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Da Matteo Bianchi

«Spero che gli individui imparino a dire la loro, ad affermare la loro visione del mondo pure in modo incisivo, ma senza usare la violenza», questo il desiderio espresso da Daniele Lugli, che sarà tra i ritratti di “Senza Offesa. Strategia di opposizione nonviolenta” e “50 anni di Azione nonviolenta”. Le due mostre saranno inaugurate domani, lunedì 13 novembre, alle 16.30, nel Salone d’Onore del Municipio. La prima mostra fotografie di azioni promosse dal Movimento Nonviolento per la Pace e il riconoscimento del diritto dell’obiezione di coscienza. La seconda, invece, documenta la storia della rivista a partire dall’uscita nel 1964. Delle azioni, oggetto della prima, Pietro Pinna, ferrarese e obiettore di coscienza nel 1948, è stato principale animatore, promotore e ispiratore, quando le condizioni di salute e l’età non gli hanno consentito la partecipa-zione diretta. Della rivista, voluta da Aldo Capitini, è stato responsabile fino alla morte avvenuta lo scorso anno.
«Dopo lo scorso Festival della Filosofia di Modena, ci tengo che le due mostre siano viste dai fer-raresi – spiega Lugli – perché l’azione di Pinna ha reso possibile una legge sull’obiezione di co-scienza nel nostro paese, un servizio civile alternativo che poi è diventato il servizio civile volontario per migliaia di giovani. Pinna ha pagato per questo e non deve essere dimenticato. Accompagnerò personalmente i 160 ragazzi del servizio civile ferrarese, divisi in gruppi da 20 ogni mattina della prossima settimana. Attraverso la mia esperienza personale racconterò loro la mia la nonviolenza come modo di pensare e di agire». All’inaugurazione saranno presenti il sindaco Tiziano Tagliani, Anna Quarzi, direttrice dell’Istituto di Storia Contemporanea e Daniele Lugli, presidente emerito del Movimento Nonviolento. Inoltre è previsto un intervento musicale del Trio Khore, composto da Chiara Alberani, voce e chitarra, Arianna Tieghi al clarinetto e Ilaria Farina alla fisarmonica. Le mostre saranno visitabili sino al 28 novembre, dalle 9 alle 18, e saranno successivamente ospitate in alcune scuole cittadine.
L’esposizione fa parte di un ciclo di iniziative che si svilupperà il prossimo anno, volto a ricordare due concittadini, Silvano Balboni e Pietro Pinna, che hanno impegnato la loro vita contro la guerra. Ad aprire il programma, lo scorso 26 ottobre, è stata la presentazione del libro dello stesso Lugli, Silvano Balboni era un dono.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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