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da: organizzatori

La Primavera del Teatro prosegue a bordo della Nena e al Cortázar, in un incontro pubblico con i maestri dell’Eredità Vivente La Primavera del Teatro, promossa da Teatro Nucleo per celebrare i 40 annidalla sua fondazione e in memoria di Antonio Tassinari, prosegue con gli incontri previsti in occasione dell’Eredità Vivente, evento formativo e artistico con maestri internazionali.

Giovedì 28 maggio la giornata si apre con “E la nave va!”, un itinerario fluviale a bordo del battello La Nena con i maestri dell’Eredità Vivente, la cui partecipazione è aperta agli iscritti ai laboratori.
A seguire, alle ore 16:00 presso il Teatro Julio Cortazar, si terrà un incontro aperto al pubblico con i maestri, coordinato da Federica Zanetti, docente di Pedagogia del Dipartimento di Scienze dell’Educazione “Giovanni Maria Bertin” dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna.
All’incontro, durante il quale interverranno anche Cora Herrendorf e Horacio Czertok di Teatro Nucleo, parteciperanno alcuni dei maestri che in questi giorni conducono i workshop di formazione presso il Teatro Julio Cortazar: Ricardo Talento e Ana Serralta, dei Teatri Comunitari Argentini, e Cathy Marchand del Living Theatre, che terrà il seminario Nella valigia di Julian Beck il 29-30-31 maggio. L’incontro sarà accompagnato da video proiezioni di spettacoli e momenti salienti del percorso artistico dei gruppi invitati.
A seguire, verrà presentato lo slideshow “Living Theatre nelle immagini di Marco Caselli Nirmal 1977-2013”, un percorso fotografico per ripercorrere la storia del Living Theatre attraverso le immagini con cui il fotografo ha
immortalato il gruppo fin dagli anni Settanta. Gli scatti di Marco Caselli Nirmal costituiscono un prezioso archivio storico per documentare l’attività del Living Theatre: alcune immagini sono di grande rilievo proprio perché realizzate in un’epoca in cui il colore era ancora poco utilizzato per le fotografie di
spettacolo.
Ricardo Talento, regista, drammaturgo e docente teatrale, è fondatore e direttore del Circuito Culturale Barracas di Buenos Aires, parte integrante della rete nazionale di Teatro Comunitario. Dal 22 al 24 maggio ha
tenuto un seminario teorico-pratico sulle metodologie del Teatro Comunitario.
Ana Serralta è scenografa del Gruppo di Teatro Catalinas Sur di Buenos Aires. Nel 2005 ha realizzato insieme a Omar Gasparini i murales del Teatro Julio Cortàzar di Pontelagoscuro e, successivamente, di altri quattro
importanti edifici del quartiere. Ha inoltre creato tutte le scenografie per gli spettacoli ideati e diretti da Antonio Tassinari quando era alla guida del Teatro Comunitario di Pontelagoscuro. Sta conducendo, fino al 30 maggio, un laboratorio pratico di costruzione scenografica.
Cathy Marchand è stata allieva di Julian Beck e Judith Malina, fondatori del Living Theatre. Ha inoltre lavorato con Pier Paolo Pasolini, Sergio Citti, Gian Maria Volonté, Federico Fellini e Dino Risi. Il seminario che condurrà a partire da venerdì 29 maggio trae ispirazione dagli oggetti simbolo che hanno segnato la sua storia personale e artistica in relazione al Living Theatre.

(in foto: Ricardo Talento)

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PAESE REALE

di Piermaria Romani

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Pescando un pesce d’oro
5 titoli evergreen dall’archivio di 50.000 titoli  di Periscopio

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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