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Da: Ufficio Stampa Gruppo Lega Emilia-Romagna

Il consigliere regionale della Lega, Gabriele Delmonte, ha pubblicato sulla sua pagina Facebook un video nel quale, in appena 7 minuti, condensa le dichiarazioni choccanti del presidente della commissione regionale Sanità, Paolo Zoffoli, per il quale: “L’attivazione della presenza di un ginecologo h24 negli ospedali periferici costituirebbe un elemento di rischio e produrrebbe frintendimenti e false aspettative nella popolazione”

Ora non ci sono più dubbi né possibilità per “giocare” a fare promesse che strizzano l’occhio agli abitanti dell’Appennino con l’unico obiettivo delle elezioni del prossimo 26 gennaio. Il Pd regionale ha prima chiuso i Punti nascita e ora non vuole nemmeno reintrodurre la presenza h24, sette giorni su sette, di un ginecologo in quegli ospedali periferici che i Dem hanno già reso orfani dei Punti nascita.

La verità è condensata in un video di 7 minuti, realizzato dalconsigliere regionale della Lega, Gabriele Delmonte, e pubblicato sulla sua pagina Facebook (https://www.facebook.com/GabrieleDelmonteLega/videos/582879989150345/), che riassume le dichiarazioni rilasciate ieri, nel corso dell’Assemblea legislativa, (chiamata ad esprimersi su una Risoluzione – poi bocciata – che impegnava la Giunta a riattivare la presena di un ginecologo h24 e sette giorni su sette negli ospedali di Pavullo nel Frignano e a Castelnovo Monti ndr) dal presidente della commissione regionale Sanità, Paolo Zoffoli, del Partito democratico. Per il consigliere dem “l’eventuale attivazione della reperibilità ginecologica negli ospedali periferici costituirebbe un elemento di rischio in quanto comporterebbe rischi aggiuntivi connessi all’allungamento dei tempi per il trasferimento delle partorienti nei Punti nascita. E, dunque, produrrebbe fraintendimenti e false aspettative nella popolazione”

Dichiarazioni-choc che il consigliere regionale della Lega, Delmonte, ha prontamente smontato: “Come è razionalmente possibile che la presenza h24 di un ginecologo in un ospedale di montagna possa rappresentare un fatto di rischio? Forse il rischio di essere curata e presa in carico in caso di un parto di emergenza, evitando i rischi connessi al dover percorrere 60-80 chilometri per recarmi all’ospedale Hub più vicino? E in che modo può generare false aspettative? Le donne non sono stupide: sanno distinguere quello che è un ginecologo da quello che è un Punto nascite. Se ho un’emergenza mi rivolgo sempre e comunque al presidio medico piu vicino, dopodiché, nel caso mi trasferiranno. Il problema vero degli abitanti e delle gestanti del nostro Appennino è rappresentato dagli spostamenti, soprattutto nel periodo invernale quando la neve ostacola i trasferimenti su strada, e non certamente quello di allungare h24 la presenza di un ginecologo nei nosocomi periferici di montagna”.

Eloquente della “discutibilità” delle dichiarazioni del presidente della commissione Sanità dem, Zoffili, è il fatto che anche il consigliere di “Emilia Romgna coraggiosa, ecologista”, Igor Taruffi, esponente della sinistra estrema e compagno in maggioranza del Pd, si sia è dissociato dalle parole espresse nell’intervento del dem, sottolineando come “Zoffili non ha rappresentato la posizione della maggioranza”.

Il video leghista si conclude con la dichiarazione inequivoca di Zoffili, il quale ribadisce apertamente che “Nel caso si decidesse di mantenere i Punti nascita aperti si riattiverebbe un percorso sbagliato”.

“Acclarato come la chiusura dei Punti nascita in montagna, essendo materia di competenza regionale, sia solo ed esclusivamente responsabilità del governatore Stefano Bonaccini e della sua Giunta, ribadiamo la promessa che, quando a guidare la Regione sarà la Lega, metteremo in campo tutte le misure necessarie per riaprire i Punti nascite garantendone i parametri di sicurezza richiesti dal Comitato percorso nascite nazionale” ha concluso Delmonte.

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