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da: organizzatori

Dieci anni di Libera a Ferrara.
Insieme si può fare la differenza

Una serata dedicata ai ricordi, ma anche e soprattutto al futuro: è “Dieci anni di Libera Ferrara”, la cena organizzata venerdì sera a Voghiera dai volontari del Coordinamento Provinciale di Libera-Associazioni, nomi e numeri contro le mafie, in collaborazione con il Presidio Studentesco di Libera Giuseppe Francese e la Pro Loco di Voghiera per il decennale del gruppo ferrarese dell’associazione fondata da don Luigi Ciotti.
A Donato La Muscatella, attuale referente del Coordinamento, il compito di fare un bilancio dei risultati conseguiti dalla fondazione nel 2006. Più di settanta incontri pubblici, dai seminari alle cene della legalità; l’intitolazione al giornalista vittima della camorra Giancarlo Siani della Sala Stampa del Palazzo Comunale, di un’aula del Tribunale di Ferrara al magistrato Rosario Livatino assassinato in Sicilia, di una via ferrarese a Peppino Impastato e della piazza dedicata a tutte le vittime innocenti delle mafie a Voghiera.
Fin qui la memoria, ma c’è anche l’impegno attraverso la creazione di una rete di collaborazioni con diverse realtà sul territorio: nel 2011 è stata firmata la convenzione con Unife, in questi anni sono stati svolti progetti in 10 istituti scolastici della provincia e realizzate iniziative in collaborazione con diverse associazioni e con la Camera del Lavoro di Ferrara. Nel 2013, in collaborazione con la Pro Loco di Voghiera, è iniziato il progetto “Voghiera e Libera per restituire vita alla terra”, che vede impegnati i volontari delle due associazioni per recuperare attrezzature agricole in favore di chi lavora i terreni confiscati alla criminalità organizzata. Un progetto che “stabilisce un legame fra due territori a vocazione agricola e rappresenta un aiuto concreto per le cooperative di Libera Terra che lavorano sui territori confiscati”, ha sottolineato La Muscatella.
Insieme a lui, Mara Biondi, la referente del Presidio Libera del Centopievese Barbara, Giuseppe e Salvatore Asta, che ha parlato del primo campo di E!state Liberi in un bene confiscato a Pieve di Cento, e Daniele Lugli, primo referente del Coordinamento. “I contributi più grandi che ho dato sono stati: dimettermi quando sono stato nominato difensore civico per l’Emilia Romagna, passando il testimone a questi ragazzi che hanno dato un nuovo impulso alle attività del gruppo, e l’ultimo atto che ho fatto proprio come difensore civico, un’iniziativa regionale nel 2013 sui rischi di infiltrazioni mafiose nella nostra regione dopo il terremoto”, ha detto Lugli scherzando.
Tutto il resto della serata è stato dedicato al futuro: ai ragazzi del Presidio studentesco Giuseppe Francese, nato nel 2013 dopo un incontro con i coetanei bolognesi del Presidio Mauro Rostagno, e agli studenti delle scuole della provincia che hanno partecipato ai progetti del Coordinamento nel corso dell’ultimo anno.
“Se ci chiedessero cos’è Libera – ha affermato Lorenzo Bissi, referente del Presidio Studentesco ferrarese – la risposta sarebbe istintiva: Libera è un sentimento, è la voglia di fare, di cambiare le cose, il desiderio di giustizia, la solidarietà con l’altro, specie se in difficoltà”. Un impegno e un entusiasmo che i ragazzi hanno dimostrato da subito, non solo negli incontri con i loro coetanei e nella partecipazione alle manifestazioni nazionali dell’associazione fondata da don Luigi Ciotti: dal 21 marzo del 2014 a Latina, alla Nave della legalità che li ha portati a Palermo per ricordare la strage di Capaci, fino al corteo del ventennale a Bologna e a quello del 21 marzo 2016 a Reggio Emilia, la città del processo contro la ‘ndrangheta emiliana.
Loris, dell’Istituto Vergani-Navarra, ha raccontato dell’esperienza a Teano nei terreni confiscati gestiti dalla Cooperativa Al di là dei sogni: lui e altri sei suoi compagni in febbraio hanno piantato 1.800 ulivi dove prima sorgeva un pescheto, distrutto da un incendio nel luglio 2015. Un’esperienza di formazione resa possibile dal progetto “Voghiera e Libera per restituire vita alla terra”, che in questi anni ha coinvolto anche altri ragazzi del Liceo Dosso Dossi di Ferrara e dell’Iiis di Argenta nella messa a nuovo e nella decorazione di mezzi agricoli per le cooperative Al di là dei Sogni (Sessa Aurunca in provincia di Caserta) e Rita Atria (Castelvetrano in provincia di Trapani).
Quest’anno un nuovo camioncino risistemato e decorato verrà consegnato alla Cooperativa Terre di Puglia a Mesagne in provincia di Brindisi (partenza l’8 luglio 2016).
Linda, di Argenta, ha raccontato del campo di “E!state Liberi” sui terreni confiscati a Cerignola in Puglia nel 2015: tappa conclusiva di un percorso di educazione alla legalità ideato in collaborazione da Spi-CGIL Ferrara, dal suo Coordinamento Donne, dal Coordinamento Provinciale e dal Presidio Studentesco “Giuseppe Francese” di Ferrara di Libera. E poi soprattutto la partecipazione a fine maggio a una delle udienze del processo Aemilia: un caso apparso anche sui giornali perché è stata contestata la presenza di minori in aula. “E’ stato strano vedere quelle persone che non ci volevano lì, sentire il loro astio”, ha detto Linda riferendosi alla reazione dei famigliari degli imputati, che avrebbero rimproverato i ragazzi di “tornare a casa a studiare”. “Ci hanno fatto venire ancora più voglia di rimanere lì, perché stavamo studiando e imparando: non la teoria che si apprende dietro i banchi di scuola, ma vivendo un’esperienza diretta”.
Un episodio questo al quale aveva fatto riferimento anche Donato La Muscatella in apertura: “quello del Presidente Francesco Maria Caruso è stato un atto coraggioso e importante, avrebbe potuto mandare fuori i ragazzi minorenni perché in effetti l’articolo 471 del codice di procedura penale consentirebbe ai soli maggiorenni di assistere al processo. Invece, dopo aver ascoltato dagli insegnanti accompagnatori le motivazioni per cui gli studenti erano in aula, ha deciso di derogare alla disposizione perché essere lì aveva una finalità sociale ed educativa”. “Questa, per quanto ne so, è la prima ordinanza in Italia a esprimere in questi termini il principio della formazione alla legalità”, ha sottolineato La Muscatella.
Informazione e formazione per una cittadinanza più consapevole e solidale: insieme si può fare la differenza. Questo è il messaggio con il quale il Coordinamento ha dato a tutti appuntamento alla festa per i prossimi dieci anni.

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Caro lettore

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Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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