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14 Settembre 2020

È fatto di persone

Tempo di lettura: 3 minuti


Sembrava una serata tranquilla, una normale serata di fine estate di questo duemilaventi così strano. Un anno in cui tutti – specie chi organizza eventi – ci aspettavamo letteralmente duemila eventi, e invece…
E invece avec al caz, come insegna una famosa barzelletta assai popolare nella provincia ferrarese.
Avevo appena finito di guardare la partita della nazionale, stavo bevendo una bella 0.66 di Birra Italiana, birra il cui prezzo – da qualche mese – è stato gentilmente fissato dalla Coop alla bellezza di 0,66 euro.
Mi stavo sciroppando le consuete chiacchiere post-partita mezzo addormentato ma evidentemente non avevo prestato la dovuta attenzione ai numeri attinenti la brodaglia che stavo bevendo perché la bestia era dietro l’angolo, pronta a palesarsi.
Stavo per spegnere, così da poter andare a letto e provare a dormire quando il tipo in tipo in tv ha mandato la maledetta reclame.
Pensavo fosse la solita reclame, roba tipo il novellino Campiello o sì-con-riso-senza-lattosio o addirittura l’ormai classica credo negli esseri umani ma invece no, è sbucato fuori lo spot di quella famosa ditta che fa spedire roba in giro per il mondo e il cui logo è un sorrisino tipo quello che si vedeva una volta nella reclame sofficini.
Ingenuamente pensavo che ci potesse essere un limite anche in quel mondo di esseri spregevoli che è l’advertising, ma ingenuamente sbagliavo.
Mi sono dunque dovuto sorbire un pippone breve ma intenso che sarà durato trenta secondi ma sembrava non finire mai.
C’era questa signora vedova che raccontava di come questa ditta famosa nel mondo per la vendita di fuffa con consegna tramite corrieri – ora anche droni a quanto pare – l’abbia soccorsa poco dopo la morte del marito, assumendola nonostante l’età che avanzava inesorabile rendendola scarsa a livello di appeal sul mercato del lavoro.
Mentre questa signora raccontava quanto sono buoni e cari quelli di questa ditta famosa nel mondo, si vedevano delle riprese che raffiguravano uno scenario a dir poco idilliaco che sembrava provenire un po’ da quel vecchio film con Charlton Heston, quel film in cui tutti – nel 2022 – si nutrono di gallette prodotte da una ditta famosa nel mondo non per la vendita-con-spedizioni ma per altro.
A una certa mi aspettavo Charlton Heston che urla ma invece no, è comparso il logo col sorrisino di quella famosa ditta bla bla bla.
Era a quel punto chiaro che quell’idilliaco ambiente lì era il posto di lavoro di quella signora che fino a qualche secondo prima tentava di vendermi quella favola a cui non so davvero chi possa credere.
Sapendo già che quella notte non sarei riuscito a prendere sonno, ho dunque cercato altri spot di quella famosa ditta e ho finito per apprendere che ce ne sono altri e che c’è persino gente che si commuove per – scusate il mio francese piuttosto scolastico – QUELLA MERDA OFFENSIVA VERSO L’INTERA RAZZA UMANA!
Alla fine non ho dormito ma vabbé, non è certo questa la cosa importante.
Soprattutto in questo 2020 in cui – ancora – così tante persone danno soldi a quella famosa ditta che vende roba con spedizioni.
Comunque a parte questo fatto disdicevole è stata una serata gradevole, una serata di grande calcio.
Gli azzurri di Roberto Mancini si confermano una rappresentativa nazionale in grande crescita che – andando avanti così – può giocarsi bene le proprie carte al prossimo Campionato Europeo che purtroppo, come sappiamo tutti, è stato rimandato al 2021 per la pandemia ancora in corso.
Cordiali saluti e buona settimana a tutti!

Spread the virus (Cabaret Voltaire, 1981)

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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Francesco Monini
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