.

Anche Coppi sapeva dissimulare la fatica lungo i percorsi di montagna, sapeva attaccare e arrivare da solo al traguardo della corsa dopo una lunga lunghissima fuga solitaria. Mio padre lo vide correre al motovelodromo di Ferrara, quando ancora non era famoso, e rimase conquistato dal suo portamento timido e dalla gambe esili, che in realtà sapevano pedalare come delle bielle d’acciaio. Quella per Fausto Coppi rimase poi una fede assoluta fino all’ultimo giorno.

Mi rimane la leggerezza, dicevo. In quella forma che Italo Calvino nella prima delle sue Lezioni americane definisce “una immagine figurale di leggerezza che assuma un valore emblematico, come, nella novella di Boccaccio, Cavalcanti che volteggia con le sue smilze gambe sopra la pietra tombale”. Presso il Battistero di Firenze scavalcò infatti con un balzo solo un imponente sarcofago e si liberò della sgradita brigata di Betto Brunelleschi – dice Boccaccio – “sì come colui che leggierissimo era”.

Tuttavia questa definizione non basta. La leggerezza attiene anche alle parole con cui formuliamo le nostre narrazioni e i ricordi, e consiste – mi soccorre di nuovo Calvino – in “un alleggerimento del linguaggio, per cui i significati vengono convogliati su un tessuto verbale come senza peso”.

Le parole aleggiano come “un pulviscolo sottile” sopra le cose, agiscono per astrazione. Direi, distillano dalla distanza che si sono date i significati che vanno a immettere nella comunicazione.

Della Livra e di Fausto Coppi ci arriva da un lato l’essenza figurale della lepre che corre veloce e del gatto dal passo felpato, dall’altro la parola che rende lei e il Campionissimo leggeri come pensieri.

Nota bibliografica:

  • Italo Calvino, Lezioni americane. Sei proposte per il nuovo millennio. Garzanti, 1988
  • Giovanni Boccaccio, Decameron, Garzanti, 1974 (novella di Guido Cavalcanti, VI,9)
  • Roberto Roversi, Quando Coppi e Bartali correvano in bicicletta (L’Espresso, 29 luglio 1979)

 

Per leggere gli altri articoli e indizi letterari di Roberta Barbieri nella sua rubrica di Mercoledì, clicca [Qui]