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da: Federica Cesarini – press office IJF

Si è conclusa la X edizione del Festival Internazionale del Giornalismo, 5 giorni in cui la città di Perugia è diventata un luogo di incontro e di confronto per le tante voci di chi fa giornalismo, dei professionisti dell’informazione, dei cittadini che vogliono contribuire, del pubblico che vuole partecipare. Il bisogno di raccontare e condividere storie è da sempre la cifra distintiva del Festival che ormai è il più importante media event nel panorama internazionale.
55-65mila il numero di presenze stimate per l’edizione 2016.
259 gli eventi, tutti a ingresso libero, dei quali 85 in traduzione simultanea – tra incontri-dibattito, talk, interviste, serate teatrali, premiazioni, presentazioni di libri, case history, startup, nuove realtà e tendenze editoriali – in 17 luoghi del centro storico di Perugia.
14 gli alberghi prenotati a Perugia solo dall’organizzazione del Festival per speakers e accompagnatori, per un totale di 1850 camere nei 5 giorni.
549 i relatori provenienti da 34 paesi diversi, più di 2000 i giornalisti accreditati, oltre 170mila le visite al sito internet (il sito in inglese ha registrato un incremento del 20%).
Youtube > i dati sono aggiornati fino all’9 aprile, mancano ancora i dati dell’ultimo giorno: 35mila gli accessi per i video del canale youtube; 7mila ore di visualizzazione dal vivo e on demand. 12mila le visualizzazioni in diretta streaming e 23mila visualizzazioni globali on demand. Sono stati trasmessi in diretta streaming tutti gli eventi in 10 diverse sale.
Per la grande affluenza di pubblico, tre incontri sono stati replicati, grazie alle disponibilità degli speaker: Alberto Angela, Lirio Abbate ed Enrico Mentana.
Twitter > l’hashtag #ijf16 ha prodotto circa 50mila tweet dal 6 al 10 aprile, provenienti da circa 10mila utenti diversi (e da 4 continenti). Picco di tweet raggiunto: 1.724 tweet in un ora alle ore 12.00 di sabato 9 aprile. L’hashtag #ijf16 è entrato tra i trending topics per tutti 5 i giorni in Italia, Svizzera, Germania e Stati Uniti. L’account @journalismfest ha guadagnato attorno ai 1400 follower dal 6 al 10 aprile. La Card (annuncio evento) dell’evento Frontiere: giornalisti, fotografi, scrittori raccontano la tragedia dei migranti ha raggiunto 14mila impressions.
Il tweet più condiviso è stato quello del video dell’evento Raqqa is Being Slaughtered Silently: il coraggio di raccontare la Siria sotto l’ISIS, twittato mezz’ora dopo il termine dell’incontro, raggiungendo circa 20.700 visualizzazioni. I tweet dell’account ufficiale @journalismfestival hanno raggiunto una media di 100.000 visualizzazioni al giorno.
Gli eventi più seguiti su Twitter sono stati Raqqa is Being Slaughtered Silently: il coraggio di raccontare la Siria sotto l’ISIS e i Talk di Iyad El-Baghdadi e di Peter Greste, dimostrando una particolare attenzione del pubblico per le problematiche legate al Medio Oriente e ai diritti umani.
Facebook > 440mila sono state le visualizzazioni dei contenuti del festival, 120mila tra ‘mi piace’, clic sui post, commenti e condivisioni durante i 5 giorni. 1500 nuovi ‘mi piace’ sulla pagina.
50mila le visualizzazioni dei video nativi su facebook. Il video più visto, caricato direttamente sulla piattaforma facebook, è stato quello relativo l’inaugurazione della scultura Anything to Say? con 20mila visualizzazioni. La Card più visualizzata: la pubblicazione sulla pagina fan del Festival di una frase pronunciata da Alberto Angela nel corso del suo incontro, visto da 122mila persone.
Curiosità: la fascia di pubblico più ampia che interagisce con la pagina fan ufficiale del Festival, comprende le donne tra i 25 e i 34 anni (il 24% dei fan). La maggior parte degli utenti si è connessa ed ha interagito con il Festival da dispositivi mobile.
Tre eventi del Festival sono stati trasmessi in diretta dall’account facebook ufficiale del Guardian: #ThisIsACoup: come l’Unione Europa ha distrutto il primo governo Tsipras con 167mila visualizzazioni, Può un robot fare il giornalista? raggiungendo 3mila visualizzazioni e Giornalismo e Silicon Valley con 3mila utenti in diretta. Inoltre, l’account del Guardian ha realizzato un video della scultura Anything to Say?, trasmesso in diretta su facebook con 2700 visualizzazioni.
Tra la novità di quest’anno il Festival ha offerto un servizio di informazioni in tempo reale sulla nuova piattaforma di messaggistica Telegram, con un BOT creato per l’occasione che ha ricevuto un totale di 2500 richieste.
L’edizione 2017 del Festival si svolgerà a Perugia dal 5 al 9 aprile. L’hashtag ufficiale: #ijf17

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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