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da: organizzatori

Eresia della felicità a Milano, creazione a cielo aperto per Vladimir Majakovskij: ideazione Marco Martinelli e Ermanna Montanari, direzione Marco Martinelli

Un plotone di duecento adolescenti, provenienti da tante regioni d’Italia: Lombardia, Emilia-Romagna, Calabria, Campania, Sardegna, da Mons (Belgio) e dal Senegal. Un laboratorio esplosivo a cielo aperto, ogni sera nei fossati del Castello Sforzesco a Milano, questo è Eresia della felicità.
Una creazione quotidiana sotto l’insegna della non-scuola del Teatro delle Albe. Gli adolescenti in maglietta gialla imbracceranno i versi crepitanti di Vladimir Majakovskij, scritti quando lui pure era un giovane ribelle, e sentiva la tempesta nell’aria.
Coro di adolescenti da Milano, Ravenna, San Felice sul Panaro (MO), Santarcangelo di Romagna (RN), Reggio Emilia, Seneghe (OR), Napoli e Scampia, Lamezia Terme (CZ), Bergamo, Mons (Belgio) e dal Senegal guide Alessandro Argnani, Monica Barbato, Lorenzo Carpinelli, Matteo Cavezzali, Nicolas Ceruti, Domenico Cubeddu, Cinzia Dezi, Matteo Gatta, Christian Giroso, Damiano Grasselli, Adama Gueye, Roberto Magnani, Antonio Maiani, Michela Marangoni, Ambra Marcozzi, Simone Marzocchi, Emanuele Massa, Mariano Mastinu, Khadim Ndiaye, Moussa Ndiaye, Massimiliano Rassu, Laura Redaelli, Alessandro Renda, Davide Sacco, Cristiano Sormani Valli, Agata Tomsic, Gianni Vastarella accompagnatori Angela Albanese, Adriana Babini, Paola Bagni, Valentina Battarola, Laura Carioni, Costanza Casula, Serena Cenerelli, Mario Cubeddu, Rosy De Sensi, Daorario Del Vecchio, Mamadou Fall, Damiano Folli, Catia Gelosi, Vincenzo Gigliotti, Desideria Grilli, Sara Honegger, Sara Loreto, Debora Marongiu, Miriam Mastinu, Cristina Mazzotti, Angela Nevoso, Michela Perla, Salvatore Piacente, Anna Valentini, Donatella Vasi, Eliana Tazzari luci e fonica Fagio, Monia Giannobile e Luca Pagliano video Alessandro Penta foto Mario Spada organizzazione Olinda in collaborazione con Giusy Mingolla ufficio stampa Rosalba Ruggeri e Renata Viola produzione Olinda in collaborazione con Teatro delle Albe/Ravenna Teatro insieme a ERT Emilia Romagna Teatro Fondazione, Fondazione I Teatri di Reggio Emilia, Santarcangelo Festival Internazionale del Teatro in Piazza, Punta Corsara, Takku Ligey Théâtre, Perda Sonadora, Teatro Caverna, Ilinx Teatro, Associazione Arrevuoto teatro e pedagogia/Mercadante Teatro Stabile di Napoli e da Milano I.C.S. “Sorelle Agazzi”, Asnada, I.I.S. “G.L. Lagrange”, Liceo Classico “A. Manzoni”, I.I.S. “V.F. Pareto”, Spazio Milk; da Ravenna Liceo Classico “D. Alighieri”, I.T.I.S. “N. Baldini”, I.P.S.I.A. “C. Callegari”, I.T.C. “G. Ginanni”, I.T.G. “C. Morigia”, Liceo Artistico “P. L. Nervi – G. Severini”, I.P.S.S.C.T. “A. Olivetti”, Liceo Scientifico “A. Oriani”, I.T.A.S. “L. Perdisa”, Fondazione Flaminia per l’Università in Romagna; da Santarcangelo di Romagna Scuola Media Statale “T. Franchini”; da Seneghe I.C. di “Santulussurgiu”; da Bergamo Liceo Statale “Don Lorenzo Milani di Romano di Lombardia” con il contributo di Comune di Milano, Regione Lombardia, Regione Emilia-Romagna, Regione Sardegna, Comune di Ravenna, Ravenna 2015 Capitale Italiana della Cultura, Comune di Santarcangelo di Romagna, Comune di San Felice sul Panaro, Comune di Seneghe, Fondazione Cariplo, Fondazione Banca del Monte di Lombardia, Coopfond, Legacoop Lombardia, Legacoop Emilia-Romagna, CMC, Coop Lombardia, Coop Adriatica, Ecozema, Radio Popolare, Smemoranda, Start Romagna, Stratagemmi, “Corriere di Romagna”, “il Resto del Carlino”, “la Nuova Sardegna”, “La Voce di Romagna”, Ravenna & Dintorni con il patrocinio Expo in città.

dal 21 al 25 luglio dalle ore 18.30
Castello Sforzesco – Torre del Filarete
Da vicino nessuno è normale . XIX edizione
Expo in città
www.olinda.org
www.teatrodellealbe.com

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Riceviamo e pubblichiamo


PAESE REALE

di Piermaria Romani

PROVE TECNICHE DI IMPAGINAZIONE

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05.12.2023 – La manovra del governo Meloni toglie un altro pezzo a una Sanità Pubblica già in emergenza, ma lo sciopero di medici e infermieri non basterà a salvare il SSN

16.11.2023 – Lettera aperta: “L’invito a tacere del Sindaco di Ferrara al Vescovo sui Cpr è un atto grossolano e intollerabile”

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14.11.2023 – Ferrara, la città dei fantasmi

07.12.2023 – Un altro miracolo italiano: San Giuliano ha salvato Venezia

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Pescando un pesce d’oro
5 titoli evergreen dall’archivio di 50.000 titoli  di Periscopio

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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Francesco Monini
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