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da: ufficio stampa Ferrara Fiere Congressi

Dopo il battesimo d’eccezione officiato dalla “tecno-star” Chris Anderson (seguirà, dopo il suo intervento delle 12, una breve nota stampa, ndr), il Ferrara Drone Show si prepara a una non meno stimolante seconda e ultima giornata (Domenica 29, ndr).
Tre gli epicentri dell’evento sui droni a uso civile organizzato da Ferrara Fiere Congressi e patrocinato da ENAC – Ente Nazionale per l’Aviazione Civile. Se nell’area espositiva le aziende leader del settore mostreranno prodotti in anteprima, ad elevatissimo contenuto tecnologico e innovativo (nuovi prototipi, velivoli non convenzionali completamente Made in Italy, tute alari), un’apposita area indoor sarà teatro di dimostrazioni e sfide all’ultimo sangue tra droni: nell’ambito del “1° Trofeo FPV Multirotor Race”, valevole per il Campionato Italiano “FPV Grand Prix”, si fronteggeranno droni a tecnologia “FPV” (acronimo di “First Person View”), che permette di pilotare piccoli quadricotteri del peso di poche centinaia di grammi come se si fosse a bordo, in un’esperienza totalmente immersiva.
Terzo fulcro della manifestazione, la Sala Plenaria, dove specialisti altamente qualificati interverranno su temi di estremo interesse e attualità: dall’impiego dei droni per effettuare fotogrammetrie di siti inaccessibili o ad alto rischio all’iter per mettersi in regola e lavorare con i droni senza incorrere in sanzioni, dal percorso formativo per diventare piloti all’impiego dei velivoli a pilotaggio remoto per l’edilizia.
In parallelo al Drone Show, continua “Tecnoelettronica”, il salone sui nuovi sistemi operativi, la piattaforma elettronica “Arduino”, le stampanti e gli scanner 3D, i dispositivi per il risparmio energetico, la robotica, le tecnologie di uso quotidiano più all’avanguardia e i makers. A “Game Challenge”, sezione di Tecnoelettronica, il compito di declinare le tecnologie in versione ludica, con tornei di piattaforme “cult” di videogioco in rete, come Mortal Kombat, Call of Duty e Tekken Tag, e i “retro games”, protagonisti di una mostra-scambio di cimeli pressoché introvabili (dai giochi per il Commodore 64 e il Sega Master System fino alla PlayStation 1).
Biglietto intero, 9 euro; biglietto ridotto (scaricabile dal sito www.ferraradroneshow.it), 7 euro.

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FERRARA FIERE CONGRESSI


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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Francesco Monini
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