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da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

Tornano per il secondo anno i premi internazionali dedicati alle inchieste video che saranno assegnati a Riccione dal 23 al 25 giugno 2016. Aumentano le categorie, giuria internazionale presieduta da Gavin MacFadyen. Il commento dell’assessore Mezzetti.

Bologna – Tornano per il secondo anno i DIG Awards, premi internazionali dedicati al giornalismo d’inchiesta video che saranno assegnati a Riccione durante il DIG Festival, in programma dal 23 al 25 giugno 2016. Tante le novità di questa edizione del concorso, nato dalla ventennale esperienza del Premio Ilaria Alpi e organizzato dall’Associazione DIG-Documentari Inchieste Giornalismi.
La prima novità riguarda proprio l’Associazione DIG, che quest’anno entra a far parte del Global Investigative Journalism Network, la più importante rete mondiale del giornalismo investigativo. Si conferma così la vocazione all’inchiesta di DIG, che già nel nome contiene un rimando esplicito al lavoro di tutti quei giornalisti che “scavano” (dig, in inglese) alla ricerca della verità. E si rafforza anche la vocazione internazionale dei DIG Awards, creati per premiare l’eccellenza giornalistica e mettere in rete reporter e videomaker italiani e stranieri.

Questa vocazione internazionale è confermata dalla composizione della giuria. Il nuovo presidente è un mostro sacro del giornalismo anglosassone, Gavin MacFadyen, direttore del Centre for Investigative Journalism di Londra e responsabile, dal 1970, di oltre 50 programmi d’inchiesta per Bbc, Channel 4 e Pbs. Nella sua carriera MacFadyen si è occupato dei temi più disparati – dal lavoro minorile alla tortura sino al Watergate e ai legami tra la mafia e Frank Sinatra – e ha condotto inchieste in tutto il mondo, filmando spesso sotto copertura.
Con lui entrano in giuria altri tre grandi nomi, in rappresentanza di tre realtà strategiche del giornalismo investigativo: John Goetz, reporter della tv pubblica tedesca Ard; Nils Hanson, icona dell’inchiesta scandinava e della tv svedese Svt; Sarah Harrison, giornalista e consulente legale di WikiLeaks, protagonista della fuga di Edward Snowden nel 2013. I nuovi giurati si aggiungono ad altri nove grandi professionisti: Alexandre Brachet, fondatore della casa di produzione francese Upian; Riccardo Chiattelli, direttore di Laeffe; Corrado Formigli, autore e presentatore di Piazza pulita (La7); Monica Maggioni, presidente Rai; Marco Nassivera,direttore dell’informazione per l’emittente franco-tedesca arte; Alberto Nerazzini, giornalista freelance; Juliana Ruhfus, reporter di Al Jazeera; Andrea Scrosati, presidente di Sky Italia; Margo Smit, giornalista e dirigente della tv pubblica olandese Nos.

Aumentano le categorie di concorso, ben sei. Da segnalare la sezione Focus on Italy, che assegna un premio di produzione di 20.000 euro al miglior progetto d’inchiesta video dedicato all’Italia (iscrizioni aperte fino al 16 maggio). Il vincitore è scelto in una sessione di pitching in cui gli autori presentano il loro progetto alla giuria e a una platea composta da società di produzione, distributori e rappresentanti dell’autorevole Journalism Fund. Un appuntamento unico in Italia e un’opportunità preziosa per tutti i finalisti, che quest’anno raddoppiano e salgono a dieci. Intanto, grazie all’attualità dei temi trattati e all’interessamento di Sky Italia, sono già due i progetti del 2015 trasformati in inchieste tv: il vincitore Italian offshore, sulle trivellazioni al largo delle coste italiane, e Follow the paintings, sui traffici illeciti nel mondo dell’arte.
Le altre cinque sezioni di concorso premiano invece opere prodotte: inchieste televisive (Investigative), reportage video di lunga durata (Long reportage), reportage video inferiori ai 26 minuti (Short reportage) e lavori di data journalism (Data). Per sostenere la diffusione del linguaggio video tra le testate online, viene infine introdotta la sezione Digital, riservata a inchieste e reportage video creati per siti d’informazione (durata massima 12 minuti). In queste sezioni le iscrizioni terminano il 31 marzo.

“Per dieci anni ho visto questo festival trasformarsi e affermarsi come un evento chiave per la nostra professione in Italia” dichiara Marco Nassivera, storico giurato del concorso sin dai tempi del Premio Ilaria Alpi. “La mia partecipazione alla giuria dei DIG Awards è prima di tutto una questione di lealtà. Fedeltà a una squadra che è riuscita ad adattarsi alle sfide del momento e aprirsi a una dimensione internazionale. Fedeltà anche e soprattutto alle idee difese dai DIG Awards. In una fase di moltiplicazione delle piattaforme di trasmissione e globalizzazione dei mezzi di informazione, è più che mai importante promuovere il giornalismo investigativo: giornalismo che si prende il suo tempo per decifrare la notizia e portare a un pubblico adulto chiavi intelligenti per capire il mondo.”

“Non è stato facile raccogliere l’eredità di un evento prestigioso com’è stato il Premio Ilaria Alpi” aggiunge Massimo Mezzetti, assessore regionale a Cultura, Politiche giovanili e Politiche per la legalità. “Loscorso anno, con la prima edizione, avevamo auspicato per i DIG Awards un consenso che varcasse i confini nazionali. Le importanti novità che ne caratterizzano il secondo anno di lavoro non hanno disatteso le aspettative. È pertanto un onore per la Regione Emilia-Romagna poter essere nuovamente parte attiva di questa esperienza, contribuendo alla diffusione di un giornalismo responsabile e autorevole, nonché alla preservazione di un patrimonio culturale e sociale, necessario a promuovere azioni formative – e informative – di cittadinanza responsabile”.

DIG Academy e DIG Festival
DIG non è solo un concorso, ma sostiene durante tutto l’anno i professionisti dell’informazione. Per questo è nata DIG Academy, programma di alta formazione per giornalisti con grandi reporter europei come docenti. Si parte il 4 marzo con un corso di 36 ore, divise in due weekend, sui fondamenti del giornalismo investigativo: un appuntamento speciale, aperto a 20 giornalisti e organizzato a Riccione (Villa Lodi Fè) in collaborazione con Enaip e Regione Emilia-Romagna.
La formazione prosegue anche durante il DIG Festival, in programma dal 23 al 25 giugno a Riccione con alcuni appuntamenti speciali a San Marino. Oltre a ospitare la cerimonia di consegna dei DIG Awards e le proiezioni delle inchieste finaliste, il DIG Festival propone infatti mostre, incontri pubblici e una ventina di seminari accreditati dall’Ordine nazionale giornalisti ai fini della formazione continua. Numerosi gli argomenti trattati nei seminari, in un confronto continuo tra professionisti italiani e stranieri. Due le linee tematiche: l’innovazione dei linguaggi e le tecniche dell’approfondimento, strumento ideale per la ricerca di ogni possibile verità.

Dichiara Renata Tosi, sindaco di Riccione: “Il ritorno dei DIG Awards e il Festival è la conferma di un appuntamento di qualità dedicato al giornalismo d’inchiesta, al quale la città di Riccione anche quest’anno guarda con grande attenzione. È un’occasione imprescindibile per i professionisti dell’informazione, una manifestazione dall’ampio respiro internazionale, che apre una finestra sul lavoro dei grandi reporter e videomaker italiani e stranieri. Gli eventi si svolgeranno nel cuore della città, dove saranno ospitati anche i seminari formativi rivolti ai giornalisti. Il sistema della nostra ospitalità sarà pronto ad accogliere non solo i giornalisti, ma anche i grandi protagonisti della cultura e della politica. È una vetrina prestigiosa, nel mese di giugno, e le nostre strutture ricettive ed economiche saranno pronte a regalarle la migliore accoglienza.”
Nel 2015 la Repubblica di San Marino aveva partecipato al festival ospitando un’importante mostra dedicata al fotoreporter Livio Senigalliesi e anche quest’anno rinnova la sua partecipazione. Il segretario di Stato all’istruzione e alla cultura Giuseppe Maria Morganti conferma l’adesione al progetto e agli scopi più nobili del giornalismo d’inchiesta: “La collaborazione di San Marino ai DIG Awards si sta consolidando attraverso la forma espressiva, il fotoreportage, ma ancora più definendo la sfera della ricerca critica che analizza i motivi che generano ingiustizia, ragione oggettiva dei conflitti”.

DIG Awards, DIG Academy e DIG Festival sono iniziative organizzate dall’Associazione DIG Documentari Inchieste Giornalismi in collaborazione con il Comune di Riccione e la Repubblica di San Marino, con il patrocinio della Regione Emilia-Romagna, dell’Ordine dei Giornalisti, della Scuola Holden e dell’Associazione Stampa estera.

Clicca qui per vedere il bando.

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Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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