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da: ufficio stampa Bologna Jazz Festival

Appuntamento diurno e ‘goloso’ domenica 16 novembre al Bologna Jazz Festival. Alle ore 13 la Cantina Bentivoglio sarà sede di un Brunch & Jazz, dove la parte musicale sarà fornita da un trio di star: John Abercrombie alla chitarra, Gary Versace all’organo e Adam Nussbaum alla batteria. Dunque jazz d’atmosfera, capace di sortite di grande virtuosismo e di prelibate delicatezze in punta di dita, in compagnia di tre maestri dei rispettivi strumenti.
Il Bologna Jazz Festival è organizzato dall’Associazione Bologna in Musica con il contributo di Regione Emilia-Romagna, Provincia di Bologna, Comune di Bologna, Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, Fondazione Carisbo, Gruppo Unipol e del main sponsor Gruppo Hera.

John Abercrombie (Portchester, NY, 1944) è una delle più intense personalità jazzistiche legate alla celeberrima etichetta discografica ECM, che pubblica ininterrottamente i suoi dischi dal 1975 a oggi: un certo camerismo jazz, molto in voga all’ECM, lo ha praticamente inventato lui. Grazie a questa sua poderosa produzione discografica Abercrombie è diventato un riferimento chitarristico imprescindibile per il jazz d’impronta cameristica, pur avendo dato prova di muoversi pienamente a suo agio anche in contesti schiettamente straight ahead nonché in quelli più marcatamente elettrificati.
Dopo gli studi al Berklee College of Music di Boston, Abercrombie muove i primi passi al fianco dell’organista Johnny ‘Hammond’ Smith e dei fratelli Brecker. Poi, a partire dagli anni Settanta, la sua carriera decolla: suona con Chico Hamilton, Gil Evans, Gato Barbieri, Ralph Towner, Kenny Wheeler, Charles Lloyd, Enrico Rava, John Surman. Inizia a presentarsi anche come band leader, attirando nei suoi gruppi musicisti del calibro di Dave Holland e Jack DeJohnette. Sono proprio le sue creazioni a capo di piccole formazioni a imporlo come uno dei chitarristi più influenti degli anni Settanta e Ottanta. Ancora oggi ama circondarsi dei migliori accompagnatori, come è evidente da suo attuale trio con organo o anche da un recente quartetto che annoverava Joe Lovano, Drew Gress e Joey Baron.
Formatosi come pianista, Gary Versace (originario del Connecticut, classe 1968) è oggi noto soprattutto per il suo lavoro sull’organo, strumento che ha iniziato a suonare poco prima di trasferirsi a New York, nel 2002. Pluripremiato come “Rising Star” dal referendum della rivista DownBeat, Versace vanta ormai un’interminabile lista di prestigiose collaborazioni: Maria Schneider, Jerry Bergonzi, John Scofield, Lee Konitz, Seamus Blake, Jason Marsalis, Joey Baron, Peter Bernstein…
Adam Nussbaum (nato nel 1955 in Connecticut) è uno dei batteristi più ambiti del mainstream moderno: dagli anni Settanta a oggi se lo sono conteso Sonny Rollins, John Scofield, Gil Evans, Stan Getz, Eliane Elias e Randy Brecker, Gary Burton, Toots Thielemans, Michael Brecker. Innumerevoli sono le band alle quali ha partecipato, anche in veste di co-leader, come nel caso del quartetto BANN.

Informazioni e prenotazioni Cantina Bentivoglio:
via Mascarella 4/B, Bologna
tel.: 051 265416

Informazioni Bologna Jazz Festival:
Associazione Bologna in Musica
tel.: 334 7560434 (ore 10-18)
e-mail: info@bolognajazzfestival.com
www.bolognajazzfestival.com

Presidente: Federico Mutti
Direttore artistico: Francesco Bettini

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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