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da: Chiara Bottini

Clima, 98% italiani ha voglia di ecosostenibilità: Milano in testa, Roma maglia nera

Italiani a caccia di ecosostenibilità: il 98% vorrebbe vivere in un mondo più ‘green’, ma 4 su 10 non sanno come fare. E la voglia di sostenibilità presenta una distribuzione a macchia di leopardo nel Paese: primeggia Milano, mentre Roma è maglia nera e si colloca al 109esimo posto tra le principali località. A misurare l’appeal verso questo tema è una ricerca condotta dalla startup EcoSost (http://www.ecosost.it/.) in occasione di Cop21, la conferenza mondiale sul clima in corso a Parigi. I risultati mostrano come il tema della sostenibilità sia fortemente percepito dagli italiani, ma come allo stesso tempo ci sia una carenza di consapevolezza che impedisce ai cittadini di mettere in pratica quei piccoli e grandi gesti in grado di rendere più sostenibile il proprio stile di vita: il 60% degli intervistati, infatti, ha saputo identificare solo la raccolta differenziata e l’energia rinnovabile come possibili mezzi per ridurre gli sprechi e salvaguardare l’ambiente.
Scorrendo la classifica delle località che guardano all’ecosostenibilità con maggiore interesse dopo Milano ci sono Torino, Bologna, Trento, Brescia e Modena, mentre Palermo, al sesto posto, è la prima città del Sud. In generale le grandi città manifestano una grande attenzione a questo fenomeno, tranne Roma: la Capitale occupa i posti bassi della graduatoria. Per quanto riguarda le Regioni, in testa c’è la Lombardia, seguita da Veneto, Toscana e Piemonte.
La ricerca ha preso in considerazione quattro macro-aree: cibo, acquisti verdi, mobilità sostenibile e risparmio energetico. Per calcolare il livello di ecosostenibilità delle Regioni e delle città si è tenuto conto dell’impegno degli utenti e delle aziende, che si trovano insieme all’interno del portale di Ecosost. Per gli utenti sono state prese in considerazione le azioni volte al miglioramento del proprio stile di vita, l’aumento della consapevolezza nei consumi e la partecipazione attiva nel sensibilizzare le scelte degli altri utenti. Per quanto riguarda le aziende si è tenuto conto del loro impegno nel mettere in pratica i principi di sostenibilità nei loro processi produttivi e commerciali e di quanto questi siano riconosciuti dagli utenti.
“I risultati dimostrano che il cambiamento culturale degli italiani nei confronti del vivere eco sostenibile è già iniziato”, sottolinea il founder di EcoSost, Nicola Tagliafierro. “Il paradosso – aggiunge – è che gli italiani non sanno a pieno come poter realizzare, anche con i piccoli gesti quotidiani, questo cambiamento fondamentale e necessario soprattutto per le generazioni future: in questo percorso, purtroppo, non sono sempre sostenuti da un vero progetto locale di sostenibilità di cui invece tutte le istituzioni si dovrebbero dotare”.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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