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Interventi:
Giulio Felloni presidente provinciale Ascom Confcommercio
Matteo Musacci presidente provinciale Fipe Confcommercio

“Come Ascom e Fipe Confcommercio abbiamo fatto proposte e promosso incontri sul tema calotte; le nostre imprese avevano sollevato appunto numerose e fondate perplessità e dubbi su un sistema di raccolta dei rifiuti che di fatto – come evidenziano le cronache quotidiane – non sta funzionando. In particolare i dubbi vengono avanzati dal mondo alberghiero e dei ristoratori – prosegue Giulio Felloni – anche noi abbiamo evidenziato questa mancata concertazione delle modalità della raccolta. Ritengo non si possa pensare di risolvere un problema molto sentito da cittadini ed imprese cercando di porre in antitesi le associazioni di categoria . Il Comune dovrebbe fornire invece su questo come su altri temi risposte chiare e condivise e non alzare inutilmente i toni del confronto ” conclude Felloni
“Dopo il nostro incontro ci aspettavamo sinceramente – spiega Matteo Musacci – in queste ultime settimane delle risposte esaustive. Ad esempio sui costi: quanto si pagherà? È tempo di bilanci preventivi: quanto dobbiamo iscrivere alla voce Rifiuti ? Non si può dare un servizio obbligatorio (e senza concorrenza) non conoscendo le tariffe. Si andrà ancora a metri quadri? I conferimenti indifferenziati saranno proporzionali ai metri quadri? Ai coperti? Un ristorante è diverso da un pub, ma finora la tariffa, calcolata a metri quadri, è stata la stessa, ma i rifiuti sono molto diversi. Hera ha recepito una norma regionale nel modo più economico: i conferimenti a numero e non a peso. Quindi i rifiuti indifferenziati vanno tenuti in azienda ma alcuni sono antigienici (ad esempio i mozziconi di sigaretta). L’Usl che ne pensa? In centro, plastica e carta hanno giorni di ritiro porta a porta e i sacchi vanno esposti in un lasso di tempo (13-14). E chi apre solo la sera? Deve tornare in azienda perché se lo lasci la sera prima ti multano. Categorie come supermercati, hotel, pubblici esercizi non possono essere trattati con l’indifferenziata a conferimento come uffici o privati; le associazioni sottolineano un problema che esiste a monte: Comune ed Hera non hanno condiviso con le categorie il nuovo metodo di raccolta. Chiediamo di sapere, ed in definitiva, come funzionerà il servizio raccolta rifiuti a partire dal 2018; quali saranno i costi in capo alle imprese e sopratutto quanto potrà risparmiare, conti alla mano, ogni azienda se si comporta secondo i parametri ed i criteri virtuosi dal punto di vista ambientale. Certo differenziare costerà di più (ad esempio la formazione dei dipendenti) ma deve essere altrettanto chiaro (e non vago come finora) che chi si comporta bene dovrà avere un risparmio effettivo e non simbolico. Le nostre imprese stanno già differenziando: il servizio deve essere efficace ed efficiente e non deve rappresentare un aggravio per le imprese” chiude Musacci.

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ASCOM FERRARA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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