Skip to main content

Appena sposati ci trasferimmo in un piccolo appartamento vicino a quello dove abitavano Efisio e Luciana. Nacque il problema di come arredarlo con pochi soldi ma con cose di gusto. Le tende comprate a Firenze da Hassler, la vecchia e brutta libreria, il bellissimo capoletto regalo dei suoceri. Urgeva soprattutto un tavolo da studio e pieno di speranze mi rivolsi a Efisio che immediatamente e trionfalmente mi propose un frat(t)ino seicentesco. Ingolosito galoppai a vederlo ed ecco trionfalmente mi viene esibito un tavolinuccio assai grezzo con evidenti inserti moderni ma dall’aria simpatica. Storsi la bocca ed Efi che conosceva il suo pollo disse che il prezzo era veramente speciale per un tavolo autentico. A questo aggiungeva due bellissimi candelieri di legno che avrebbero poi avuto i paralumi della signora Laura Fink e quindi il tavolo venne sistemato davanti alla libreria con i ‘bambini’ (i libri) stipati dietro. Eravamo veramente orgogliosi del fratino e a chi veniva facevo notare l’eleganza (?) del tavolo e la sua comodità illusoria perché era basso e non sopportava una sedia normale inserita. Tuttavia mi piaceva e lì componevo le sudate carte mentre l’attività degli amici si espandeva.
Aprirono un bellissimo negozio in un lato della chiesa dei Teatini e lì, ormai affermati antiquari, ci si vedeva con gli amici mentre Efisio con aria indifferente mi mostrava bellissime cose che non avrei mai potuto permettermi. Poi dopo iterati e sempre andati a vuoto inviti a vedere Tavolara, l’isola dove Efisio era una specie di monarca e che era la passione di mio cognato Romano che con occhi sognanti mi raccontava della natura selvaggia, della tendopoli, della vita naturale che vi si svolgeva tra i brividi miei compresi il sistema della toilette e soprattutto del vento che mi rese fino ai settanta anni e passa out quell’isola. Una sera mi affacciai al negozio con la mia Lilla prima di cui ero orgoglioso e mi trovai vicino ai nobili cani dei Chinelli e dell’amica Ippolita. La Lilla festosa si precipitò a richiedere le carezze che s’attendeva ma venne accolta da sonore risate da loro che mi domandavano dove avevo raccolto quello ‘scherz’ di natura. Odio furioso non placato nemmeno dalla vista di uno splendido carillon ottocentesco. Frattanto colleghi fiorentini nelle loro scappate ferraresi vennero messi in contatto con i Chinelli e da allora visite frequenti li portarono qui per arredare le loro case con gli oggetti e i mobili proposti dai ferraresi . Frattanto il fratino traslocò nel bell’appartamento che affittammo in via Contrari di fronte al campanile del Duomo e da quel momento il tavolo assunse importanza e si dette delle arie. Traslocò in seguito nel nostro appartamento di Firenze dove serviva anche da tavolo da pranzo; infine ha ora una (quasi) stabile sistemazione al L(a)ido degli Estensi non più usato come tavolo da lavoro ma come tavoli da pranzo.

La scomparsa di Efisio è un duro colpo per chi lo ha conosciuto così intimamente nel corso di una vita. Il tempo ci toglie le persone care ma non il ricordo.
Ciao Efisio.

tag:

Gianni Venturi

Gianni Venturi è ordinario a riposo di Letteratura italiana all’Università di Firenze, presidente dell’edizione nazionale delle opere di Antonio Canova e co-curatore del Centro Studi Bassaniani di Ferrara. Ha insegnato per decenni Dante alla Facoltà di Lettere dell’Università di Firenze. E’ specialista di letteratura rinascimentale, neoclassica e novecentesca. S’interessa soprattutto dei rapporti tra letteratura e arti figurative e della letteratura dei giardini e del paesaggio.

Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
Oggi Periscopio ha oltre 320.000 lettori, ma vogliamo crescere e farsi conoscere. Dipenderà da chi lo scrive ma soprattutto da chi lo legge e lo condivide con chi ancora non lo conosce. Per una volta, stare nella stessa barca può essere una avventura affascinante.  Buona navigazione a tutti.

Tutti i contenuti di Periscopio, salvo espressa indicazione, sono free. Possono essere liberamente stampati, diffusi e ripubblicati, indicando fonte, autore e data di pubblicazione su questo quotidiano.

Francesco Monini
direttore responsabile


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it