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mannekin pisIl Manneken Pis la celeberrima statuina di Bruxelles alta una cinquantina di centimetri è ormai nella mentalità maschile corrente il referente artistico più citato, in quanto nell’immaginario popolare per la ‘pissa’ di una certa età si propongono infiniti rimedi e pilloline.

Quanto alla donna invece è il Push Up ciò che infiamma il desiderio femminile: la ‘tetta erta’.push up

Su queste due immagini si costruiscono fortune che fanno dimenticare pandemie e lockdown.

Ma la continua ricerca che continuo a condurre sui canali tv più frequentati m’informano dell’orrido che avanza e che piace tanto agli italioti di ogni età. C’è ad esempio un programma il cui titolo leggermente blasfemo mette in mostra concorrenti mezzi scemi, che si combattono a suon di musica e danza. Si chiama Gli Amici di Maria. Ogni spiegazione del titolo risulta puramente pleonastica. Si passa poi agli orrori della cronaca quotidiana, dove veri (?) giudici comminano pene e premi a situazioni familiari egregiamente rappresentate da attori di strada, o giù di lì e il solenne titolo Forum ne è la garanzia. Infine l’ossessione della Eredità, che ogni sera mi vede perdente per la mia vergognosa ignoranza su quesiti sportivi, tiene ancora bene a causa anche delle due bambolotte smorfiosette chiamate professoresse e l’indubbia capacità del conduttore Flavio Insinna.

la città delle cento meraviglie
Ne La città dalle 100 meraviglie ovverossia I misteri della città pentagona. (Roma, Casa d’Arte Bragaglia, s.d. (novembre 1923). Copertina di Annibale Zucchini) Filippo de Pisis [Qui] mette in luce tra sarcasmo e ironia le lordure e non solo i pregi della ‘Frara’ da lui amata e studiata.

 

la poetica della meravigliaOra un nuovo libro ripropone la figura e la qualità della scrittura depisisiana: Miriam Carcione, La poetica della meraviglia. Filippo de Pisis scrittore, Bulzoni editore, Roma, 2021.
Finalmente si ripropone la figura del grande scrittore/pittore con una aggiornata bibliografia e con un’attenzione alla storia del testo, che sembra sia stata sempre più dimenticata in questi decenni.

La lettura di quel testo mi scaraventa nei meandri più infimi di ciò che a Ferrara, città del Worbas ( e non hélas come sfugge alla penna dell’introduttrice del libro del ‘Worpas’), è accaduto in questi giorni. Una nutrita schiera di persone, si parla di 300/400  l’8 maggio si è riunita per partecipare alla manifestazione titolata No paura day Ferrara in Piazza Castello, ad ascoltare tanti interventi che, come suona la recensione, sono stati “di scrittori, medici, farmacisti, naturopati, giuristi tutti attivisti per la Difesa della Libertà e la fine immediata dello Stato d’Emergenza.”

Peccato che molti di loro erano privi di mascherina, oltre a non rispettare le distanze di sicurezza. Da qui sono scattate le sanzioni, che hanno multato parecchi di loro, ma hanno innescato una sgradevolissima polemica con il proprietario dell’hotel Annunziata, che aveva protestato per la mancanza di attenzione a quelle regole che così faticosamente i più attenti si sono date. A questo punto il proprietario dell’hotel, che aveva espresso un parere molto equilibrato, viene attaccato nel modo più subdolo, in quanto uno dei promotori spedisce a Booking.com una relazione sull’albergo insultante e priva di verità, il cui titolo è già un esempio della livorosa e indecorosa recensione: “Albergo in perfetto stile DDR Germania dell’est”. L’estensore è un avvocato che non esita ad esprimere una opinione naturalmente legittima, visto che viviamo in una democrazia, ma che esprime una falsità di contenuti così evidente da sollevare l’indignazione di moltissimi nei social.
Non è proprio una decorosa medaglia che i No paura day si sono appuntata.

Ma ormai la città dalle cento meraviglie non ci risparmia nulla, pur nel tentativo – questo sì laudabile – di promuovere forme avanzate di cultura. Non mi addentro sul generoso input che ha spinto tanti fruitori del servizio bibliotecario a manifestare in difesa delle biblioteche pubbliche, promosso dal gruppo che si riconosce nell’associazione Salviamo le biblioteche ferraresi.

Resterebbe da parlare del docu-film in lavorazione sul “giardino che non c’è”, promosso tra gli altri da Dani e Noa Karavan e che riguarda ovviamente l’ubicazione o la realtà del famoso giardino del libro omonimo di Giorgio Bassani. Ho partecipato con grande emozione e compartecipazione ad una intervista che mi è stata fatta proprio a Casa Minerbi nel Centro studi bassaniani da solo e con Portia Prebys. La sensazione che ho avuto, e che spero sarà confermata a film realizzato, che si tratti di una pietra importante portata alla conoscenza del mondo e dell’arte del grande scrittore ferrarese.

 Per leggere gli altri interventi di Gianni Venturi nella sua rubrica Diario in pubblico clicca  [Qui]

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Gianni Venturi

Gianni Venturi è ordinario a riposo di Letteratura italiana all’Università di Firenze, presidente dell’edizione nazionale delle opere di Antonio Canova e co-curatore del Centro Studi Bassaniani di Ferrara. Ha insegnato per decenni Dante alla Facoltà di Lettere dell’Università di Firenze. E’ specialista di letteratura rinascimentale, neoclassica e novecentesca. S’interessa soprattutto dei rapporti tra letteratura e arti figurative e della letteratura dei giardini e del paesaggio.

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Pescando un pesce d’oro
5 titoli evergreen dall’archivio di 50.000 titoli  di Periscopio

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
Oggi Periscopio ha oltre 320.000 lettori, ma vogliamo crescere e farsi conoscere. Dipenderà da chi lo scrive ma soprattutto da chi lo legge e lo condivide con chi ancora non lo conosce. Per una volta, stare nella stessa barca può essere una avventura affascinante.  Buona navigazione a tutti.

Tutti i contenuti di Periscopio, salvo espressa indicazione, sono free. Possono essere liberamente stampati, diffusi e ripubblicati, indicando fonte, autore e data di pubblicazione su questo quotidiano.

Francesco Monini
direttore responsabile


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