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da: ufficio stampa Comune di Comacchio

Con l’intento di stimolare le capacità degli alunni, sensibilizzandoli al rispetto della Natura e alla conoscenza del ciclo biologico degli ortaggi partirà a breve un nuovo entusiasmante progetto scolastico, frutto della collaborazione tra l’Amministrazione Comunale, gli Istituti comprensivi di Comacchio e Porto Garibaldi, il Polo scolastico agroalimentare Estense (Vergani-Navarra) e l’Auser di Ferrara. E’ stato infatti presentato questa mattina a Palazzo Bellini il progetto “Orti urbani a scuola”, “idea concepita insieme all’assessore Stafano Parmiani – ha commentato l’assessore alla Pubblica Istruzione Alice Carli -, dopo aver visto quelli realizzati a Ferrara dagli studenti del Vergani-Navarra. La coincidenza e la fortuna hanno voluto che la dirigente scolastica, la prof.ssa Monti che ringrazio – ha aggiunto l’Assessore Carli – abbia ottenuto la reggenza a Comacchio. Dobbiamo concentrarci sui prodotti a costo zero e questa iniziativa diventerà parte integrante della scuola e della comunità. Per questo ringrazio anche tutti i protagonisti di questa affascinante avventura, finalizzata a vivere il verde a scuola, a conoscerlo e a rispettarlo.” Come ha sottolineato Giorgia Mezzogori, funzionaria del Servizio Pubblica Istruzione che segue il progetto con la responsabile apicale Patrizia Buzzi, si è creata una rete che coinvolge le istituzioni scolastiche, il Comune di Comacchio e l’Auser per attivare un progetto improntato al benessere e alla salute sin dalla più giovane età, grazie al contatto con l’ambiente, incentivando il rapporto generazionale tra alunni e nonni. Presente alla conferenza stampa infatti anche Giuseppe Luciano Gardellini, in rappresentanza dell’Auser di Ferrara con cui l’Amministrazione Comunale siglerà a breve una apposita convenzione, al fine di curare gli orti scolastici anche durante la chiusura estiva delle scuole. Saranno le classi terze e quarte delle scuole primarie di Comacchio, San Giuseppe e Porto Garibaldi chiamate per prime alla realizzazione del progetto, insieme ad una classe media di Porto Garibaldi e alla scuola dell’infanzia del Lido degli Estensi. “Da anni i nostri ragazzi curano i giardini della Prefettura, del Castello, della Questura – ha sottolineato la dirigente scolastica Roberta Monti – e ora anche qui il progetto diventerà realtà, grazie alla sinergia con il Comune, gli insegnanti e i nonni che ringrazio, così come i bimbi, protagonisti assoluti.” Claudia Artioli dell’Istituto Navarra ha realizzato una bella ‘coreografia conviviale’ con gli ortaggi, a testimoniare l’importanza assegnata al tema trattato. E’ poi intervenuta Ines Cavicchioli, dirigente scolastica reggente dell’Istituto comprensivo di Porto Garibaldi, la quale, ribadendo l’entusiasmo per l’adesione ad un progetto educativo che unisce l’amore per la Natura a quello per il cibo, ha aggiunto che “prenderà sicuramente piede in fretta, perché è sostenuto da una gran voglia di fare, da parte di tutti.” Mario Cirelli, insegnante dell’Istituto Vergani-Navarra ha delineato gli obiettivi da cogliere, evidenziando l’importanza dell’auto-produzione e dell’auto-consumo. “Oltre all’orto urbano, faremo anche dei semenzari – ha spiegato il docente – con la messa a dimora di semi e per seguire passo passo lo sviluppo delle piante utilizzeremo bottiglie di plastica. Insegneremo che cosa si mangia dopo il ciclo di produzione – ha concluso-.”

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COMUNE DI COMACCHIO


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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