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Odio l’estate,
il sole che ogni giorno ci scaldava,
che splendidi tramonti dipingeva
adesso brucia solo con furor…

Chi non ricorda la canzone, cavallo di battaglia di Mina?
E materialmente il sole brucia con furor anche qui nelle valli tra i prati in fior, mentre contemplo boschi e cascate sotto la minacciosa presenza dei 30 gradi. Abolite le passeggiate oltre i venti minuti, vezzeggiato da Delberta e Peter che ci scortano in luoghi incantevoli. Ogni giorno, per fortuna, il ritorno allo Zum Engel il nostro fantastico hotel, è assicurato dai ragazzi – cavalli – Poldo e Paghira, che trotterellano scuotendo dubitosi la testa ai miei tentativi di farmeli amici.

E nella landa infuocata? A ‘Ferara’, per intenderci, che accade?
S’avverte il nuovo?
Le pagine del più autorevole quotidiano cittadino parlano di grandi attività della nuova giunta: armi alla polizia municipale, sgombero campi rom, rivoluzioni previste nel campo culturale. E io a crogiolarmi al fresco, si fa per dire, en attendant Godot.
Devo confessare, pieno di vergogna, che comincio a stancarmi della ‘città delle 100 meraviglie’ ormai ripetitiva in ogni sua decisione: anche quella del cambiamento. Associazioni culturali smarrite, almeno a parole. L’eterno ritorno dell’uguale, come proclamava Friedrich Nietzsche, che se ne intendeva! E così dagli con Palazzo dei Diamanti o Palazzo Massari! Mentre la vibrata protesta di Ranieri Varese e Roberto Pazzi sulla Palazzina Marfisa non ha riscontri.

Come dire: si sta ungarettianamente in attesa.
Di cosa?
Spero di saperlo, o perlomeno di intuirlo, in autunno.

Mi aspetta, dopo Sterzing, il Laido degli Estensi con i suoi immutabili riti sempre più declassati. E’ stata tolta al bagno la possibilità di accedere all’ultima fila di ombrelloni in bicicletta; così ci accontenteremo di un ombrellone in zona giochi, appena varcata la soglia dello stabilimento. Sai che divertimento! Ma ormai alla categoria degli anziani questo e altro per punirli di esserci.

Qui, nel paradiso verde, invece, è tutto un fiorire di nonni che operano prodezze per la gioia dei nipoti. Io mi limito a due o tre vecchie versioni di ‘facce’, ma compio il mio dovere assistendo alle prodezze dei ‘veri’ nonni che, come m’insegna Fiorenzo Baratelli tra una sottile interpretazione della scrittura pavesiana e un commento politico, rimane mio maestro e mia guida anche se ancora si proclama discepolo. Non è il caso di commentare perché ancora non ho preso contatto con la nuova realtà della amministrazione. Il Centro studi bassaniani procede alla grande sotto la illuminata guida della curatrice Portia Prebys che riceverà gruppi di studiosi dall’estero per tutta l’estate e ha appena registrato un’intervista con la radio olandese. A settembre presenteremo a Firenze alla Syracuse University il grande volume su Bassani da noi curato, ‘Vivere è scrivere’, e io m’appresto a organizzare un altro volume fotografico su Ferrara per l’editrice Sate. Il vecchietto perciò spera in una ‘civil conversazione’ con la nuova amministrazione, pur non nascondendo le sue solite e mai sconfessate scelte politiche, né volendo ricorrervi per dialogare con la nuova amministrazione.

Guardo i fiori del giardino ‘dell’Angelo’ e penso con terrore in quale stato troverò il mio giardino ferrarese; ma confido ancora nella forza trainante di Bassani e Leopoldo Cicognara, i miei ferraresi.

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Gianni Venturi

Gianni Venturi è ordinario a riposo di Letteratura italiana all’Università di Firenze, presidente dell’edizione nazionale delle opere di Antonio Canova e co-curatore del Centro Studi Bassaniani di Ferrara. Ha insegnato per decenni Dante alla Facoltà di Lettere dell’Università di Firenze. E’ specialista di letteratura rinascimentale, neoclassica e novecentesca. S’interessa soprattutto dei rapporti tra letteratura e arti figurative e della letteratura dei giardini e del paesaggio.

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Pescando un pesce d’oro
5 titoli evergreen dall’archivio di 50.000 titoli  di Periscopio

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
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Tutti i contenuti di Periscopio, salvo espressa indicazione, sono free. Possono essere liberamente stampati, diffusi e ripubblicati, indicando fonte, autore e data di pubblicazione su questo quotidiano.

Francesco Monini
direttore responsabile


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