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Film controverso questo Don’t look Up, di Adam McKay, che mette d’accordo davvero pochi. Chi la definisce una commedia esilarante, chi una caricatura che non dà scampo (facilmente riconoscibili quelle di alcuni personaggi come Donald Trump, Elon Musk/Steve Jobs), chi una spietata parodia, chi una satira estrema, chi una sorta di cine-panettone costato ben 75 milioni di dollari. Comunque la si pensi, la pellicola merita di essere vista, al cinema (distribuito da Lucky Red) o su Netflix dal 24 dicembre (il film più visto su tale piattaforma nel periodo di Natale 2021). Il cast è poi stellare: Leonardo DiCaprio, Jennifer Lawrence, Meryl Streep, Ariana Grande, Cate Blanchett, Timothée Chalamet, Jonah Hill.

I temi sono sicuramente di quelli importanti: crisi ambientale imperante, stra-potere delle istituzioni e dei media, fiducia nella tecnologia e nella scienza (per alcuni).

Non mancano passaggi che fanno riflettere, alcuni spaventano sicuramente, ma ironia, e a tratti comicità quasi surreale, spesso smussano tante paure e angosce per situazioni in cui ci ritroviamo e riconosciamo oggi. Inevitabilmente.

Assistiamo a molte assurde derive cui ci stanno abituando i media e i social odierni (negli Stati Uniti forse il tutto è maggiormente esasperato ma anche da noi non si scherza): presidenti e sindaci con fan page affollate da teenager strillanti che spuntano ovunque, portavoce bravi perché sanno portare borse costosissime di Hermès o altri decantati oggetti del desiderio, scienziati (leggi “virologi”???) belli e magari anche un poco sexy a cui basta essere ospiti di un programma televisivo di grido per trovare l’inclinazione giusta dello sguardo di fronte alla telecamera. Che star…

Si parla anche della nostra società, dunque, e del freno (spesso incapacità) a credere veramente alla scienza. Il disordine in cui a volte pare versare il film, nelle sue scene mescolate e che a volte fanno perdere il filo, rispecchia il disordine e il caos in cui versiamo. Messaggi contraddittori di media e dibattito pubblico, che generano ansia e disorientamento, sono gli stessi cui assistiamo ogni giorno, ormai inermi. Ahimè.

Allora eccoci di fronte al professor Randall Mindy (Leonardo DiCaprio) e alla sua dottoranda in astronomia della Michigan State University, Kate Dibiasky (Jennifer Lawrence), che durante le loro ricerche fanno una scoperta terribile: una cometa, grande quanto l’Everest, è entrata nell’orbita del sistema solare ed è in rotta di collisione con il nostro pianeta. L’impatto sarà devastante e l’umanità scomparirà fra 6 mesi. Neutralizzazione totale. Nessuno crede alle loro verità, nessuno li sta ad ascoltare. Arrivano fino all’ufficio del Presidente Orlean (una boccolosa e incredibile Meryl Streep dal sorriso finto e stampato) e del suo figlio superficiale, il capo di gabinetto Jason (Jonah Hill), ma anch’essi minimizzano la cosa, non prestandovi la dovuta attenzione. Nemmeno con i media va meglio: il programma mattutino di Brie Evantee (la truccatissima e cinica ma divertente Cate Blanchett) e di Jack Bremmer (Tyler Perry), The Daily Rip, dove tentano di allarmare i cittadini e di avvertirli, non ha un atteggiamento diverso. Tutto invano. Sembra che non interessi a nessuno di quanto dimostrato dagli scienziati con numeri, analisi, dati e fatti, in questi anni bui in cui l’autorevolezza e la conoscenza la si conquistano con quattro ricerche poco approfondite su Google o su qualche trafiletto del giornale della metro. Persi in bolle di algoritmi e automatismi. Incuranti di ogni grido d’allarme che si alza dal pianeta ferito.

Ma mancano solamente 6 mesi allo scontro tra Terra e cometa e sembra che la popolazione sia troppo presa a fare altro, ossia a guardare il telefonino e a passare il proprio tempo sui social media, per dedicarsi a una minaccia globale. Cosa riuscirà a far staccare loro gli occhi da uno schermo illuminato per rivolgerli al cielo stellato?

Intanto, però, tutti noi abbiamo un piano (per pochi?) per deviare la cometa (Omicron?), nel frattempo “non guardiamo in alto!”, potremmo togliere gli occhi dal dito e vedere la luna.

Non dimentichiamo, poi, a catastrofe incombente, la battuta di chiusura del film (che il regista ha indicato essere stata improvvisata da DiCaprio, non presente nella sceneggiatura originale): “Noi avevamo veramente tutto, non è così?”. Forse sì. Direi davvero di sì.

 

 

 

 

Don’t look Up, di Adam McKay, con Leonardo DiCaprio, Jennifer Lawrence, Meryl Streep, Ariana Grande, Cate Blanchett, Timothée Chalamet, Jonah Hill, USA, 2021, 145 min.

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Simonetta Sandri

E’ nata a Ferrara e, dopo gli ultimi anni passati a Mosca, attualmente vive e lavora a Roma. Giornalista pubblicista dal 2016, ha conseguito il Master di Giornalismo presso l’Ecole Supérieure de Journalisme de Paris, frequentato il corso di giornalismo cinematografico della Scuola di Cinema Immagina di Firenze, curato da Giovanni Bogani, e il corso di sceneggiatura cinematografica della Scuola Holden di Torino, curato da Sara Benedetti. Ha collaborato con le riviste “BioEcoGeo”, “Mag O” della Scuola di Scrittura Omero di Roma, “Mosca Oggi” e con i siti eniday.com/eni.com; ha tradotto dal francese, per Curcio Editore, La “Bella e la Bestia”, nella versione originaria di Gabrielle-Suzanne de Villeneuve. Appassionata di cinema e letteratura per l’infanzia, collabora anche con “Meer”. Ha fatto parte della giuria professionale e popolare di vari festival italiani di cortometraggi (Sedicicorto International Film Festival, Ferrara Film Corto Festival, Roma Film Corto Festival). Coltiva la passione per la fotografia, scoperta durante i numerosi viaggi. Da Algeria, Mali, Libia, Belgio, Francia e Russia, dove ha lavorato e vissuto, ha tratto ispirazione, così come oggi da Roma.

Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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