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da: Roberto Guerra

Un libro di instant stories per “bimbi” da 0 a 120 anni (con una piccola morale e senza mostri) utile ai genitori per soddisfare le richieste dei propri figli: pubblicato da Claudio Strano, con illustrazioni di Chiara Barbaro, è disponibile in tre versioni (e-book e cartacea; in bianco e nero o a colori) su www.Lulu.com o su amazon.it.
La sera del 27 luglio, al Giardino delle Duchesse, avverrà la presentazione, nell’ambito di “La riga e il pentagramma”, rassegna ideata da Pro Loco Ferrara: nel corso delle serate a ingresso libere saranno presentati libri, sarà data la possibilità a scrittori e narratori di leggere i loro racconti con l’accompagnamento di brani musicali eseguiti dal vivo, oppure si alterneranno sul palco attori non professionisti che presenteranno brevi spettacoli ideati e sceneggiati da loro; infine, salirà sul palco anche un coro con canti della tradizione popolare. Altri spettacoli sono in via di definizione. L’orario d’inizio è fissato alle 21 nel Giardino delle Duchesse messo a disposizione dal Comune alle associazioni ferraresi (come Pro Loco Ferrara) che ne facciano richiesta.

Il Papadoro non è un encomio o un manifesto programmatico, non è nemmeno un uccello esotico o di allevamento per quanto gli rassomigli nella fertile immaginazione di Chiara Barbaro. Il Papadoro (come nell’omonimo racconto, uno dei 17 che compongono la raccolta di Claudio Strano dedicata ai “bambini” da 0 a 120 anni) è ciò che ogni padre vorrebbe essere in cuor suo prima di ritrovarsi, sotto Natale, confuso – nello stupendo linguaggio infantile – con un dolce tradizionale e banalissimo: il pandoro. O, se gli va peggio, di sentirsi cotto e cucinato come un tacchino dalla irresistibile voglia di giocare di un bambino piccolo, rimasto a casa da scuola, in attesa che arrivi “finalmente” Babbo Natale. Con la televisione rotta e la mamma fuori casa da molto, troppo tempo ormai…
In una serie di “instant stories” che invitano i genitori ad inventarsi sul momento storie per bambini (“con una morale e senza mostri”, così recita il sottotitolo), tutto il piacere di ricamare trame partendo dalla realtà, sfuggendo in questo modo alla tirannia di streghe, orchi e supereroi, per riscoprire il gusto della fantasia al riparo dal troppo “magico imprescindibile” che circonda il mondo dell’infanzia.
Il libro, 88 pagine, illustrato magnificamente da Chiara Barbaro, è frutto di anni di esperienza maturata sul campo da un papà come tanti, non più giovanissimo ahilui, che ha pensato di coniugare il piacere del narrare con quello del collezionare “perle” (involontarie e non) lasciate dai bimbi lungo il percorso della loro crescita. Tutto questo, ovviamente, come strategia difensiva per uscire dalla loro morsa, unitamente a una finalità educativa e una trasmissione di esperienza intergenerazionale, valori questi senza i quali lo smarrimento dei cuccioli di uomo, davanti a figure genitoriali spesso sfuocate quando non del tutto assenti, sarebbe totale.

Claudio Strano, giornalista professionista, ha trascorsi nella cronaca e un presente in un mensile nazionale che si occupa di cooperazione, consumi, ambiente. È nato a Roma nel 1962 e vive a Ferrara. Laureatosi in lettere classiche a Bologna, da sempre coltiva l’interesse per la letteratura. Autore di “Borborigmi” (Poeticamente, 1986), suoi testi sono presenti su riviste italiane ed estere. In prosa ha pubblicato “Racconti di leggero astigmatismo” (Tosi Editore, 2001, prefazione di Gyózó Szabó) e “La giacca del Gundel”, romanzo ambientato tra Italia e Ungheria (Lulu editore, 2012, prefazione di Zsuzsanna Rozsnyói). Ama lo sport, soprattutto il calcio praticato in gioventù, il giardinaggio che (a quanto sostiene) lo rilassa, e la sua famiglia, che lo ha convinto a trasformare le proprie strategie di autodifesa in storie per l’infanzia.

Chiara Barbaro, illustratrice, pittrice, moglie e mamma, è nata nel 1972 a Ferrara, città in cui vive. È innamorata delle arti applicate che prova a fare amare anche ai propri allievi del Liceo Artistico, dove insegna. Oltre a ciò, si occupa di Visual Merchandising, sia sotto l’aspetto dell’allestimento di vetrine, sia sotto quello della docenza in corsi organizzati per le imprese del commercio. Nel suo background formativo troviamo una Laurea all’Accademia delle Belle Arti di Bologna, più varie specializzazioni in vetrinistica e decorazione d’interni. Adora i lavori di Felice Casorati e gli interni di Matisse. Difende a spada tratta, quando l’occasione lo richiede, la passione per il colore e l’artigianalità. Di sé dice di saper fare bene la pizza e di avere una vena ludica molto forte, anche grazie alle sue bambine che la tengono in allenamento…

Il libro è facilmente reperibile sul sito di Lulu (www.lulu.com) cliccando il titolo o l’autore (o tramite il codice bitly http://bit.ly/1h6fclU).
Il formato e-book offre il vantaggio di avere un file editabile (ad esempio dai bambini, che possono disegnare sulle pagine vuote) e di gustarsi le immagini a colori. Nelle due versioni cartacee c’è invece il piacere del libro da conservare e da sfogliare come da migliore tradizione: il bianco e nero con il vantaggio del prezzo e di un certo fascino delle immagini in chiaroscuro; la versione a colori, su pagine patinate, con il plus delle vivaci illustrazioni di Chiara Barbaro restituite alla loro originaria bellezza.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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