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da: ufficio stampa e promozione Big Time

E’ con grande piacere che annunciamo le prime date dell’“E forse sono pazzo tour”.
Una prima serie di concerti che vedranno DIODATO esibirsi dal vivo con la sua band nelle maggiori città italiane partendo dalla sua Puglia (Bari 18/04 e Lecce 19/04) per poi toccare Milano (30/04), Roma (3/05), Venezia (10/05), Torino (16/05) e Bologna (17/05).

Parallelamente all’attività live Diodato sarà sempre ospite, ogni domenica in collegamento, della trasmissione “Che tempo che fa”, condotta da Fabio Fazio su Rai 3.
Con le sue “canzoni in un minuto”, ogni volta con un brano diverso, renderà omaggio ai grandi autori della musica italiana.

VENERDI 18 APRILE – BARI – TEATRO KISMET
SABATO 19 APRILE – LECCE – MASSERIA OSPITALE
MERCOLEDI 30 APRILE – MILANO – ARCI BIKO
SABATO 3 MAGGIO – ROMA – ANGELO MAI ALTROVE OCCUPATO
SABATO 10 MAGGIO – VIGONOVO VENEZIA – STUDIO 2
VENERDI 16 MAGGIO – TORINO – BLAH BLAH
SABATO 17 MAGGIO – BOLOGNA @ LOCOMOTIV CLUB

Continuano inoltre gli showcase di presentazione del disco nelle librerie voce e chitarra:

DIODATO IN STORE

MERCOLEDI’ 26 MARZO – NAPOLI – ore 18:30 – Fonoteca – Via Morghen, 31
VENERDI’ 28 MARZO – BARI – ore 18:30 La Feltrinelli – Via Melo, 119
SABATO 29 MARZO – TARANTO – 18:00 Casa Del Disco – Via di Palma, 64
MARTEDI’ 1 APRILE – MILANO – ore 19:00 – Santeria – Via Paladini, 8°
MERCOLEDI’ 2 APRILE – BOLOGNA – ore 19:00 – SEMM Music Store – V. Oberdan 24/F
GIOVEDI’ 3 APRILE – FIRENZE – ore 18:00 – Ibs.it Bookshop – Via de’ Cerretani,16/R
VENERDI’ 4 APRILE – FERRARA – ore 18:00 Ibs.it Bookshop – Piazza Trento e Trieste
SABATO 5 APRILE – PADOVA ORE 19,30 – 23cdstore Via Barbarigo 2.

Esce infatti la nuova edizione dell’esordio discografico di DIODATO, “E forse sono pazzo”, con l’aggiunta del brano “BABILONIA” in gara al 64m o Festival di Sanremo nella sezione nuove proposte.

La partecipazione al Festival di Sanremo di DIODATO è arrivata a conclusione di un percorso partito dalla pubblicazione, lo scorso Aprile, del cd di esordio “E forse sono pazzo”, passando per la colonna sonora del nuovo film di Daniele Luchetti “Anni felici” con l’unica cover del disco (Amore che vieni, amore che vai di Fabrizio De Andrè), e la vittoria allo scorso Medimex del premio “Artista dell’anno” indetto dalla piattaforma musicale on demand Deezer.

DIODATO con la sua opera prima è riuscito a sintetizzare la melodia del bel paese con il graffio del rock d’oltremanica, pubblicando un disco con cui si è imposto all’attenzione generale come uno dei più interessanti nuovi cantautori rock.
Dal disco sono stati estratti due singoli ed altrettanti video: “Ubriaco” e “Amore che vieni amore che vai”, rilettura del classico di Fabrizio De Andrè, unica cover del disco, inclusa nella colonna sonora del film “Anni felici” di Daniele Luchetti.

“Babilonia”, presente in questa nuova edizione, è anche un video, visibile a questo link:

TRACKLIST

MI FAI MORIRE
UBRIACO
MA CHE VUOI
E FORSE SONO PAZZO
I MIEI DEMONI
PANICO
CAPELLO BIANCO
PATOLOGIA
AMORE CHE VIENI, AMORE CHE VAI
SE SOLO AVESSI UN ALTRO
E NON SO NEANCHE TU CHI SEI
GLI ALBERI
BABILONIA (*)

(P) 2013 Le Narcisse, distribuito da Goodfellas su Licenza Le Narcisse.
(*) (P) 2013 Le Narcisse, distribuito da Goodfellas su Licenza ETNAGIGANTE S.r.l.

Tutti i brani sono scritti da Diodato eccetto Amore che vieni, amore che vai scritta da Fabrizio De André. Arrangiati da Diodato, Daniele Fiaschi, Duilio Galioto, Danilo Bigioni, Alessandro Pizzonia e Daniele ‘ilmafio’ Tortora.
Prodotto, registrato e mixato da Daniele ‘ilmafio’ Tortora.
Registrato presso il Clivo Studio, Roma e il Nowhere Studio, Roma.

Musicisti presenti nel cd:
DIODATO – voce, cori, fischi, interferenze vaticane, aqua bells, pianoforte e batteria,
DUILIO GALIOTO – wurlitzer, interferenze vaticane, organo, pianoforte, mellotron, ms20 e cori
DANIELE FIASCHI – chitarre elettriche, chitarra acustica, chitarra magica e cori
DANILO BIGIONI – basso e cori
ALESSANDRO PIZZONIA – batteria, tamburello, percussioni e cori
DANIELE “ILMAFIO” TORTORA – shaker, programmazione, chitarre elettriche, vs200 iPhone, tastiere e cori;
SIMONE DE FILIPPIS – toys, simonizer
ANGELO MARIA SANTISI: violoncelli

www.diodatomusic.it
www.youtube.com/antoniodiodatomusic

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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