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da: ufficio Comunicazione ed Eventi Unife

Il Dipartimento di Economia e management dell’Università di Ferrara, in collaborazione con Banca Popolare Etica e Fondazione Culturale Responsabilità Etica, ospiterà domani giovedì 27 marzo, dalle 15,30 alle 18, in Aula Magna di Palazzo Bevilacqua Costabili (via Voltapaletto, 11), il Convegno dal titolo “Dare credito alla legalità: le sfide della finanza e dell’impresa responsabili contro le mafie”.

“ La crisi finanziaria ed economica in corso – spiega Simonetta Renga, Direttore del Dipartimento di Economia e management dell’Ateneo – sta sempre più minacciando la tenuta del sistema imprenditoriale e creditizio, rendendo così impossibile la determinazione delle condizioni per la ripresa e lo sviluppo. Questa situazione di vulnerabilità del sistema economico legale è ben compresa dalle organizzazioni criminali, le quali possono trovare condizioni particolarmente favorevoli per il riciclaggio dei proventi illeciti. Negli ultimi anni si è reso sempre più evidente come, da tempo, le mafie guardino al Nord Italia ed al suo sistema economico, soprattutto a questo scopo. L’Emilia Romagna è certamente tra le regioni sulle quali si concentrano le maggiori attenzioni da parte delle organizzazioni criminali, a cominciare dall’ndrangheta”.

Aggiunge Giuseppe Marzo, docente di Economia e strategia aziendale al Dipartimento di Economia e management: “ Forze dell’Ordine e Magistratura sono chiamate ad uno sforzo importante anche nel nostro territorio, così come gli amministratori pubblici sono tenuti a prevenire ogni tentativo di infiltrazione in ambiti sensibili quali il sistema degli appalti pubblici. Le istituzioni, tuttavia, non possono essere lasciate sole nello svolgere questo compito, così come non può essere sufficiente il comunque fondamentale apporto della società civile, del mondo dell’informazione, della scuola e dell’Università nel promuovere la cultura della legalità. A questi sforzi occorre che si aggiunga una forte presa di coscienza da parte del mondo delle imprese, del credito e della libera professione, necessaria ad evitare il diffondersi di aree grigie che possano anche essere contigue ai sodalizi mafiosi”.

“ Per questo motivo il Dipartimento di Economia e management dell’Ateneo – conclude Renga – ha deciso di ospitare un incontro tra queste realtà, allo scopo di farle dialogare e rimarcare il loro ruolo centrale nell’affermazione di una cultura della legalità nel mercato”.

L’incontro sarà presentato da Simonetta Renga e animato da Giuseppe Marzo, chiamato a coordinare alcuni interventi preliminari: anzitutto, l’analisi del Colonnello Carlo Pieroni, Comandante Provinciale dei Carabinieri di Ferrara, su struttura e capacità di infiltrazione dell’ndrangheta, cui seguirà l’intervento di Riccardo Milano, Responsabile Relazioni Culturali di Banca Etica, sul ruolo della finanza etica nell’orientare il mercato alla legalità; seguirà un’analisi di Simone Grillo, Fondazione Culturale Responsabilità Etica, sulle norme e sulle politiche maggiormente rilevanti per la prevenzione ed il contrasto delle infiltrazioni nell’economia legale.

Gli aspetti tecnici ed operativi saranno approfonditi nella seconda parte dell’incontro, grazie a una tavola rotonda nella quale, sempre con il coordinamento di Giuseppe Marzo, porteranno la testimonianza dell’impegno delle proprie organizzazioni sulla legalità Mauro Giannattasio, Segretario Generale Camera di Commercio di Ferrara, Paolo Rollo, Presidente dell’Ordine dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Ferrara, Paolo Martinelli, Vice Presidente di Unindustria Ferrara e Presidente ANCE, Francesco Pacchin, Responsabile Servizio Compliance e Antiriciclaggio di Banca Etica.

La partecipazione all’iniziativa è aperta alla cittadinanza.

L’evento è organizzato dal Dipartimento di Economia e management dell’Università di Ferrara, con il patrocinio della Camera di Commercio, Unindustria, Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili, Fondazione dei Dottori Commercialisti di Ferrara.

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UNIVERSITA’ DI FERRARA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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