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da: FP CGIL – FIT CISL – UIL TRASPORTI

Dopo due mesi di trattativa la RSU, FP CGIL- FIT CISL – UIL Trasporti hanno firmato con i vertici di AREA un verbale d’intesa sulla buona occupazione.

Viene così ripristinato il rispetto del CCNL con l’attuazione di politiche di contenimento nell’utilizzo di contratti di lavoro a tempo determinato permettendo, per ora, a 40 tra precari e disoccupati di uscire dall’impossibilità di programmarsi un futuro non solo lavorativo.

Sono 38 i contratti di lavoro a tempo indeterminato previsti, più 2 assunzioni nel rispetto delle norme per il diritto al lavoro dei disabili.

Il verbale d’intesa prevede anche un altro punto positivo:
l’impianto di differenziazione del rifiuto adiacente alla discarica ormai fuori mercato, non sarà dismesso ma utilizzato come opportunità per il “reinserimento” lavorativo di quei soggetti “deboli” che diversamente diverrebbero nuovi emarginati sociali.
Contestualmente viene assicurata la clausola della piena occupazione per il personale attualmente impiegato anche a tempo determinato con una tempistica ancora da definire.

Visti i risultati occupazionali si rende doveroso a questo punto come Organizzazioni sindacali ripensare alle perplessità espresse negli anni scorsi rispetto alla bontà del “piano industriale” e dare atto al management aziendale dell’importante lavoro fatto ma soprattutto riconoscere a tutti i Sindaci proprietari che convintamente hanno sempre sostenuto e promosso l’operato dell’Azienda il merito di aver creato decine di posti di lavoro in un territorio che sta morendo di disoccupazione.

Non rimane che attendere l’avvallo da parte del Consiglio di Amministrazione di Area S.p.A che si riunirà domani per dimostrare che è possibile creare buona occupazione pur in presenza di una grave crisi economica.

ZAGATTI CRISTIANO – FP CGIL

BONALDO FRANCESCO – FIT CISL

PARESCHI DANIELA – UIL TRASPORTI

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Riceviamo e pubblichiamo


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di Piermaria Romani

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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