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da: Roberto Guerra

Vano qua a Ferrara commentare da ferraresi doc sudditi, le esternazioni bolognesi di Ilaria Morghen: definire “bastardo” il PD Ferrara, o meglio Partito Democristiano letteralmente è la pura verità storica, neppure discutibile, contestarlo significa neppure conoscere la storia recente del fu PCI e dei protagonisti principali del post PCI anche a Ferrara. Ovvero i vari Franceschini, Prodi, Tagliani… erano democristiani militanti ufficiali da giovani e non solo.., prima della fine del PCI e della DC. Poi la DC si è riciclata nel fu PCI. Che a Ferrara suoni strano persino ciò la dice lunga. E la Morghen è stata fin troppo gentile. Decenni di condizionamente psicomunista prima e poi cattocomunista (qualche giornalista avrà almeno sentito la parola nei dibattiti politici degli ultimi 20 anni…) hanno a Ferrara l’effetto per cui molto elettorato anziano del fu PCI vota tranquillamente il PD, ovvero la nuova Democrazia Cristiana. Pure il grande Berlinguer e a Ferrara anche l’ultimo sindaco degno di questo nome Roberto Soffritti (il PCI ebbe ruoli anche positivi in Italia e a Ferrara….) intendevano ben altro con i rispettivi compromessi storici, a livello nazionale Berlinguer con Aldo Moro e Soffritti con Nino Cristofori. Non certo l’assimilazione della fu sinistra italiana da parte del successivo OGM venuto male democristiano, come storicamente si è verificato. Con 3 risultati eclatanti macro e micropolitici: La fine della sinistra italiana non estremista…, la svendita (Prodi) dell’Italia all’Europa tedesca, Ferrara Cenerentola dell’economia regionale e per i redditi, una città in caduta libera tenuta viva solo con i continui lifting del mito di città d’arte finito esaurito da un pezzo.
Inoltre, come da anni denunciamo, unici a Ferrara con tale costanza e in modo organico: Tagliani e il Partito Democristiano possono appellarsi a tutti i cavilli legali che vogliono, ma mai come quest’anno è evidente nei fatti uno scenario pre elettorale irregolare.
Letture della par condicio e dei regolamenti applicati con zelo paranoico, utilizzando poi tutta la macchina ben oliata del vecchio stesso PCI. Ma su altro se la cavano per la complicità sistematica dei mezzi di informazione: qualcuno deve spiegare al sottoscritto se è in buona fede perchè noi blogger giornalisti su testate nazionali possiamo tranquillamente intervistare candidati politici avversari di Tagliani in tali sedi, poi a Ferrara stampa dove segnaliamo la notizia invece nessuna testata rilancia ….. E condizionamenti psicologici sono certamente peggio di collusioni dirette…. Tutta la stampa ferrarese, basta leggerla, e noi la leggiamo da quando avevamo 6 anni…, è sistematicamente impegnata alla denigrazione di Beppe Grillo e dei 5Stelle, intellighenzia locale tardo rossa in primis. Dalla dedica prematura a Abbado del Teatro a gran parte degli eventi metapolitici e culturali di questi ultimi mesi, Tagliani e altri PD, iniziative e conferenze, tutto quanto è una strumentalizzazione a scopo propaganda elettorale alla luce del Sole. Di piu, persino la libera attività culturale di scrittori non allineati e antagonisti – di spessore nazionale- al sindaco Tagliani, possiamo facilmente documentarlo, e per la cronaca all’Ordine dei Giornalisti di Roma, abbiamo inviato un discreto dossier, in periodo elettorale è sistematicamente censurata (tranne una tantum). Anche in questi casi piu grave i filtri psicologici dei giornali che collusioni dirette. Infatti non la stampa, a parte i soliti intellettuali che pontificano qua a Ferrara, poi fuori mura conosciuti solo alle loro nicchie.., è collusa con il PD e Tagliani, ma semplicemente non è libera… Trattasi di dinamiche squisitamente orwelliane, riflesso di una città dove la democrazia è fortemente inquinata da una stagnazione del Potere appunto pluridecennale, amplificata con negli ultimi due decenni con la spersonalizzazione postdemocristiana. E gli elettori del PD sono complici diretti di tale sfascio psicosociale locale.
E prima dei soliti commenti localisti da ferraresi neanderthaliani, sappiate che questi nostri scritti mica originali, tipo questo che state legendo, son già stati editi in volumi collettivi con filosofi ben noti nel panorama culturale nazionale. Persino presentati piu o meno, in versioni parallele in Istituti Gramsciani non di Ferrara, qua si sa neppure libri su Gramsci passano se non scritti da qualche Arci esperto o della Casta Rossa locale che per la cronaca contesta sistematicamente non solo Grillo, ma persino Matteo Renzi….
Ergo, la nostra solo una testimonianza personale, di repressione culturale locale, a parte l’intervista alla Morghen di cui prima censurata dalla stampa ferrarese. Ma in buona fede qualcuno si domandi a Ferrara: siccome comunque la cultura non conta un cazzo per i cambiamenti poltici, se a Ferrara l’andazzo è questo contro certa cultura antagonista, che mai combinano i “bastardi” del Partito Democristiano sulle questioni fondamentali e primarie, politiche, sanitarie, comunitarie ecc. , dal ….Palazzo degli Specchi agli affaire Cona, Derivati, Ermitage, Meis, Darsena City, Idrovia ecc. ecc. sulla pelle dei liberi cittadini ferraresi?

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Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

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