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Non è l’ennesima rivista di sport, di gossip, di moda o di cucina. Da questa settimana, nelle edicole delle province di Ferrara e Rovigo, esce Diogene Magazine, trimestrale di filosofia e arte della casa editrice Diogene Multimedia di Bologna. E già dal prossimo numero la rivista sarà distribuita in una decina di province tra Marche, Emilia Romagna, Veneto e Friuli. Ne parliamo con il direttore Mario Trombino.

Operazione ardita quella di uscire in edicola con una rivista di filosofia. Cosa vi ha mosso?
Si tratta di un’operazione complessa che abbiamo deciso di portare avanti perché vogliamo dialogare con un pubblico più vasto, e solo la distribuzione in edicola lo consente. Per noi è una sfida: trattare dell’attualità attraverso l’ottica della filosofia, mantenendo il rigore tipico di questa disciplina, ma scrivendo in modo chiaro, comprensibile da tutti. L’obiettivo è di passare da una periodizzazione trimestrale ad una mensile, a partire dal 2016.

Cosa possono leggere i lettori nel numero appena uscito?
Il numero appena uscito in edicola è il 38 e in copertina abbiamo proposto il motto “Il sonno/sogno della ragione genera…?” in riferimento alla situazione attuale, gravida di pericoli sotto ogni aspetto, sia economico che sociale e politico. La copertina è stata affidata ad una giovanissima artista, Clelia Rainone. Guai se la ragione dorme! I temi degli articoli della rivista spaziano dal nichilismo, ai festival della filosofia, al delicatissimo tema del rapporto tra etica ed economia.

Quali temi trattate nel complesso?
In estrema sintesi, trattiamo temi legati all’attualità, letti attraverso l’ottica della filosofia. Il motto che la redazione ha scelto e che compare in copertina è “Leggere la realtà con gli occhi dei filosofi”. Come è ovvio, la realtà non è fatta solo di cronaca, ma ha uno spessore storico e teorico, dunque i temi trattati possono essere distinti in questo modo: temi legati all’attualità, ad esempio un certo modello di Europa; temi che sono sempre di attualità, perché ‘perenni’, radicati nell’identità dell’uomo e della natura; e poi l’interesse per le basi filosofiche dell’economia e della politica sta prendendo spazio per l’urgenza della crisi.

Cosa intendete con “Leggere la realtà con gli occhi dei filosofi”?
Su tutti i temi trattati, Diogene Magazine propone strumenti di lettura utilizzando il patrimonio della
filosofia: se una nozione di Aristotele è utile a “leggere” la realtà del nostro tempo, è utilizzata come lo è una nozione filosofica elaborata da filosofi contemporanei. La redazione utilizza l’intero patrimonio della filosofia nella sua storia come qualsiasi professionista nel proprio campo utilizza la “cassetta degli attrezzi” della sua professione.

Quali i destinatari privilegiati?
Qualsiasi persona abbia interesse a utilizzare gli strumenti della filosofia per leggere la realtà. In ogni caso, nessuno escluso a priori.

Come fate per renderla fruibile ad un variegato pubblico di lettori?
Utilizziamo vari tipi di linguaggio. Oltre a quello verbale (utilizzando tutti generi letterari che sono stati utilizzati nel corso di ventisei secoli di storia), dedichiamo un’attenzione particolare al linguaggio iconico, in tutte le sue espressioni (arti figurative, grafica, fotografia), con forte accentuazione dei significati simbolici ed evocativi. Nel n.38 adesso in edicola abbiamo utilizzato, a commento dei testi, una grande varietà di strumenti visivi: fotografie, quadri, prodotti grafici, tutto pur di rendere comprensibile i concetti della filosofia.

Diogene Magazine è una rivista trimestrale di filosofia “per tutti” al suo nono anno di vita, progettata nel 2005 a Pavia da un gruppo redazionale promosso da un professore e giornalista, nonché saggista, Ubaldo Nicola. Era edita dalla Casa Editrice Giunti di Firenze. A partire dall’autunno del 2012 la rivista è stata rilevata da un gruppo redazionale con sede a Bologna che nel luglio 2015 ha dato vita alla Casa editrice Diogene Multimedia, specializzata in filosofia e arte, diretta da Mario Trombino. Con una tiratura di circa 2.000 copie, distribuite in abbonamento, la rivista ha una forte presenza nelle scuole in cui si insegna la materia scolastica “Filosofia”. È distribuita in libreria da Pde. La rivista costa 5 euro, l’abbonamento annuale 18.
Per saperne di più visita il sito di Diogene Magazine [vedi].

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Sara Cambioli

È tecnico d’editoria. Laureata in Storia contemporanea all’Università di Bologna, dal 2002 al 2010 ha lavorato presso i Servizi educativi del Comune di Ferrara come documentalista e supporto editoriale, ha ideato e implementato siti di varia natura, redige manuali tecnici.

Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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