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da: Arcigay Ferrara 

Appello al Magnifico Rettore dell’Università degli Studi di Ferrara Giorgio Zauli.

Apprendiamo, con un certo sgomento, che il nome di Giorgio Zauli compare tra i firmatari di un appello contro il disegno di Legge Zan, ovvero contro l’estensione della Legge Mancino ai reati di odio e violenzaper motivi legati al genere, all’identità di genere e all’orientamento sessuale.
L’appello pubblicato sul quotidiano online l’Occidentale è firmato da un elenco di professori e “intellettuali” che affermano che l’approvazione di questa legge, o meglio l’estensione di tutele di una legge già esistente, “limita la libertà di espressione di coloro che hanno opinioni meditate contrarie a tali nozioni e comportamenti. Quindi, censura convincimenti morali e religiosi in materia di etica sessuale. In tal modo, trasforma in reati opinioni largamente diffuse nella nostra civiltà e cultura, in particolare quella biblica giudaico-cristiana del Dio che creò
l’uomo e la donna.” (cit.)
Lo sgomento che ci ha colto nasce dal fatto che queste affermazioni sono false, perché non vi è nel testo di legge né nella volontà del legislatore, alcuna norma che limiti, condanni o censuri la libertà di espressione, opinione o convincimenti morali e religiosi, paradossalmente tutelati dalla stessa Legge Mancino oggetto dell’invettiva.
È preoccupante che a firmare una lettera contenente affermazioni non veritiere e la cui non veridicità è facilmente dimostrabile leggendo il testo del disegno di legge in oggetto, siano dei rappresentati di ciò che dovrebbe essere il tempio del Sapere e della Conoscenza ovvero l’Università.
Ci chiediamo pertanto se il nome del Magnifico Rettore dell’Università di Ferrara, Giorgio Zauli. sia solo un beffardo caso di omonimia o se si tratti del massimo rappresentante dell’Ateneo ferrarese Zauli è Rettore di una delle più antiche Università italiane, dove compirono i loro studi Niccolò Copernico e Ludovico Ariosto. Una delle prima in Italia ad aver intrapreso la carriera alias, ovvero il doppio libretto per le persone transgender che consente di essere riconosciute con l’identità di genere elettiva.
Sarebbe imbarazzante se il massimo rappresentante della più importante Istituzione scientifica delle Città, istituzione che deve garantire pari opportunità, tutele e diritti a tutte e tutti i suoi iscritti e dipendenti, si scagliasse strumentalmente contro un disegno di legge che estende una legge, esistente in Italia dal 1993. Legge che ad oggi sanziona e condanna gesti aventi per scopo l’incitazione alla violenza e alla
discriminazione per motivi razziali, etnici, religiosi o nazionali, a cui semplicemente si andrebbero ad aggiungere motivi di orientamento sessuale, identità di genere e genere.
Che cosa preoccupa i firmatari di quella lettera? Se la legge già esiste e non ha mai represso la libertà di espressione o punito per reati di opinione né tanto meno censurato convincimenti morali e religiosi, perché dovrebbe farlo ora le cui tutele verrebbero semplicemente estese e non compresse? Ma se queste considerazioni rientrano nella sfera legittima della libertà di opinione ed espressione di cui lo stesso Zauli deve godere, non sfuggirà di certo al Rettore che una sua eventuale presa di posizione, seppur personale, sarebbe del tutto inopportuna per il ruolo che riveste. In quanto massimo rappresentate dell’Università di Ferrara e di tutti coloro che ne fanno parte, sarebbe eticamente corretto non esprimere convincimenti personali attraverso appelli pubblici che possono essere lesivi e offensivi della dignità di
una parte, seppur minoritaria di coloro che il Rettore rappresenta.
Per questi motivi chiediamo al Magnifico Rettore Giorgio Zauli di chiarire pubblicamente se sia lui il firmatario dell’appello in questione o se si tratta invece di un caso di omonimia, chiarendo la sua posizione in quanto Rettore dell’Università di Ferrara rispetto al disegno di legge in questione

Seguono le firme di:

Arcigay Ferrara APS – «Gli Occhiali d’Oro» di Giorgio Bassani
AGEDO Ferrara
Associazione Famiglie Arcobaleno
ANPI Ferrara
Associazione Cittadini del Mondo Ferrara
Centro Documentazione Donna Ferrara
CGIL Ferrara
GAD – Gruppo Anti Discriminazioni Ferrara
Leggere Donna Ferrara
UAAR Ferrara
UDU Ferrara
UISP Ferrara
6000 Sardine Ferrara
Coalizione Civica Ferrara
Ferrara Coraggiosa
Italia Viva Ferrara
Partito della Rifondazione Comunista Ferrara
Sinistra Italina Ferrara
La Sinistra per Ferrara
Ilaria Baraldi, Gruppo Consiliare Partito Democratico Ferrara
Tommaso Mantovani, Gruppo Consiliare Movimento 5 Stelle Ferrara
Deanna Marescotti, Gruppo Consiliare Partito Democratico Ferrara
Paola Peruffo, Presidente Commissione Pari Opportunità del Comune di Ferrara
Laura Sighinolfi, resp. Unità Semplice HIV/AIDS – UOC Malattie Infettive, AOU Ferrara
Mattia Franceschelli, Segretario Partito Democratico di Cento
Davide Stabellini, segretario provinciale del Partito Socialista Italiano
Mario Zamorani, coordinatore +Europa Ferrara
Corrado Oddi, Il Battito della Città
Mauro Presini, Il Battito della Città
Massimo Maisto
Daniela Meneguzzi
Leonardo Uba
Elisabetta Venturoli
Massimo Zanirato

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

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Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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