Skip to main content

da: ufficio comunicazione ed eventi Unife

Presentato oggi il XVIII Rapporto sul Profilo e sulla Condizione occupazionale dei laureati italiani di AlmaLaurea, che ha coinvolto i laureati di 71 università delle 73 ad oggi aderenti al Consorzio.

IL PROFILO DEI LAUREATI DELL’UNIVERSITÀ DI FERRARA

Sono 2.995 i laureati 2015 di Unife analizzati. Si tratta di 1.587 di primo livello, 644 magistrali biennali e 746 a ciclo unico.

Unife sempre più internazionale
La quota di laureati di cittadinanza estera è pari al 3,9%, contro la media nazionale del 3,4%: il 3,9% tra i triennali (in Italia 3,1%) e il 2,6% tra i magistrali biennali, contro il 4,3% nazionale. Il 52% dei laureati proviene da fuori regione, mentre in Italia il 21%; in particolare il 49% tra i triennali (in Italia 19 su cento) e il 54% tra i magistrali biennali (27% di media nazionale).

La riuscita negli studi universitari
In linea con la media nazionale, l’età media alla laurea a Unife è pari a 26,2 anni per il complesso dei laureati, varia tra i 25 anni per i laureati di primo livello e i 28 anni per i magistrali biennali. Su tale risultato incide anche il fatto che non tutti i diplomati si immatricolano subito dopo la conquista del diploma. 50 laureati su cento, contro il 47% italiano, terminano l’università in corso.

Le esperienze nel corso degli studi
Il 72% dei laureati, contro il 56% nazionale, ha svolto tirocini riconosciuti dal proprio corso di studi: l’81%, in Italia il 59%, tra i laureati di primo livello e l’83% (media nazionale 57%) tra i magistrali biennali (valore che cresce all’87% considerando anche coloro che l’hanno svolta solo nel triennio).
Le esperienze di studio all’estero riconosciute dal corso di laurea (Erasmus in primo luogo) riguardano il 10% dei laureati, in linea con la media nazionale.
Come i colleghi italiani, il 65% dei laureati Unife ha svolto un’attività lavorativa durante gli studi universitari: il 66% tra i laureati di primo livello e il 68% tra i magistrali biennali.

La soddisfazione degli studenti ferraresi
L’87% dei laureati è soddisfatto del rapporto con il corpo docente, contro l’84% in Italia. 85 laureati su cento considerano le aule adeguate (il 68% a livello nazionale), 41 ritengono le postazioni informatiche presenti in numero adeguato (media nazionale del 34%) e, come in Italia, 78 valutano positivamente i servizi di biblioteca.
“Il XVIII Rapporto su Profilo e Condizione Occupazionale di Almalaurea – commenta Paolo Tanganelli, Delegato del Rettore alla didattica – ha fotografato i principali punti di forza della nostra offerta formativa, tra cui è doveroso rimarcare l’ottima preparazione del corpo docente e la grande attenzione nei confronti delle esperienze di tirocinio curricolare allo scopo di favorire l’inserimento lavorativo. Infatti, la percentuale di soddisfazione dei laureati rispetto ai docenti arriva addirittura all’87% a Ferrara”.

L’ OCCUPAZIONE DEI LAUREATI UNIFE

L’Indagine ha riguardato complessivamente 4.939 laureati dell’Università di Ferrara. La sintesi si concentra sull’analisi delle performance dei laureati triennali e magistrali biennali usciti nel 2014, intervistati a un anno dal titolo, e su quelle dei laureati magistrali biennali del 2012, intervistati a tre anni, e del 2010 intervistati a cinque anni.

I laureati triennali ferraresi tra Università e lavoro
L’Indagine ha coinvolto 1.617 laureati triennali del 2014 intervistati dopo un anno dal titolo, nel 2015.
Sebbene il 46% di laureati di primo livello (55% in Italia), prosegua il percorso formativo con la magistrale, è utile fotografare le performance occupazionali di coloro che hanno scelto di non proseguire gli studi.
Isolando quindi tra i laureati triennali coloro che non si sono mai iscritti a un corso di laurea magistrale, il 52% contro il 43% italiano, è possibile verificare le loro performance occupazionali a un anno dal titolo. Il tasso di occupazione (si considerano occupati anche quanti sono in formazione retribuita) è del 70%, mentre la media nazionale riguarda 67 laureati su cento.
Il 41% degli occupati può contare su un lavoro stabile, un punto percentuale in meno rispetto alla media nazionale, ossia contratti a tempo indeterminato o attività autonome effettive (liberi professionisti, lavoratori in proprio, imprenditori, ecc.). Il guadagno di 1.111 euro è in media con quello nazionale.
Ma quanti fanno quello per cui hanno studiato (richiesta della laurea per l’esercizio del lavoro
svolto e utilizzo nel lavoro delle competenze apprese all’università)? Con otto punti percentuali in più rispetto ai colleghi italiani, 58 laureati Unife su cento, considerano il titolo molto efficace o efficace per il lavoro che svolgono.

I laureati magistrali biennali a uno, tre e cinque anni dalla laurea
I laureati magistrali biennali del 2014 coinvolti ad un anno dal titolo sono 562, quelli del 2012 a tre anni sono 559 e quelli del 2010 a cinque anni sono 633.
A un anno: contro il 70 % di media nazionale, il 77% dei laureati magistrali biennali del 2014, è occupato. A tre anni: l’88% dei laureati magistrali biennali del 2012 è occupato, rispetto all’82% italiano. A cinque anni: rispetto all’84% in Italia, a Unife l’89% dei laureati magistrali biennali del 2010 è occupato.
“Altrettanto confortante – conclude Tanganelli – è il nostro tasso di impiego dei laureati magistrali a un anno dal conseguimento del titolo, che si attesta al 77% (la media dell’Emilia Romagna è del 75%, mentre quella nazionale si ferma al 70%); questo risultato dipende certo da numerosi fattori, ma dovrebbe essere collegato soprattutto all’investimento di Ferrara sul potenziamento dei tirocini riconosciuti dal corso di studi: queste fondamentali esperienze professionalizzanti vengono infatti maturate dal 72% dei nostri laureati, risultato di ben dieci punti superiore alla media regionale”.

tag:

UNIVERSITA’ DI FERRARA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
Oggi Periscopio ha oltre 320.000 lettori, ma vogliamo crescere e farsi conoscere. Dipenderà da chi lo scrive ma soprattutto da chi lo legge e lo condivide con chi ancora non lo conosce. Per una volta, stare nella stessa barca può essere una avventura affascinante.  Buona navigazione a tutti.

Tutti i contenuti di Periscopio, salvo espressa indicazione, sono free. Possono essere liberamente stampati, diffusi e ripubblicati, indicando fonte, autore e data di pubblicazione su questo quotidiano.

Francesco Monini
direttore responsabile


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it