Skip to main content

Che ruolo svolge l’informazione nella diffusione delle informazioni economiche, questo il tema del seminario promosso dall’Ordine dei giornalisti che si è svolto sabato 5 ottobre nella sala del consiglio comunale di Ferrara. Un incontro rivolto principalmente ai giornalisti ma che ha visto una grande partecipazione di cittadini interessati al tema.

I relatori della giornata, introdotti da Alessandro Zangara responsabile dell’Ufficio Stampa del Comune di Ferrara, sono stati il professore e senatore Alberto Bagnai, Capo della Commissione Finanze, Sabrina Bonomi, docente di economia, Roberto Sommella (in diretta streaming) condirettore di Milano Finanza, Alessandro Somma, giornalista, docente di diritto della università di Ferrara e Claudio Bertoni del Gruppo Cittadini Economia di Ferrara che ha avuto il compito di raccontare l’esperienza di un gruppo di cittadini ferraresi impegnati a diffondere conoscenza sulle tematiche macroeconomiche.

Il primo ad iniziare è stato il prof. Bagnai che ha sottolineato quanto politica e giornalismo non stiano realizzando il loro compito sociale, ed è stato proprio questo che nel 2011 lo convinse ad aprire il suo blog http://goofynomics.blogspot.com diventato poi un punto di riferimento dell’informazione economica con milioni di visualizzazioni “se l’informazione economica fosse stata corretta non avrei avuto motivo di farlo”.

La lamentela maggiore è in relazione alla manipolazione dei dati “se, ad esempio, l’inflazione negli anni ’90 era ad una cifra, non si può dire fosse a due cifre” ma questo avviene continuamente anche in quella che è considerata la stampa migliore “ciò che invece un giornalista dovrebbe fare è riferire correttamente senza alterare la realtà.” Bisognerebbe attenersi al codice etico, che esiste ed è chiaro.

Un esempio di come la realtà venga alterata sui temi macroeconomici, continua Bagnai, è sempre l’inflazione. Anche economisti, oltre che giornalisti, hanno insistito fin dal 2011 sulla relazione “stampare moneta uguale a inflazione” ma nessuno guarda che con il quantitative easing sono stati stampati oltre 3.000 miliardi di euro dalla Banca Centrale Europea senza che questo ci abbia dato la sicurezza di essere usciti dalla deflazione. Cosa dice l’informazione in merito? Nulla.

L’economia, continua Bagnai, è uno scambio tra due persone, concetto che porta anche alla comprensione degli scambi internazionali e dell’egoismo di alcune nazioni, come la Germania. Laddove c’è un venditore ci deve essere necessariamente un acquirente, quindi chi pretende solo di vendere per accumulare come fa la Germania crea tensioni internazionali. Chi ha grandi surplus deve aumentare la capacità di spesa interna in maniera da permettere ai suoi cittadini di comprare di più e in tal modo riequilibrare la domanda interna ed estera.

L’economia è poi “politica”, ovvero decide a chi distribuire la ricchezza a seconda dei rapporti di forza del momento.

E che l’economia sia e debba essere politica viene sottolineato dall’intervento del prof. Somma, giurista e autore di un bellissimo libro che abbiamo già recensito qui https://www.ferraraitalia.it/sovranismi-strumento-del-popolo-contro-i-trattati-europei-liberisti-170072.html . I mercati hanno bisogno di regole per funzionare e le regole ci sono. Ma sono un fatto politico e rispettano quei rapporti di forza di cui si diceva prima. Già ai tempi della nascita del pensiero economico, con Adam Smith, c’erano regole nei mercati anche se erano di tipo morale. Oggi le regole sono fatte dagli Stati nonostante si abbia l’impressione che i mercati siano onnipotenti e senza pilota. E le regole oggi dicono che la stabilità dei prezzi è più importante della piena occupazione.

Ciò che si dovrebbe fare, quindi, è recuperare la buona politica nei mercati ed in questo proprio i giuristi potrebbero dare il loro contributo.

Un bell’intervento anche da parte di Roberto Sommella, Milano Finanza, che ha sottolineato che nell’era di internet bisogna affrontare il problema dell’informazione improvvisata. Internet ha aperto tante possibilità ma crea anche molti problemi “oggi aver fatto un esame, aver studiato sembra non conti più … la dittatura della mediocrità, c’è una mancanza diffusa di competenza certificata, uno smantellamento dei ruoli”.

Ha parlato poi dei tassi zero e delle nuove sfide che dovremmo affrontare con le banche che saranno sempre meno importanti “Steve Jobs disse: il credito è necessario, le banche no, ed è stato profetico … stiamo andando verso banche digitali, nuove forme di pagamento, le grandi firme vogliono farsi la propria moneta, Amazon ha chiesto una licenza bancaria in Estonia”.

Insomma, secondo Sommella, oggi entrare in una banca o fermarsi a comprare un giornale sono atti rivoluzionari.

L’intervento della prof. Bonomi si è soffermato sulla necessità di dare il giusto posto all’economia. Una scienza sociale che ha quindi bisogno di rapportarsi meglio con le persone e i cittadini i quali possono ancora influenzare le grandi decisioni con le loro piccole scelte.

Ha chiuso la giornata Claudio Bertoni del Gruppo Economia (www.gecofe.it ) delineandone il percorso degli ultimi otto anni. Incontri, conferenze, spettacoli di teatro civile e l’esperimento di una moneta complementare come metodo di studio pratico per comprendere il funzionamento della moneta ma anche proposte di legge inviate in Parlamento.

In definitiva, si è compreso che qualcosa all’informazione economica manca. Tante voci e spesso poco competenti, dati interpretati con troppa leggerezza, analisi troppo politiche e quindi di parte fanno sì che la richiesta di maggiore indipendenza e più obiettività sia stata unanime.

tag:

Claudio Pisapia

Dipendente del Ministero Difesa e appassionato di macroeconomia e geopolitica, ha scritto due libri: “Pensieri Sparsi. L’economia dell’essere umano” e “L’altra faccia della moneta. Il debito che non fa paura”. Storico collaboratore del Gruppo Economia di Ferrara (www.gecofe.it) con il quale ha contribuito ad organizzare numerosi incontri con i cittadini sotto forma di conversazioni civili, spettacoli e mostre, si impegna nello studio e nella divulgazione di un’informazione libera dai vincoli del pregiudizio. Cura il blog personale www.claudiopisapia.info

PAESE REALE

di Piermaria Romani

PROVE TECNICHE DI IMPAGINAZIONE

Top Five del mese
I 5 articoli di Periscopio più letti negli ultimi 30 giorni

05.12.2023 – La manovra del governo Meloni toglie un altro pezzo a una Sanità Pubblica già in emergenza, ma lo sciopero di medici e infermieri non basterà a salvare il SSN

16.11.2023 – Lettera aperta: “L’invito a tacere del Sindaco di Ferrara al Vescovo sui Cpr è un atto grossolano e intollerabile”

04.12.2023 – Alla canna del gas: l’inganno mortale del “mercato libero”

14.11.2023 – Ferrara, la città dei fantasmi

07.12.2023 – Un altro miracolo italiano: San Giuliano ha salvato Venezia

La nostra Top five
I
 5 articoli degli ultimi 30 giorni consigliati dalla redazione

1
2
3
4
5

Pescando un pesce d’oro
5 titoli evergreen dall’archivio di 50.000 titoli  di Periscopio

1
2
3
4
5

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
Oggi Periscopio ha oltre 320.000 lettori, ma vogliamo crescere e farsi conoscere. Dipenderà da chi lo scrive ma soprattutto da chi lo legge e lo condivide con chi ancora non lo conosce. Per una volta, stare nella stessa barca può essere una avventura affascinante.  Buona navigazione a tutti.

Tutti i contenuti di Periscopio, salvo espressa indicazione, sono free. Possono essere liberamente stampati, diffusi e ripubblicati, indicando fonte, autore e data di pubblicazione su questo quotidiano.

Francesco Monini
direttore responsabile


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it