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da: ufficio stampa Comune di Ferrara

“L’Amministrazione comunale di Ferrara conferma il proprio impegno a sostegno delle persone non autosufficienti e delle loro famiglie con particolare attenzione agli interventi per le persone anziane e con disabilità. Una chiarezza, però, è necessaria: queste risorse, stanziate dalla Regione Emilia Romagna con stabilità negli ultimi anni, sono ripartite alle Conferenze territoriali sociali e sanitarie e ai 38 Distretti.
I fondi di Ferrara sono inseriti in quelli del Distretto Centro nord che coinvolge anche i territori di: Masi Torello, Voghiera, Copparo, Berra, Formignana, Iolanda di Savoia, Ro e Tresigallo.
I fondi assegnati al nostro distretto sono calati nel 2015 sia per l’effetto del riequilibrio con gli altri distretti sia per l’esaurimento dei residui trascinati dagli anni precedenti (spesi per servizi ai cittadini nel corso del 2014), non per una scelta politica di ridurre il sostegno alle situazioni di fragilità, connesse a condizioni di non autosufficienza.
Basti pensare che il comune di Ferrara, con proprie risorse, ha stanziato per il 2015 Euro 226.000 per integrare gli assegni di cura per gli anziani ed ha investito 1.200.000 euro per l’integrazione scolastica dei bambini e ragazzi con disabilità (nel 2012 le risorse investite per questa voce sono state 750.000).
Per il 2016 – viste le riduzioni operate al Distretto Centro Nord per riequilibrare le risorse che negli anni passati aveva avuto in più rispetto agli altri distretti della provincia di Ferrara – abbiamo dovuto fare delle scelte certamente non facili ma necessarie.
Un esempio ne è il contributo dato alla Cooperativa Integrazione Lavoro per l’accompagnamento di persone che, su indicazione del medico o del centro di riabilitazione S. Giorgio, dovevano andare a fare attività fisica nella nuova palestra di “Esercizio Vita” alla quale abbiamo dato un contributo di 15.475 euro nel 2014 e di 14.000 euro nel 2015. Per questa attività è necessario un ripensamento considerando che non è stato ipotizzato nessun filtro (di reddito, di gravità della patologia) sulle persone che accedevano. Contemporaneamente stiamo ripensando anche tutto il sistema “Giuseppina/Muoversi” degli accompagnamenti sociali.
Crediamo che sia necessario affrontare il tema dell’accessibilità dei servizi sanitari in modo più ampio e non tanto sui singoli progetti e in questo senso nei prossimi mesi si procederà ad un coinvolgimento di servizi e organismi del Terzo Settore per valutare e condividere le priorità sui servizi e sulla sostenibilità del nostro sistema di welfare.
Nella giornata di lunedi 14 dicembre abbiamo incontrato le due cooperative per condividere la necessità di ulteriori e specifici approfondimenti da concordare in tempi brevi.
Assessore Chiara Sapigni
Assessore Simone Merli “

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COMUNE DI FERRARA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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