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Da ufficio stampa regione Emilia-Romagna

Capofila del progetto le Ausl di Ferrara, Piacenza e Romagna. Presentazione oggi a Bologna con l’assessora Petitti

Bologna – Migliorare la capacità di accoglienza delle donne che subiscono violenza e dei loro figli e definire i protocolli di assistenza avvalendosi della professionalità delle operatrici dei centri antiviolenza, del personale socio-sanitario dei servizi di emergenza-urgenza e della rete territoriale. Sono questi gli obiettivi del progetto della Regione Emilia-Romagna che prevede la realizzazione di percorsi formativi ad hoc. Piacenza, Ferrara e Romagna sono le tre Aziende Usl scelte come capofila dell’iniziativa. Per sostenere il progetto la Regione Emilia-Romagna ha investito 240 mila euro degli oltre 920 mila euro assegnati nel novembre 2016 per promuovere interventi formativi.

Attraverso i corsi, gli operatori acquisiranno le competenze per accompagnare le vittime nel percorso di uscita dalla violenza. Tutti i dettagli sono stati illustrati questa mattina, in occasione di un seminario che si è svolto nell’Auditorium di viale della Fiera 8, a Bologna, al quale ha preso parte la rete degli operatori socio-sanitari della Regione Emilia-Romagna, oltre ai formatori che parteciperanno al progetto (circa 150 in questa prima fase) che si concluderà entro l’anno in corso.

“Sappiamo quanto sia importante, per una donna che abbia subito violenza, affrontare le ‘prime fasi’ perché naturalmente è il momento in cui è più fragile e indifesa- ha commentato l’assessora alle Pari opportunità Emma Petitti, intervenuta al seminario-. Il ruolo degli operatori che si trovano a gestire l’emergenza è per questo molto importante. Con questa iniziativa aggiungiamo un tassello in più che conferma ancora una volta la nostra capacità di fare rete, uno dei punti di forza che fanno della nostra Regione un modello di eccellenza in Italia nel contrasto alla violenza contro le donne».

Le professionalità che entrano in contatto con i destinatari del “Percorso per le donne che subiscono violenza” dovranno essere formate per prendere in carico i casi di violenza dichiarati, individuare le situazioni di rischio e fornire assistenza specifica secondo un modello condiviso e attraverso una rete di servizi dedicati. Per questo sono coinvolti operatori del pronto soccorso, del 118 e, in generale, della rete ospedaliera e territoriale sanitaria e sociale.

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REGIONE EMILIA-ROMAGNA


PAESE REALE

di Piermaria Romani

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

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Francesco Monini
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