Skip to main content

Nelle limpide sere di questo inverno incipiente la mia via, che porta un nome così patriottico, XX settembre, ma che un tempo era un argine del canale che conduceva in centro, appare priva di luci natalizie. Solo all’angolo di Porta Romana occhieggiano timidamente due striscioni voluti dal garagista e dal venditore di ami e canne da pesca. I palazzi sontuosi restano avvolti tra il buio che avanza e il riflesso in cielo delle luci di altri quartieri. Eppure proprio al mezzo della via noi del quartiere dovremmo esser fieri di avere negozi così elegantemente preziosi.
C’è il bar dove il sorriso luminoso di Antonella ci accoglie mentre i pelosi tra fuori e dentro attendono briciole della pappa umana. E’ il nostro Dog’s Café. Sul bancone i giornali cittadini squadernano le notizie del borgo natio. Accanto il formidabile Mauro esibisce dolci e pani fragranti serviti con grazia da una ragazza che ha gli occhi più azzurri che io abbia visto. Luigi detto Gigi acconcia con maestria le chiome umane, mentre la sua pelosa Chicca dorme sonni da giusta sul suo imperiale lettuccio. Un po’ più avanti il mitico Ciano, il biciclettaio più bravo del mondo, impartisce severe lezioni di tecnica ciclistica all’ormai quarta generazione di suoi clienti adoranti e mi urla mentre sfreccio su una carcassa bianca rossa e verde, che mi ha venduto per la paura che ho che mi venga sottratta la mia Bianchi gran lusso 1954 regalo del nonno, “Ciao mitico profe…”.
Un poco più in su tra marmi e cippi in esposizione regna sovrana la volpina/o (?) più piumosa/o che abbia mai accarezzato. Di fronte, in un elegante palazzo, domina Ada l’unica vera rivale che nella via abbia la mia Lilla. Traversa con noncuranza il giardino tra l’abitazione padronale e il bellissimo B&B sorto nel palazzo. Frattanto si avvicina il boxer che vive in zona lusso di fronte al Palazzo di Ludovico il Moro sede del Museo Archeologico di Spina. Un poco più in là, in via Cantarana Alessandra, mia nipote vive con due figli adolescenti, due cani, tre gatti e un coniglio! Altri cani che men conosco stanno lieti nell’ultima parte di XX settembre. Ecco! Wisky arriva dai dintorni, mai tenuto al guinzaglio, e compie evoluzioni strepitose anche in mezzo alla via. Di sera poi l’incontro tra razze, i saluti, i baci e gli annusamenti si fanno frenetici, vero paradiso del melting pot. Giotto ormai diciottenne faticosamente si trascina, mentre dall’angolo della via esce una shih tzu elegantissima che accompagna il suo altrettanto elegante compagno umano, medico.
Di fronte, le ragazze, Mia e Sandra, mamma e figlia, attendono pazienti che il padrone che fa la pizza più buona che conosca apra il negozio mentre dall’altra parte i coalizzati cagnolini guardano bramosi le due apparentemente severissime bull terrier del pizzaiolo che, a chi passa, mostrano la pancia per rapida carezza. Altro che cani cattivi! Arriva correndo un giovane beagle che si unisce alla compagnia e a passi frettolosi ci si dirige verso la piazzetta davanti al Monastero di Sant’Antonio in Polesine dove gli umani nelle belle sere ciangottano del più del meno. Poi nel tempo qualche peloso non appare più e allora il silenzio si fa profondo quando l’umano solo attraversa la via. Stella frattanto, a cui la compagna umana cuce i cappottini più eleganti che abbia visto, scodinzola nervosamente quando gli umani, entrambi artisti, mi mettono al corrente delle novità del loco. C’è poi tutta la colonia di Via Ghisiglieri e dintorni; ma di quelli si parlerà altra volta. Qualche passo ancora e una lampada a petrolio indica un buonissimo ristorante che riceve prenotazioni solo via internet; per il resto è chiuso, ma quando apre file ininterrotte di macchine dimostrano la sua celebrità. E s’arriva così alla chiesa dove con passo incerto una signora viene accompagnata dal suo buonissimo peloso nel primo banco. Poi, all’incrocio, due star: un golden retriver che si degna di accompagnare il famoso universitario suo nonno e che Lilla dal palazzo di fronte guarda con bramosia. All’angolo nello stesso palazzo, ma dietro un cancello di ferro, guarda sdegnosetto un collie bianco e nero che ringhia ai maschi ma lancia languidi sguardi alle belle del loco, tra cui l’impudica Lilla che nonostante l’età sa di essere bella.
Mancano altri pelosi molto conosciuti come quello del Sindaco o quella del proprietario del noto negozio di abbigliamento, ma altri continuano a vivere con dignità e amore.

Dunque, anche se il quartiere non ha le luminare ha negozi, persone, pelosi di altissima qualità e soprattutto ha dignità.
Al quartiere non verrebbe mai in mente di firmare in un luogo sacro alla memoria, in un luogo dunque dove la lingua, la dignità che la lingua deve esprimere, affida il proprio pensiero, nel Memoriale dell’Olocausto di Gerusalemme, una dedica scritta nella non-lingua dei twitter: “Da papà, da uomo, solo dopo da ministro, il mio impegno, il mio cuore, la mia vita xché questo non accada mai più e xché i bimbi, tutti i bimbi, sorridano”. Xchè questa ignoranza non ci bolli per sempre!

tag:

Gianni Venturi

Gianni Venturi è ordinario a riposo di Letteratura italiana all’Università di Firenze, presidente dell’edizione nazionale delle opere di Antonio Canova e co-curatore del Centro Studi Bassaniani di Ferrara. Ha insegnato per decenni Dante alla Facoltà di Lettere dell’Università di Firenze. E’ specialista di letteratura rinascimentale, neoclassica e novecentesca. S’interessa soprattutto dei rapporti tra letteratura e arti figurative e della letteratura dei giardini e del paesaggio.

PAESE REALE

di Piermaria Romani

PROVE TECNICHE DI IMPAGINAZIONE

Top Five del mese
I 5 articoli di Periscopio più letti negli ultimi 30 giorni

05.12.2023 – La manovra del governo Meloni toglie un altro pezzo a una Sanità Pubblica già in emergenza, ma lo sciopero di medici e infermieri non basterà a salvare il SSN

16.11.2023 – Lettera aperta: “L’invito a tacere del Sindaco di Ferrara al Vescovo sui Cpr è un atto grossolano e intollerabile”

04.12.2023 – Alla canna del gas: l’inganno mortale del “mercato libero”

14.11.2023 – Ferrara, la città dei fantasmi

07.12.2023 – Un altro miracolo italiano: San Giuliano ha salvato Venezia

La nostra Top five
I
 5 articoli degli ultimi 30 giorni consigliati dalla redazione

1
2
3
4
5

Pescando un pesce d’oro
5 titoli evergreen dall’archivio di 50.000 titoli  di Periscopio

1
2
3
4
5

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
Oggi Periscopio ha oltre 320.000 lettori, ma vogliamo crescere e farsi conoscere. Dipenderà da chi lo scrive ma soprattutto da chi lo legge e lo condivide con chi ancora non lo conosce. Per una volta, stare nella stessa barca può essere una avventura affascinante.  Buona navigazione a tutti.

Tutti i contenuti di Periscopio, salvo espressa indicazione, sono free. Possono essere liberamente stampati, diffusi e ripubblicati, indicando fonte, autore e data di pubblicazione su questo quotidiano.

Francesco Monini
direttore responsabile


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it


Ti potrebbero interessare