Skip to main content

da: ufficio stampa Ferrara Art Festival

Parte subito alla grande la seconda edizione del Ferrara Art Festival.
Saranno, infatti, ben 5 le mostre che, sabato 6 giugno, saranno inaugurate a Palazzo della Racchetta e alla Galleria il Rivellino per il festival delle arti realizzato da Virgilio Patarini per Zamenhof Art e che vede la collaborazione di Palazzo della Racchetta, Faust Edizioni, Galleria del Rivellino, Camel Home Gallery, Suonare Bollani, San Romano 91 e di UCAI, I.CON e SPAZIO E di Milano, Accademia Romagna di Cesena, Associazione Session’e di Bossut (Belgio).
Nella serata di sabato, inoltre, il Racket Festival propone la prima delle sue serate musicali. Sul palcoscenico allestito nel cortile di Palazzo della Racchetta saliranno Enrico Cipollini e Daniel Vezoja per una serata cantautorale del tutto originale.
Ma andiamo con ordine. Il sabato si apre alle 16 con il vernissage, alla Galleria il Rivellino (Via Baruffaldi), della mostra collettiva dal titolo Koiné2015. In parete saranno le opere di Anna Maria Angelini, Walter eBernardi, Alberto Besson, Pierangela Bilotta, Fiorenzo Bordin, Anna Maria Bracci, , Raffaele De Francesco, Daniela Di Pasquale, Maria Grazia Ferraris, Ester Gambotto, Maria Franca Grisolia, Michelle Hold, Paolo Lo Giudice, Fiorella Manzini, Franco Maruotti, Alessandro Pedrini, Rosanna Pressato, Francesco Rinaldi, Maria Luisa Ritorno, Gabriella Santuari, Giordano Ernesto Sala, Elena Schellino, Rosa Spina, Ivo Stazio, Roberto Tortelotti, Morgan Zangrossi. Una mostra che tenta di ricercare, in alcuni interessanti esponenti del mondo del contemporaneo, il rapporto dell’arte contemporanea con il mondo circostante, con la storia, con la vita degli uomini che la fanno e che ne fruiscono.
Il pomeriggio artistico prosegue, alle 17.30, con il vernissage di 4 mostre a Palazzo della Racchetta (Via Vaspergolo).
Si inizia con “Ex-Pop”; in parete saranno le opere di Gabriella Santuari. Un’artista che alterna pittura, scultura e installazioni. Elementi su cui il curatore Patarini ha innestato la personale dell’artista al Ferrara Art Festival. Grandi tele che rappresentano donne, raffigurate nella vita di tutti i giorni con espressioni dolci e serene; accanto ad esse le installazioni: scatole che, come simboliche scatole nere d’aerei, raccolgano pezzi di vissuto.
Si prosegue con Elena Schellino e i suoi “Atti Sciamanici”. Diplomata alla Scuola Paolo Grassi, da più di vent’anni l’artista si dedica alle pratiche dello Yoga, della meditazione, dello shiatzu, del Thai-Chi e dello Shaolin e approfondisce la ricerca conseguendo diversi diplomi.
Cinque anni fa inizia a rendere materia alcuni atti sciamanici utilizzando tele, cristalli e colori immergendosi in una nuova forma d’espressione che la sorprende e la “travolge” ogni volta dando vita ad una ricca attività artistica.
Al piano nobile sarà ospitata la mostra fotografica del ferrarese Beppe Tassinari dal titolo “Ferrara. L’isola che non c’è”. Scrive il curatore Patarini “Con approccio visionario e surrealista e in un clima da Day After Beppe Tassinari ci racconta una Ferrara semi-sommersa, circondata da un mare placido e a tratti lattiginoso e sovrastata da un cielo gravido di bagliori diffusi e di mistero… Scorci di mura affiorano dalle acque, come estremi baluardi si oppongono all’incombere inarrestabile della forza della Natura… In un tempo che appare come sospeso e in un silenzio di spettri, Ferrara si svela ancora una volta, in queste composizioni fotografiche di Tassinari, città metafisica per eccellenza”.
All’ultimo piano del palazzo, a cura di Virgilio Patarini e Valentina Carrera si inaugurerà la mostra “Astrazione 2.0”. In mostra saranno le opere di Stefano Accorsi, Marco Bellomi, Ivano Boselli, Valentina Carrera, Dennis Fazio, Giacobino, Ezio Mazzella, Luigi Profeta, Edoardo Stramacchia.
Una mostra che è un’indagine, una ricerca su come oggi gli artisti che si dedicano all’astrazione contaminano, mescolano le carte, muovono gli orizzonti della loro arte nella duplice via, segnata dall’astrazione del ‘900, che porta da un lato all’astrattismo geometrico e dall’altro all’informale.
Scrive Patarini “Si può dunque ipotizzare che Astratto Geometrico ed Informale costituiscano i due poli opposti di un medesimo mondo, due assi cartesiani, la longitudine e la latitudine su cui ogni artista “astratto” può tracciare la sua rotta, decidendo se avvicinarsi più all’uno o all’altro”
In serata, alle 21.30, nel cortile di Palazzo Racchetta primo appuntamento con il Racket Festival. Sul palcoscenico saliranno il cantautore ferrarese Enrico Cipollini in coppia con il cantautore sloveno Daniel Vezoja. Da un incontro assolutamente fortuito fuori da un locale di Dublino è nata l’idea di una possibile collaborazione musicale che ha preso vita nell’ultimo anno e che ha portato già a diversi concerti tra Italia e Slovenia. 
Daniel Vezoja è un cantautore di Ljubiana, Slovenia. Le sue influenze vengono dal folk americano e alternative country. Dopo lo scioglimento della sua band TrainStation si è impegnato da ormai due anni nella  scrittura di brani da presentare da solo in forma acustica. Al momento è impegnato nella registrazione del suo primo disco solista con il famoso cantautore e produttore Gavin Glass nel suo studio di Dublino.
Enrico Cipollini è chitarrista e cantautore. Scrive e suona brani originali in tutte le band delle quali fa parte: UNDERGROUND RAILROAD, FREE JAM, VIOLASSENZIO con le quali ha registrato diversi dischi e svolto numerosi concerti. Ultimamente si è dedicato a un progetto solista realizzando un ep di brani inediti presentati in acustico dal titolo “Songs from the shelter”.

Le mostre sono ad ingresso libero.
La serata del Racket Festival prevede l’ingresso con tessera (costo 2 euro + 5 euro per due consumazioni e buffet libero).
Ulteriori informazioni sul sito web http://ferraraartfestival.jimdo.com

tag:

Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
Oggi Periscopio ha oltre 320.000 lettori, ma vogliamo crescere e farsi conoscere. Dipenderà da chi lo scrive ma soprattutto da chi lo legge e lo condivide con chi ancora non lo conosce. Per una volta, stare nella stessa barca può essere una avventura affascinante.  Buona navigazione a tutti.

Tutti i contenuti di Periscopio, salvo espressa indicazione, sono free. Possono essere liberamente stampati, diffusi e ripubblicati, indicando fonte, autore e data di pubblicazione su questo quotidiano.

Francesco Monini
direttore responsabile


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it