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Da: Associazione Musicisti di Ferrara

Domenica 31 marzo alle ore 10,30 nell’aula magna Stefano Tassinari della Scuola di Musica Moderna di Ferrara in via Darsena 57 verrà presentato il libro di Roberto Menabò Mestdames a 78 giri, storie di donne che hanno cantato il blues.

Il pubblico verrà accolto con una tazza di caffè, un pasticcino per poi passare alla presentazione del libro che vedrà l’autore raccontare alcune storie tratte dai suoi racconti intervallate da brani cantati e suonati sempre da Roberto Menabò, raffinato chitarrista e cantante. l’ingresso sarà libero.

L’incontro fa parte di un mini ciclo di presentazioni letterario musicali organizzato da AMF dal titolo Nero su Bianco.

Mesdames a 78 giri: storie di donne che hanno cantato il blues

venti mesdames di colore che incisero, nei primi anni del Novecento, vibranti blues in scoppiettanti e rugosi 78 giri riservati ai negri e per questo chiamati race records. Venti storie che raccontano la loro vita tormentata e trasgressiva ma anche inebriata di profumi vivaci
Come per il precedente Vite affogate nel blues attraverso la lettura di queste biografie, in cui la fantasia del racconto si amalgama con la precisione filologica, si scopre un mondo perduto tra vaudeville e medicine show, tra locali che puzzano di whisky e sagre paesane con lo zucchero filato per i bambini.
Una realtà quella di Bessie Tucker, Bertha Chippie Hill, Ma Rainey, Leulla Miller e delle altre mesdames, lontana ed aspra che sa essere ancora intima e appassionante.

Roberto Menabò

Da trent’anni attivo sulla scena musicale del blues e del folk in Italia, Roberto Menabò si è esibito, da solo o in ensemble, nei maggiori festival e manifestazioni del settore, tenendo anche work-shop sulla chitarra acustica. Attento interprete dei diversi aspetti della musica folk, si è interessato in particolar modo alla tecnica del country blues e della chitarra acustica finger-picking.

Ha al suo attivo tre album a suo nome: “A Bordo del Conte Biancamano” un disco di sola chitarra acustica, “Laughing The Blues” una visione personale dei miti del blues acustico e “Il Profumo del Vinile” una collezione di guitar solo e country blues tradizionali, favorevolmente accolti dalla critica specializzata.

Ha scritto articoli e saggi musicali per diverse riviste tra cui “Il Blues” “Jam” “Late For The Sky” Folk Bulletin” “Jazz It”. Ha inoltre pubblicato una monografia sul grande chitarrista americano John Fahey “John Fahey: la storia, la discografia consigliata” e il recente “Vite affogate nel blues” il racconto della vita e delle vicissitudini di alcuni protagonisti del country blues.

Ha curato e interpretato, inoltre, le musiche per gli spettacoli teatrali “Verso Perverso” di Franco Insalaco e “Amore Noir” di Loriano Macchiavelli.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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