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Comunicato stampa TPI Ferrara.

Le organizzazioni di rappresentanza delle imprese ferraresi dei settori Commercio (Ascom e Confesercenti), Industria (Confindustria Emilia), Artigianato (CNA e Confartigianato), Agricoltura (Confagricoltura, Cia e Coldiretti) e Cooperazione (Confcooperative e Legacoop Estense), riunite nel Tavolo Provinciale dell’Imprenditoria, proseguono e intensificano la loro attività in vista del confronto, che sta entrando nella fase di merito, con le istituzioni locali per la definizione del cosiddetto “Focus Ferrara”, il documento economico programmatico che costituirà la declinazione locale del Patto Regionale per il Lavoro e il Clima, sottoscritto da tutte le forze economiche e le istituzioni regionali nel mese di dicembre 2020.

Un primo importante passaggio è stato l’incontro bilaterale, organizzato venerdì 21 maggio dal vicepresidente della Provincia Nicola Minarelli, tra il Tavolo dell’Imprenditoria e gli assessori regionali Vincenzo Colla e Paolo Calvano, coadiuvati dai tecnici della Regione che sono al lavoro per comporre il documento del Focus.

“Stiamo entrando nel vivo della discussione e intendiamo portare il nostro contributo in maniera costruttiva – afferma Gian Luigi Zaina, vicepresidente di Confindustria Emilia e coordinatore dei lavori del Tavolo per il semestre corrente – mettendoci a disposizione della politica ma senza rinunciare a una progettazione che coinvolge tutto il nostro territorio. Non è più possibile pensare concretamente al futuro di questa provincia senza includere tutti gli attori e considerare tutta l’area provinciale. Solo la discussione e la condivisione sui principi e temi guida per lo sviluppo per i prossimi 10 anni possono davvero dare una scossa vitale a Ferrara. Abbiamo davanti a noi una occasione che non possiamo perdere, anche considerato il fatto che a breve saranno disponibili importanti risorse economiche per la crescita e lo sviluppo”.

L’agenda dei lavori del Tavolo Provinciale dell’Imprenditoria (TPI) è più che mai densa di appuntamenti. In calendario, infatti, saranno fissati incontri con i Comuni, con l’università, il mondo del lavoro.

“Stiamo compiendo un grande sforzo di sintesi – continua Zaina – dimostrando un alto livello di coesione al nostro interno, tra tutte le associazioni d’impresa. Uniti contribuiamo in modo più autorevole a un modello di sviluppo nuovo, capace di tenere insieme tutte le diverse anime della nostra economia, per tentare di superare vecchie logiche che comportano il rischio, tra l’altro, di un eccesso di parcellizzazione degli interventi”

Per proseguire questa importante fase di dialogo e confronto le associazioni intendono riappropriarsi della sede naturale della discussione economica: la Camera di Commercio, della quale a più riprese, e oggi con ancora più convinzione, viene sostenuta la centralità e l’autonomia. Secondo il Tavolo dell’Imprenditoria, infatti, soltanto una Camera di Commercio con testa e cuore a Ferrara può concentrarsi per davvero su progetti di sviluppo integrati in modo coerente alle reali esigenze della provincia di Ferrara.

Il Tavolo, inoltre, si sta rivelando il modo migliore per portare a sintesi il pensiero delle associazioni locali e si sta distinguendo per efficacia sui vari fronti nei quali da diversi mesi sta operando. Anche, ad esempio, sul tavolo per il credito prefettizio. L’osservatorio sull’andamento del credito, nato alcuni mesi fa presso la Prefettura di Ferrara, sta sostenendo una posizione unitaria capace di riassumere le principali preoccupazioni delle imprese con l’auspicio che le prossime attività possano contribuire a sviluppare un confronto di merito con i principali istituti di credito operanti sul territorio.

Altro tema sul quale il tavolo intende lavorare è quello della capacità del territorio di attrarre e di trattenere le persone. È noto che il calo demografico è una delle più grandi criticità del territorio. Ed è necessario investire su progetti capaci di trattenere le risorse umane necessarie per la ripartenza economica, diminuendo il mismatch tra domanda e offerta di lavoro, attraverso un capillare lavoro di confronto con il mondo della scuola e dell’università ma anche su progetti di potenziamento del welfare. Il nostro territorio può e deve diventare sempre di più il luogo in cui si vive bene, anche grazie all’offerta di servizi alla persona e alla famiglia, realizzati da qualificate partnership pubblico-private.

“Abbiamo raggiunto attraverso un continuo e serrato confronto tra associazioni – conclude Gian Luigi Zaina – un livello di analisi e una capacità progettuale mai espresse in precedenza. Si tratta ora di scaricare a terra la forza delle nostre idee senza mai dimenticare che il nostro obiettivo si raggiunge soltanto attraverso uno sviluppo sostenibile che rimetta finalmente al centro della discussione politica il lavoro e l’impresa, avendo il coraggio di individuare alcuni indicatori economici locali che andranno monitorati nel tempo per verificare la reale efficacia delle misure che verranno attuate nei piani di sviluppo territoriali”.

 

 

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di Piermaria Romani

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Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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