Skip to main content
3 Giugno 2014

El otro plan Colombia

Tempo di lettura: 5 minuti


El otro plan Colombia è un progetto di valorizzazione dell’artigianato colombiano come fonte di sviluppo socioeconomico che abbiamo realizzato insieme a Sapia, un laboratorio artigianale di Bogotà, nostro partner da vari anni. Sapia è una azienda piccola, ma molto attiva, che ci ha fatto conoscere aspetti contrastanti della Colombia: da un lato, una grande vitalità del piccolo artigianato, soprattutto femminile, dall’altro, il lavoro nero e sottopagato e la forte e cronica disoccupazione, in particolare nelle grandi città come Bogotà, approdo di tutti i desplazados, famiglie intere scappate dalle campagne a causa della guerriglia. Con Sapia abbiamo iniziato a lavorare sul primo, positivo, aspetto, cercando altre realtà artigianali da inserire nel circuito equo solidale. Si è costituito così un nucleo di piccole imprese, di laboratori, di persone con le quali sviluppare nuovi prodotti anche con la collaborazione di designer come Edoardo Perri e Massimo Renno della cooperativa Il Filò che hanno passato un periodo in Colombia e lavorato con gli artigiani, per sperimentare ed innovare le produzioni, sempre nel rispetto dei loro tempi e della loro cultura.Sapia
Nel 1989 nasce a Bogotà il laboratorio artigianale Piel Acida da una idea originale di Ana Maria Pedrahita: produrre oggetti da regalo utilizzando la buccia delle arance e fornire, al contempo, una opportunità lavorativa a donne in difficoltà. Nell’arco di pochi anni il successo di questi prodotti totalmente naturali e con un forte contenuto sociale è andato crescendo e ha permesso di allargare la produzione ad altri materiali naturali, come le foglie di mais, la tagua, la lana, il cotone, la pasta di mais. Nel 2009 è nata Sapia dalla fusione tra Piel Acida e Salvarte, azienda locale specializzata nella valorizzazione e distribuzione dell’artigianato colombiano. Il processo di fusione è stato valutato e sviluppato in modo collettivo e democratico, come accade per ogni decisione a Sapia e la struttura orizzontale che l’azienda ha mantenuto ha dato la possibilità ad alcuni lavoratori di crescere professionalmente assumendo maggiori responsabilità all’interno della nuova struttura e avere anche stipendi più alti. Grazie a questa nuova organizzazione sarà possibile coinvolgere altri produttori e valorizzarne maggiormente i prodotti attraverso la rete di negozi già attivata da Salvarte. Attualmente Sapia lavora con una trentina di satelliti (sia singole persone che gruppi informali o famigliari) che assemblano e realizzano i prodotti in piccoli laboratori o a casa loro. Tutti i satelliti sono conosciuti personalmente da Sapia e sono per la maggior parte donne capofamiglia, per le quali poter lavorare da casa permette di gestire i bambini (sono spesso donne sole con figli, abbandonate dai mariti, situazione purtroppo molto frequente in Colombia).
Oltre ai satelliti, Sapia ha 19 dipendenti(tra laboratorio, amministrazione, disegno) che hanno redditi fissi, assicurazione sanitaria, ferie pagate, alcuni benefici per i figli. Sapia è anche molto attenta alle piccole realtà artigianali del territorio, con le quali cerca di attivare reti, collaborazioni, progetti comuni, come El otro Plan Colombia.

Manifactura Ariza
E’ un laboratorio di borse e accessori in pelle fondato da Ana Rosa Ariza a Ciudad Bolivar, un immenso e poverissimo quartiere popolare alla periferia di Bogotà. Manifactura Ariza crea per Sapia varie linee di borse in pelle, in cotone, in cana flecha e in materiali recuperati come il PVC dei cartelloni pubblicitari. Dal 2011, l’instancabile donna Rosa ha proposto, in collaborazione sempre con Sapia, anche una linea realizzata interamente con camera d’aria di riciclo. Tutti questi nuovi prodotti e progetti hanno permesso a Manifactura Ariza di chiudere il 2012 con ottimi risultati: grazie all’aumento di lavoro è stato possibile ampliare il laboratorio e assumere alcune persone in più. Attualmente i lavoratori sono saliti quindi a 22. Grazie alla costruzionedi un terzo piano, gli spazi saranno meglio organizzati e ci sarà una zona specifica dedicata al taglio, una alla cucitura , una all’imballaggio e rifinitura, rendendo il lavoro più fluido e semplice da gestire. Per l’incremento di fatturato di Manifactura Ariza è stata fondamentale la collaborazione con Sapia, infatti tra il 2009 e il 2012, anni in cui il rapporto si è maggiormente intensificato,gli ordini sono aumentati di sette volte.

Oxidos
E’ un laboratorio artigianale di Bogotà fondato da due sorelle, designer e imprenditrici, che realizza oggetti per la casa in metallo, tinto con un particolare processo ossidativo di loro invenzione. Nato come piccola impresa famigliare, ora da Oxidos dipendono circa 15 lavoratori. A tutti i dipendenti garantisce uno stipendio sicuro, contratti duraturi e tutti i contributi, per un futuro stabile e sereno.

Chankuko
Chankuko è un piccolo laboratorio artigianale nato nel 2010 grazie ad un progetto sostenuto dall’Assessorato allo Sviluppo Economico del municipio di Bogotà e all’organizzazione parzialmente pubblica Artesanas de Colombia. L’idea è semplice, originale ed ecologica: sviluppare linee di bigiotteria completamente sostenibili, rispettose dell’ambiente: tutte le loro creazioni (anelli, bracciali, collane) sono infatti realizzate con camera d’aria di bicicletta o con la gomma che si trova all’interno dei tappi di birre o bibite (il tappo vero e proprio di metallo è invece avviato al riciclo).

Creata
E’ un’organizzazione nata dall’ONG Aid To Artisan con l’obiettivo di sostenere le comunità indigene più emarginate della Colombia attraverso la commercializzazione di prodotti tradizionali realizzati da artigiani delle comunità stesse. La Fondazione Creata supporta gli artigiani nello sviluppo di prodotti adatti al mercato, nella commercializzazione e nella strutturazione della loro impresa. Con Creata abbiamo inserito a catalogo i sandali realizzati dalle artigiane Wayu, un gruppo indigeno della regione La Guajira.

Taller Jipi Japa
Un piccolo laboratorio artigianale di Sandonà, nella regione di Narino, che produce cappelli e borse in fibra di palma. Un bellissimo progetto, supportato da Sapia e tutto al femminile: sono 15 le donne che lavorano nel taller, tutte in situazioni difficili, molte sono vedove, le altre sono donne capofamiglia, sostengono cioè da sole la propria vita e quella dei figli.

Ecuilibrio Diseño
Ecuilibrio Diseño è un piccolo laboratorio sulle montagne a un paio di ore da Bogotà, gestito da Javier Disgranados, in cui lavorano lui stesso, la compagna e alcuni ragazzi disabili. Javier crea bigiotteria in resina coloratissima, completamente realizzata a mano: ogni oggetto viene levigato sei volte, con sei diversi gradi di carta vetrata, con un lavoro di ore e ore. Si potrebbe dimezzare il tempo di lavoro e dunque i costi relativi acquistando una levigatrice, ma al momento il laboratorio non si può permettere i costi che tale macchina richiede.

Documentazione a cura di Altra Qualità

tag:

Deborah Milano

I commenti sono chiusi.


PAESE REALE

di Piermaria Romani

PROVE TECNICHE DI IMPAGINAZIONE

Top Five del mese
I 5 articoli di Periscopio più letti negli ultimi 30 giorni

05.12.2023 – La manovra del governo Meloni toglie un altro pezzo a una Sanità Pubblica già in emergenza, ma lo sciopero di medici e infermieri non basterà a salvare il SSN

16.11.2023 – Lettera aperta: “L’invito a tacere del Sindaco di Ferrara al Vescovo sui Cpr è un atto grossolano e intollerabile”

04.12.2023 – Alla canna del gas: l’inganno mortale del “mercato libero”

14.11.2023 – Ferrara, la città dei fantasmi

07.12.2023 – Un altro miracolo italiano: San Giuliano ha salvato Venezia

La nostra Top five
I
 5 articoli degli ultimi 30 giorni consigliati dalla redazione

1
2
3
4
5

Pescando un pesce d’oro
5 titoli evergreen dall’archivio di 50.000 titoli  di Periscopio

1
2
3
4
5

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
Oggi Periscopio ha oltre 320.000 lettori, ma vogliamo crescere e farsi conoscere. Dipenderà da chi lo scrive ma soprattutto da chi lo legge e lo condivide con chi ancora non lo conosce. Per una volta, stare nella stessa barca può essere una avventura affascinante.  Buona navigazione a tutti.

Tutti i contenuti di Periscopio, salvo espressa indicazione, sono free. Possono essere liberamente stampati, diffusi e ripubblicati, indicando fonte, autore e data di pubblicazione su questo quotidiano.

Francesco Monini
direttore responsabile


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it