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da: Comitato Promotore

La Democrazia è il diritto, il diritto di tutti, se non all’esercizio del potere, ma comunque ad avere voce in capitolo. Ma, quanta Democrazia vi è oggi nei partiti, forze e movimenti politici?
In effetti, la mancata attuazione e regolamentazione dell’art.49 della Costituzione Italiana (libertà di associazione in partiti e metodo democratico) strettamente collegato all’art.2 (diritti inviolabili…nelle formazioni sociali) ha per troppo tempo non solo condizionato la vita politica italiana, ma addirittura contribuito al suo scadimento e degenerazione progressivi, determinando nei Cittadini italiani prima disinteresse e poi un diffusissimo sentimento anti-casta e di anti-politica.
Così allontanando sempre più le persone dall’impegno civile e politico, specie le nuove generazioni. Quelle che – da sempre – fungono anche da pungolo al cambiamento, rinnovamento, rigenerazione, portando nuove istanze e più moderne visioni.
La Democrazia però si nutre di Idee, Impegno civile e sociale e soprattutto Dialettica.
Rinunziare a tutto ciò, o peggio soffocarlo o tacitarlo, è un’operazione tanto pericolosa quanto scellerata. Dalle conseguenze non sempre prevedibili e, il più delle volte la Storia in questo è Maestra, nefaste o quanto meno negative.
Ma, dopo oltre 30 anni di assoluta indifferenza (o, peggio, voluta miopia), sembra che la politica italiana si sia svegliata dal torpore. Complice, altresì, sia l’entrata nell’agone politico-istituzionale del Movimento 5 Stelle (soltanto inizialmente con caratteri di assoluta e teorica atipicità rispetto ai tradizionali partiti politici), e sia un recentissimo Regolamento UE (n.1141 del 2014) del Parlamento Europeo e del Consiglio relativo allo statuto e al finanziamento dei partiti politici europei e delle fondazioni politiche europee.

Ed ecco come si pone – dopo le ultime leggi italiane in materia (L. 96/2012 e L. 13/2014, frutto più del timore della dilagante e diffusa ondata di anti-politica, che di una ragionata regolamentazione in materia) – la recente iniziativa legislativa presentata dal senatore Sposetti (PD), n.1852 del 27 marzo 2015, sulla Disciplina dei partiti politici in attuazione dell’art.49 della Costituzione con delega al Governo per l’adozione di un decreto legislativo di riordino delle disposizioni riguardanti i partiti politici.
Sostanzialmente improntata all’attuazione e difesa dei principi inderogabili e dei valori principali, a cui i partiti politici sono tenuti ad ispirare la loro attività e il loro programma: il rispetto del metodo democratico, della dignità umana, della libertà, dell’uguaglianza, dello stato di diritto e del rispetto dei diritti dell’uomo, compresi i diritti delle persone appartenenti alle minoranze.
Ma anche nella più giovane forza politica italiana, appunto il M5S, non mancano i rumors, dissenso e alcune formali iniziative e prese di posizioni con spirito di cittadinanza attiva e di consapevolezza dei propri diritti, specie a seguito delle tante proteste, richieste, azioni, dissenso sulle discrezionali espulsioni di parlamentari e di attivisti al di fuori di qualsiasi regola, certezza del procedimento e contraddittorio, e vuoi anche a causa di una raffica di diffide – inoltrate da uno studio legale – atte ad inibire l’uso del simbolo pentastellato a molti Meetup.
Infatti un Comitato Promotore, formato da iscritti, ex iscritti e simpatizzanti del Movimento 5 Stelle, delusi di non ricevere da mesi e mesi alcuna risposta a legittime istanze e richieste di informazioni e trasparenza, ha redatto una PETIZIONE AL M5S con oggetto EFFETTIVO ESERCIZIO DEI DIRITTI COSTITUZIONALI A GARANZIA DELLA DEMOCRAZIA INTERNA, TRASPARENZA, INFORMAZIONE E TUTELA PRIVACY NEL M5S.
La PETIZIONE, su change.org al link http://tinyurl.com/oq9djh2 , a cui hanno già aderito in pochi giorni sia centinaia di sottoscrittori e sia ben cinque Parlamentari ex M5S (Barbanti, Casaletto, Molinari, Pepe, Simeoni) ha quindi lo scopo di sollecitare Beppe Grillo (nella sua qualità di capo politico e legale rappresentante dell’Associazione Movimento 5 Stelle) e Gianroberto Casaleggio (nella sua qualità di responsabile della privacy e protezione dei dati informatici) a prendere in seria considerazione alcune violazioni dei diritti costituzionali, di quelli derivanti da norma di legge, e soprattutto dei principi di trasparenza e informazione. In particolare, poi, una parte riguarda espressamente le espulsioni sia di attivisti che di parlamentari.
La Petizione è stata altresì inviata ai Presidenti di Camera e Senato, al Garante per la protezione dei dati personali e a tutti i Parlamentari ed Europarlamentari M5S.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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