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Sport e territorio. Emilia-Romagna di nuovo protagonista: in Romagna il via al Giro d’Italia Giovani Under 23, cinque le tappe in regione dal 3 al 7 giugno. Bonaccini: “Un altro grande evento nella nostra regione, vedere qui i campioni di domani un segnale di fiducia e di speranza”.

Si parte con la Cesenatico-Riccione. A seguire: la Riccione-Imola con la Cima Gallisterna “scoperta” ai Mondiali 2020; la Cesenatico-Cesenatico, ricalcando il percorso medio della granfondo Nove Colli; la cronometro Sorbolo Mezzani (Pr) – Guastalla (Re) e la Fanano-Sestola nell’Appennino modenese, già sede di arrivo di una tappa del Giro d’Italia di quest’anno. Un banco di prova importante per i migliori ciclisti Under 23 in Italia e nel mondo, a pochi giorni dalla conclusione del Giro d’Italia con quattro tappe in regione.

Bologna – Riflettori di nuovo accesi sull’Emilia-Romagna dello sport, in particolare delle due ruote. Farà infatti il suo esordio proprio dalla Riviera romagnola il Giro d’Italia Giovani Under 23, la competizione che con i suoi oltre 1.300 chilometri di percorso attraverso cinque regioni, rappresenta uno dei più interessanti banchi di prova per i migliori giovani ciclisti in Italia e nel mondo.Ben cinque le tappe emiliano-romagnole, a partire da quella d’avvio, la Cesenatico-Riccione il 3 giugno. E poi a seguire la Riccione-Imola il 4, la Cesenatico-Cesenatico, nella terra di Marco Pantani, il 5; la cronometro Sorbolo Mezzani-Guastalla tra Parma e Reggio Emilia il 6 e, infine, la Fanano-Sestola il 7 sull’Appennino modenese. Da qui il passaggio in Veneto, per poi proseguire in Lombardia, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia.

“Un altro grande appuntamento che siamo felici di ospitare in Emilia-Romagna. Il mio benvenuto alle squadre, agli atleti e a tutta la carovana. Sono certo che ancora una volta la capacità organizzativa, il calore e l’entusiasmo degli emiliano-romagnoli contribuiranno al successo della manifestazione. Così come sono certo che anche il Giro Under 23 sarà importante per far conoscere e a valorizzare il nostro territorio– sottolinea il presidente della Regione, Stefano Bonaccini -. Una competizione come questa dedicata ai giovani ciclisti, ai grandi campioni di domani, è ancora di più un segnale di speranza e di fiducia, in questi giorni in cui  vediamo consolidarsi le buone notizie sul fronte della pandemia, grazie anche al cambio di passo nella campagna vaccinale in corso. Tocchiamo con mano la possibilità di un progressivo ritorno alla normalità, anche in campo sportivo, sia pur sempre con senso di responsabilità e nel pieno rispetto delle misure di sicurezza”.

A pochi giorni dunque dalla conclusione del Giro d’Italia- con quattro tappe della Corsa rosa che sono partite o si sono concluse in una località dell’Emilia-Romagna – e a meno di un anno dal successo dei Campionati mondiali di ciclismo su strada a Imola, la nostra regione torna protagonista di uno sport che qui ha solide radici. Grandi campioni che hanno fatto la storia del ciclismo, tantissimi appassionati e un amore per la bicicletta sostenuto da una rete di percorsi ciclabili lunga 1.400 chilometri.

E un calendario di appuntamenti sportivi che punta molto su questo sport. Dai Campionati italiani professionisti (dal 18 al 20 giugno, tra Faenza, Bellaria Igea Marina e Imola) al Giro dell’Emilia il 2 ottobre. Passando per la gara di mountain bike Appenninica (12-18 settembre tra Reggio Emilia, Modena e Bologna) fino al Memorial Pantani il 18 settembre a Cesenatico (Fc).

Rilanciato nel 2017 con un’intuizione di Davide Cassani e della Federciclismo, che ha affidato l’organizzazione al gruppo ExtraGiro, coordinato da Marco Selleri e Marco Pavarini, con il sostegno della Regione Emilia-Romagna, il Giro d’Italia Under 23, si svolgerà dal 3 al 12 giugno, lungo 1323.9 km di percorso, 18.450 metri di dislivello totale e vedrà la partecipazione di ben 176 atleti di 35 team provenienti da 14 Paesi. Tra i giovani lanciati negli ultimi anni, talenti già espressi tra i professionisti come Tom Pidcock, Alexander Vlasov, Joao Almeida e Pavel Sivacov.

Le tappe in Emilia-Romagna:

Si parte dunque il 3 giugno con la Cesenatico – Riccione, tappa di 144 km con un dislivello di 1.200 metri: passando per San Martino in Fiume (frazione di Cesena), si arriva a Savignano sul Rubicone (Fc). Da qui la salita verso Sogliano al Rubicone, poi giù verso Santarcangelo sempre nella provincia di Forlì-Cesena. Da una serie di saliscendi, passando per Monte Olivo e Coriano in provincia di Rimini, fino al traguardo di Riccione.

Il giorno dopo da Riccione a Imola: 138 km e altri 1.300 metri di salita. Passando per Cerasolo di Coriano, Pisignano (frazione di Cervia nel comune di Ravenna), Forlì, Faenza fino agli ultimi 30 km che metteranno alla prova i ciclisti con le salite di Monte Carla, Monticino e Cima Gallisterna, la salita “scoperta” ai Campionati del Mondo 2020 con l’attacco iridato del francese Alaphilippe, fino all’arrivo a Imola, tra il Ravennate e il Bolognese.

Terza tappa, il 5 giugno, con partenza e arrivo Cesenatico, nella terra di un campione ineguagliabile come Marco Pantani, ricalcando il percorso medio della granfondo Nove Colli. Tappa impegnativa con i suoi 132.5 km e i suoi 2.000 meri di dislivello, e  le salite verso Bertinoro, Polenta, San Matteo, Pieve di Rivaschio, Ciola, Barbotto, in provincia di Forlì-Cesena.

Il 6 giugno, la quarta tappa porta da Sorbolo Mezzani a Guastalla, una cronometro di 25.4 km, unica giornata senza salite, ma con una vera lotta contro il tempo, tra le province di Parma e Reggio Emilia.

Molto impegnativa invece la quinta tappa, quella del 7 giugno da Fanano a Sestola: 142 km e un  dislivello di 2.500 metri tutti in territorio modenese: tra le località toccate Vignola, Sant’Antonio di Pavullo, Mocogno, Ponte del Prugneto, Poggioraso e Colle Passerino. Sestola ha già ospitato un arrivo di tappa del Giro Under 23 nel 2018 e poche settimane fa una tappa del Giro d’Italia professionisti.

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REGIONE EMILIA-ROMAGNA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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