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da: organizzatori

Un centinaio di persone ha assistito domenica sera alla presentazione di P(=)ssibile a Ferrara, sfidando il caldo estivo e appassionandosi e partecipando al dibattito. Ospite d’eccezione dei promotori dell’iniziativa, Sergio Armanino e Mario Castelluzzo, l’europarlamentare Elly Schlein, che ha seguito Pippo Civati nell’uscita dal Partito democratico „non senza fatica e travaglio, perché in quel progetto avevamo creduto e investito“ , ha ricordato la Schlein, oggi a infoltire il gruppo degli ex dem nella nuova esperienza di P(=)ssibile.
Nell’attesa dell’ospite, i promotori hanno brevemente illustrato P(=)ssibile (www.possibile.com ), la sua fase fondativa che proseguirà sino al 31 ottobre, la scelta di costruire il partito dal basso, con la creazione di circoli territoriali con un minimo di 10 e un massimo di 50 iscritti, i temi da cui il partito inizia il suo cammino, ossia gli argomenti legati alla riforma elettorale, al Jobs Act, allo Sblocca Italia e le grandi opere, alla riforma sulla scuola, con l’aggiunta di una campagna dedicata alla legalizzazione della cannabis.

L’europarlamentare italiana Elly Schlein, membro del comitato organizzatore di Possibile, è tornata sulla struttuta del prtito e, parafrasando Tiziano Terzani, ha affermato che l’obiettivo è partito politico di sinistra e “organizzato orizzontalmente”, aggiungendo che dal disagio di non riuscire a condividere alcune scelte dirimenti del Governo Renzi è nata l’esigenza di abbandonare il Partito Democratico insieme a Civati. Come il decreto Sblocca Italia, che “ripropone un modello di sviluppo sbagliato” o „i troppi compromessi con soggetti politici con i quali non ci si doveva nemmeno alleare”, e che hanno portato a norme anticorruzione “diluite solo per compiacere Alfano”.

Ancora, la Schlein ha ripreso il tema della cultura e dello straordinario patrimonio dell’Italia: “Ci hanno detto per anni che con la cultura non si mangia, e si sono mangiati la nostra cultura” e, ricordando il compianto Alexander Langer, l’esigenza di valorizzare „anche le nostre abitazioni in senso ecologista“. Non è mancato un riferimento al reddito minimo, con l’Italia „uno die due Paesi europei a non prevedere questo tipo di sostegno“, ma sottolineando anche l’urgenza di affrontare temi quale il fine vita, i matrimoni fra persone dello stesso genere, la parità fra uomo e donna, indicando nel simbolo di P(=)ssibile quell’uguale come particolarmente qualificante.

La Schlein, con un pizzico d’orgoglio, ha anche rivendicato la battaglia vinta, assieme a Sergio Cofferati, al Parlamento europeo con la risoluzione passato a larghissima maggioranza sulla lotta contro l’evasione, l’elusione e i paradisi fiscali nei Paesi in via di sviluppo.

In chiusura, l‘appuntamento a Firenze, al PolitiCamp del 17-18-19 luglio per un dibattito franco sui contenuti da dare all’azione di Possibile, con la possibilità d’intervento da parte di tutti i partecipanti. La stessa che hanno avuto l’altra sera gli astanti, intervenendo su argomenti ancora d’attualità, quali sanità pubblica, acqua pubblica, investimento publico sull’innovazione, lavoro e occupazione giovanile.

Al termine è stato lanciato il tesseramento a Ferrara: a giorni l’ufficializzazione della nascita del primo circolo estense di P(=)ssibile.

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Riceviamo e pubblichiamo


PAESE REALE

di Piermaria Romani

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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