Skip to main content

Da: Ufficio Stampa Camera di Commercio di Ferrara

Il Covid morde l’economia ferrarese, con oltre il 70% delle imprese coinvolte nella fermata produttiva totale o parziale. Al calo della produzione è corrisposta una frenata degli ordinativi: la domanda interna è crollata in seguito al lockdown e, in contemporanea, si è assistito al venir meno della domanda estera via via che le misure di contenimento del coronavirus venivano messe in atto dai vari paesi, facendo venire meno così il traino delle esportazioni (in calo a livello provinciale del -26,1%) che tante volte in passato hanno salvato la nostra economia.

 

Questi i dati elaborati dall’Osservatorio dell’economia della Camera di commercio, che, per il 2021, prevede un parziale recupero rispetto al minimo storico toccato durante il lockdown, ma siamo ancora ben lontani dai valori dello scorso anno e le incertezze economiche, sanitarie e sociali pesano sulle prospettive future.

 

“Moltissime imprese lottano con un calo della domanda e con una produzione che non riprende. I prossimi bilanci saranno in rosso. Ci sono questioni urgenti da affrontare, legate alla patrimonializzazione, alla liquidità e al rilancio degli investimenti. Non siamo usciti dall’emergenza”. Così Paolo Govoni, presidente della Camera di commercio, che ha sottolineato la necessità “di mettere in campo misure immediate, altre a medio termine e altre ancora con una visione ai prossimi dieci anni o più”.

 

Nel dettaglio: nel 2020 crollano gli investimenti, con Industria e Costruzioni ad accusare il colpo più duro, cadono le esportazioni e si ridurranno forza lavoro e occupati, con un incremento del tasso di disoccupazione, nel 2021, salirà ai massimi dal 2015. Secondo Prometeia, prosegue la Camera di commercio, quest’anno assisteremo ad una caduta del Valore Aggiunto provinciale a due cifre (-10,2%), decisamente superiore a quella del 2009 e leggermente migliore di quanto previsto per l’Emilia-Romagna. La ripresa sarà solo parziale nel 2021 (+6%). L’andamento segue quanto previsto per l’intero Paese: il valore aggiunto italiano dovrebbe scendere del 10,1% nel 2020, per poi riprendersi al 5,9% nel 2021.

 

Nel 2020 il fatturato ferrarese calerà in totale dell’11,4%: i settori che accuseranno più il colpo saranno l’Alloggio e Ristorazione (-35,7%) la Logistica (-23%) e le Costruzioni (-21,3%), a seguire anche il manifatturiero con la Moda (-17,4%) e la Metalmeccanica (-12,2%), i Servizi alle persone (-16,5%) ed il Commercio (-13,1%). L’Osservatorio della Camera di commercio stima, inoltre, che le imprese in deficit di liquidità saranno il 39,6% a fronte di una liquidità necessaria per coprire i costi che supererà i 180milioni di euro. Anche le esportazioni, che a Ferrara varranno il 21,8% del valore aggiunto, saranno in caduta libera (-26,1%) per poi riprendersi (+17,6%) il prossimo anno. Nel 2021 la ripresa sarà solo parziale in tutti i settori, ma più pronta nell’industria (+14,0 per cento).

 

Nel 2020 gli effetti della pandemia condurranno a una sensibile riduzione delle forze lavoro (-2,4%) e dell’occupazione (-2,5%), per la fuoriuscita dal mercato di molti lavoratori non tutelati, con un contenuto aumento della disoccupazione. Nel 2021 l’occupazione si ridurrà ancora e aumenterà decisamente il tasso di disoccupazione (11,7%), ai massimi dal 2015.

 

“Occorre intervenire subitoha concluso Govoninon si può chiedere alle aziende di indebitarsi per fronteggiare bilanci in perdita. Le aziende si stanno ulteriormente indebitando per esigenze di liquidità e per non comprometterne l’equilibrio finanziario, è necessario posticipare il rientro ad almeno 10 anni, anche per consentire un cash flow sufficiente per finanziare nuovi investimenti. Non possiamo ritrovarci nei prossimi anni con un sistema industriale vecchio e non competitivo”.

tag:

CAMERA DI COMMERCIO


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
Oggi Periscopio ha oltre 320.000 lettori, ma vogliamo crescere e farsi conoscere. Dipenderà da chi lo scrive ma soprattutto da chi lo legge e lo condivide con chi ancora non lo conosce. Per una volta, stare nella stessa barca può essere una avventura affascinante.  Buona navigazione a tutti.

Tutti i contenuti di Periscopio, salvo espressa indicazione, sono free. Possono essere liberamente stampati, diffusi e ripubblicati, indicando fonte, autore e data di pubblicazione su questo quotidiano.

Francesco Monini
direttore responsabile


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it