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Da: Organizzatori

Ieri e oggi a Ferrara, al convegno annuale APRI (Associazione Professionisti Risanamento Imprese), Duff & Phelps ha illustrato come mantenere il valore degli asset aziendali e prevenire la crisi d’impresa, alla luce del nuovo codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza.

Ferrara, 5 Novembre 2019 – La novità più significativa del nuovo codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza è l’introduzione delle procedure di allerta volte ad intercettare tempestivamente la crisi mediante una diagnosi precoce della salute dell’azienda, al fine di intervenire prima che essa si traduca in insolvenza irreversibile, salvaguardando la continuità aziendale e l’interesse degli stakeholders. Questo il tema al centro del convegno annuale APRI (Associazione Professionisti Risanamento Imprese) “Il nuovo Codice della Crisi: Quali prospettive?”, che si è tenuto a Ferrara il 4 e il 5 novembre, nella splendida cornice del Castello Estense, in collaborazione con Wolters Kluwer e con il patrocinio di Confindustria Emilia-Romagna ANDAF Sezione Emilia Romagna e Comune di Ferrara, e con l’intervento di personalità di prim’ordine nel campo giuridico, economico e finanziario.

Secondo il Presidente di APRI, Andrea Panizza, “Con l’introduzione del 2° comma dell’art. 2086 del codice civile, l’impresa è obbligata a istituire un assetto organizzativo, amministrativo e contabile adeguato alla natura e alle dimensioni dell’impresa, anche in funzione della rilevazione tempestiva della crisi d’impresa e della perdita della continuità aziendale. Si rafforza così il ruolo del controllo di gestione che consente all’imprenditore di ottenere una visione anticipatoria dell’andamento aziendale anche grazie all’introduzione di strumenti di allerta che dovranno monitorati dagli organi di controllo della società.”

In particolare, costituiscono indicatori di crisi gli squilibri di carattere reddituale, patrimoniale o finanziario, rapportati alle caratteristiche dell’impresa e dell’attività imprenditoriale, tenuto conto della data di costituzione di inizio dell’attività, rilevabili attraverso indici che evidenzino la sostenibilità dei debiti per almeno i 6 mesi successivi e le prospettive di continuità aziendale per l’esercizio in corso o, quando la durata residua dell’esercizio al momento della valutazione è inferiore a 6 mesi, per i 6 mesi successivi. Da qui l’importanza dell’adozione in azienda di strumenti come il piano industriale e il budget di tesoreria.

Secondo Enrico Rovere, Managing Director di Duff & Phelps, intervenuto in una tavola rotonda che ha analizzato le problematiche e peculiarità della valutazione delle aziende in crisi, “Riveste quindi importanza strategica la predisposizione, l’applicazione e il continuo monitoraggio di un piano industriale solido che permetta di pianificare l’attività di medio periodo dell’azienda e, quindi, di verificare il mantenimento di valore della stessa e dei suoi asset nella logica della continuità aziendale. Nel momento in cui un’azienda entra in crisi, infatti, diventa molto più difficile mantenere la valorizzazione degli asset che compongono il patrimonio aziendale e permettano un’adeguata copertura del debito di terzi.”

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

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