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Mentre l’attenzione alla salute si impone come elemento trainante delle scelte alimentari, l’espressione smart food si accompagna ad una crescente varietà di casi. Espressione destinata ad avere successo perché tende a rassicurare il consumatore che la sua scelta può proteggerlo da rischi e da frodi e a rafforzare l’idea che restano in capo a lui il controllo e la selezione della migliore opportunità tra le tante offerte da cui è sommerso.
E’ davvero possibile compiere scelte alimentari giuste? E a quali condizioni? Ad esempio, qual è l’influenza della rete e delle informazioni diffuse da una larga varietà di siti dedicati al food? Non vi è dubbio che l’alimentazione è uno dei temi più discussi in rete, in una varietà di format che spaziano dalla cucina, all’educazione alimentare. Possiamo dire che la rete migliora le scelte o che favorisce l’adesione a bufale prive di fondamento? Se le persone sono più informate, come mai si affermano mode alimentari per lo più prive di fondamento e come mai esplodono sui banchi dei supermercati i prodotti gluten free, quando la popolazione che ha reali problemi di celiachia rappresenta al massimo l’un per cento della popolazione?
Un’altra domanda non banale: qual è il ruolo delle etichette nell’informazione? Se cresce l’attenzione alle etichette e migliora la normativa che obbliga le imprese ad una maggiore trasparenza, questo migliora la capacità di scelta delle persone? Ormai la maggior parte dei prodotti alimentari è corredato da etichette (a dire il vero più o meno leggibili e comprensibili). Ma il consumatore non è spesso in grado di decodificare le informazioni contenute in esse e per lo più subisce le suggestioni delle immagini. Le etichette sono costruite in modo da porre l’accento su alcuni valori e non su altri e, anche nella migliore delle ipotesi, la loro presenza sulla confezione non è una garanzia di una scelta consapevole.
Più in generale, auspichiamo un consumatore più informato, ma quale ruolo hanno le informazioni? E’ proprio sulla base di informazioni che scegliamo? O le emozioni sono sempre il principale driver della scelta, anche quando evochiamo valori, orientamenti etici o preferenze personali? E come potrebbe non essere così se, da parte delle imprese, ad una domanda di trasparenza si sostituiscono spesso risposte che toccano altre corte e sollecitano dinamiche di paura e rassicurazione, di imitazione e identificazione?
Anche di questi temi discuteremo durante il Festival di Altro Consumo, al terzo anno della sua edizione a Ferrara. Da anni l’Associazione AltroConsumo svolge un importante lavoro di informazione a supporto delle scelte del consumatore. Un lavoro che, mi piace sottolinearlo, non è imperniato tanto sulla denuncia di frodi e falsi, sulla stigmatizzazione di questa o quest’altra industria multinazionale, ma sull’attenta comparazione dei prodotti e dei loro componenti. Un lavoro più impegnativo, che richiede competenze su diversi fronti, nutrizionali, giuridiche e così via e che dovrebbe essere trasferito in tanti ambiti dell’informazione, ad esempio quella dei talk show.

Maura Franchi – Laureata in Sociologia e in Scienze dell’Educazione. Vive tra Ferrara e Parma, dove insegna Sociologia dei Consumi. Studia i mutamenti socio-culturali connessi alla rete e ai social network, le scelte e i comportamenti di consumo, le forme di comunicazione del brand. maura.franchi@gmail.com

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Maura Franchi

È laureata in Sociologia e in Scienze dell’Educazione. Vive tra Ferrara e Parma, dove insegna Sociologia dei Consumi, Social Media Marketing e Web Storytelling, Marketing del Prodotto Tipico. Tra i temi di ricerca: le dinamiche della scelta, i mutamenti socio-culturali correlati alle reti sociali, i comportamenti di consumo, le forme di comunicazione del brand.

PAESE REALE

di Piermaria Romani

PROVE TECNICHE DI IMPAGINAZIONE

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Pescando un pesce d’oro
5 titoli evergreen dall’archivio di 50.000 titoli  di Periscopio

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
Oggi Periscopio ha oltre 320.000 lettori, ma vogliamo crescere e farsi conoscere. Dipenderà da chi lo scrive ma soprattutto da chi lo legge e lo condivide con chi ancora non lo conosce. Per una volta, stare nella stessa barca può essere una avventura affascinante.  Buona navigazione a tutti.

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Francesco Monini
direttore responsabile


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