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Da: associazione culturale Ferrara Off

Sabato 16 febbraio alle ore 21.00 in programma a Ferrara Off “LA STORIA DI TABORRE E MADDALENA del raccontar mangiando” con Enrico Messina e Mirko Lodedo, una produzione Armamaxa, Casarmonica e Teatri Abitati – Residenza Teatrale di Ceglie Messapica.
Il lavoro nasce dall’incontro di un attore e un musicista che, intorno ad una tavola imbandita, hanno cominciato a raccontarsi. Lo spettacolo narra la storia di due giovani, Taborre e Maddalena, che la sorte ha destinato a vite diverse. Fuggono per difendere il loro amore e trovano rifugio in una radura del Gargano, presso la casa di un vecchio pastore, costruita intorno a un albero di pere. Intorno al canovaccio della storia, lo spettacolo si dipana attraverso una continua serie di improvvisazioni, legate al momento conviviale della tavola in cui, come in ogni convivio che si rispetti, tutto può accadere perché il cibo ha il sapore delle emozioni.
Domenica 17 febbraio alle ore 17.30 lo stesso Messina, porterà in scena “ORLANDO furiosamente SOLO ROTOLANDO”, quinto appuntamento della stagione di Teatro Ragazzi, una riscrittura dell’Orlando Furioso, dove le parole dei canti di Ariosto prendono nuova vita, un po’ tradite un po’ ri-suonate, e la narrazione avanza tra guizzi di folgorante umorismo e momenti di grande intensità, mescolando origini, tradizioni e dialetti. Consigliato dai 10 anni in su. Alle ore 21.00 invece, terzo appuntamento della rassegna di Mondovisioni – I documentari di Internazionale con “What is Democracy?”di Astra Taylor. La rassegna è organizzata dal Comune di Ferrara in collaborazione con Agire Sociale, Gruppo giovani di Amnesty International Ferrara, Cgil, Cittadini del mondo, Emmaus, Ferrara Off, Ibo, Intercultura, Movimento Nonviolento, U.P. Borgovado, Pax Christi, Segnidipace.
L’ingresso allo spettacolo “LA STORIA DI TABORRE E MADDALENA del raccontar mangiando” è di 10 € per i soci Ferrara Off, 8 € soci under30, 6 € per gli studenti Unife, 5 € soci under18, 12 € non soci (inclusa tessera associativa 2018/19). L’ingresso all’appuntamento di Teatro Ragazzi “ORLANDO furiosamente SOLO ROTOLANDO” è di 8 € soci Ferrara Off, 5 € soci under30, 5 € per gli studenti Unife, 10 € non soci (inclusa tessera associativa 2018/19). L’ingresso alla rassegna Mondovisioni – i documentari di Internazionale è di 3 €.
Per gli spettacoli è consigliata la prenotazione. Maggiori informazioni su www.ferraraoff.it o chiamando il numero 333.6282360.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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