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da: Arci Ferrara

Sabato 25 ottobre e domenica 26 ottobre alle ore 21.30 verrà proiettato al Cinema Boldini il film documentario, Io sto con la sposa diretto da Gabriele Del Grande e Khaled Soliman Al Nassiry, il film è da poco uscito nelle sale e sta riscuotendo un notevole successo di pubblico.

Io sto con la sposa è un’azione politica e un atto di disobbedienza civile nato da una storia reale e che fa riflettere. E’ stato presentato alla 71° Mostra del Cinema di Venezia nella sezione Orizzonti – Fuori concorso – ed è già diventato un caso.

I protagonisti sono cinque palestinesi e siriani sbarcati a Lampedusa in fuga dalla guerra a cui i tre autori del film decidono di prestare aiuto improvvisandosi “trafficanti” per permettergli di proseguire il loro viaggio clandestino verso la Svezia. Così mettono in scena un finto matrimonio con tanto di invitati che da Milano partono alla volta di Stoccolma. Attraversano mezza Europa, in un viaggio di quattro giorni e tremila chilometri eludendo le frontiere e la sorveglianza dei vari paesi e rischiando il fermo da parte delle autorità. Nelle ambasciate europee i loro passaporti non valgono nulla, per questo migliaia di Siriani e Palestinesi come loro vanno verso il Libano e l’Egitto per essere traghettati dall’altra parte del Mediterraneo da trafficanti di uomini su fatiscenti imbarcazioni di fortuna. Fuggono la guerra in Siria per cercare asilo in Europa, rischiando la morte in mare. L’Italia è solo un paese di transito; la meta è la Svezia. Le leggi attuali sull’immigrazione non danno loro alternativa. A meno che qualcuno non decida di disobbedire a queste leggi, ed è ciò che avviene in Io sto con la sposa. Il film è il racconto in presa diretta di una storia realmente accaduta tra il 14 e il 18 novembre 2013 lungo il viaggio da Milano a Stoccolma.
Io sto con la sposa è anche il sorprendente risultato di una produzione dal basso, grazie alla rete ad una potente campagna crowdfunding. In 60 giorni sono stati raccolti 100mila euro sulla piattaforma indiegogo, grazie al contributo di 2.617 persone provenienti da 38 paesi di tutto il mondo. Si tratta del più grande crowdfunding mai realizzato in Italia e di uno dei migliori risultati a livello internazionale sul fronte del documentario.

Segnaliamo anche che sabato 25 e domenica 26 ottobre alle ore 18.00 verrà proiettato al Cinema Boldini il film vincitore della Palma d’oro al Festival di Cannes: Winter Sleep – il regno d’inverno.

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Arci Ferrara


PAESE REALE

di Piermaria Romani

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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Francesco Monini
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