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da: ufficio stampa Comune di Comacchio

Il video divulgato dai giovanissimi amministratori del gruppo Facebook “Torretta”, teso ad approfondire le criticità della raccolta differenziata porta a porta, da poco avviata nel capoluogo, ha costituito lo spunto per l’Amministrazione Comunale, in collaborazione con Area e Legambiente, per entrare nel vivo delle problematiche, nel corso della conferenza stampa (ripresa in diretta streaming), che si è svolta questa mattina in Municipio. “La direzione intrapresa con il progetto di raccolta differenziata attraverso il sistema porta a porta, estesa il 3 novembre scorso nel capoluogo – ha ricordato il sindaco Marco Fabbri nell’intervento di apertura – è quella della tutela del territorio. Il centro storico presenta criticità che altri territori non hanno. Puntiamo a portare sempre meno rifiuti all’inceneritore – ha aggiunto il Sindaco -, non solo perché i costi per conferire a questo mostro i rifiuti sono destinati ad aumentare, ma soprattutto per garantire un futuro alle nuove generazioni.” L’impegno consiste nel valutare le criticità emerse attraverso le segnalazioni ed i suggerimenti dei cittadini, al fine di correggere il progetto sperimentale, sino a giungere al modello di raccolta definitivo, da applicare con decorrenza maggio 2015. Il Sindaco ha ceduto poi la parola ad Andrea Felletti, giovanissimo fondatore del succitato gruppo Facebook, il quale si è scusato per il linguaggio colorito, specificando l’intento satirico ed ironico, pur improntato ai contenuti e alla volontà di aprire una riflessione contro il deprecabile fenomeno dell’abbandono dei rifiuti, in spregio al decoro urbano del centro storico. Il Presidente di Area Gian Paolo Barbieri, dopo aver ricordato che il sistema di raccolta a cassonetti consentiva un recupero pari al 54% dei rifiuti, a fronte del restante 46% destinato all’inceneritore, ha sottolineato che “il nuovo sistema è più complicato, ma più efficace, per poi applicare in seguito tariffe inferiori a chi fa azioni virtuose.” La nuova modalità di raccolta differenziata con il sistema porta a porta riduce drasticamente la quantità dei rifiuti da conferire all’inceneritore mentre il quantitativo del materiale differenziato in larga parte viene recuperato. “Il nuovo sistema costa di più, perché impiega più persone – ha aggiunto Barbieri – ma si compensa sul fatto che portando meno prodotto all’inceneritore, i soldi così’ risparmiati possono essere utilizzati per retribuire i lavoratori e per incentivare le catene di recupero.” Il circuito richiede indubbiamente tempo per essere collaudato e ben recepito dalla popolazione e punta essenzialmente a “produrre meno rifiuti per pagare tutti meno – ha concluso il Presidente di Area-.” Il dato più rilevante emerso durante la conferenza stampa riguarda la drastica riduzione del prodotto indifferenziato, che nel solo capoluogo è passato dal 44% al 25%. Raffaele Alessandri, Direttore di Area, dopo aver ringraziato l’Amministrazione Comunale per il forte impulso impresso al progetto, gli autori del video per il loro spirito di iniziativa nel rispetto del decoro ambientale e Legambiente per la collaborazione, ha specificato che “il progetto in centro storico deve diventare il più aderente possibile alle esigenze collettive della comunità. A novembre – ha aggiunto Alessandri – abbiamo raggiunto il 73% di raccolta differenziata. A Comacchio la produzione di rifiuti è pari a 410 chili pro capite, rispetto ai 500 chili che prima andavano all’inceneritore, mentre 120 chilogrammi ora fanno parte della raccolta indifferenziata, comportando così una evidente riduzione complessiva di rifiuti ed un incremento di prodotto destinato al recupero.” Alessandri poi, cogliendo richieste e suggerimenti dei giovani in aula, ha citato alcuni esempi, rilevando che proprio per le sue peculiarità, con particolare riferimento alle utenze non domestiche, in centro storico è stata incrementata la frequenza di raccolta. Entro la fine di gennaio si farà il punto con i residenti, sulla base delle criticità riscontrate e dei suggerimenti pervenuti, al fine di pianificare poi il modello di raccolta definitivo. “Bisogna far capire – ha concluso Alessandri – che continuare con la vecchia modalità di raccolta avrebbe comportato riempire l’inceneritore, che ad un certo punto non sarebbe più stato sufficientemente capiente e quindi si sarebbe resa necessaria la realizzazione di un’altra struttura per incenerire i rifiuti.” Il Vice Sindaco Denis Fantinuoli, riferendosi al Piano Regionale dei Rifiuti ha introdotto la grande novità prevista entro il 31 dicembre 2018, ossia la chiusura dell’inceneritore di Ravenna. “Comacchio, che è la capitale del Parco del Delta – ha rilevato Fantinuoli -, non può farsi sfuggire questa meta, in considerazione del fatto che quella struttura è incastonata tra due pinete, a ridosso delle nostre valli.” Il nuovo metodo di raccolta differenziata dei rifiuti con il sistema “porta a porta”, avviato gradualmente lo scorso anno nelle frazioni ed esteso la scorsa estate agli stabilimenti balneari dei Lidi Spina e Volano, nonché nel villaggio turistico “Village Club Spiaggia Romea” del Lido delle Nazioni, ha comportato “un radicale cambiamento culturale – ha aggiunto Fantinuoli – per il territorio. Questo non è il momento delle sanzioni, che arriveranno con l’adozione del calendario definitivo. Ora dobbiamo recepire i suggerimenti dei cittadini, per migliorare il servizio.” E’ poi intervenuto Fabio Carli, giovane socio di Legambiente, per comunicare che a breve verranno effettuate visite a domicilio da parte di iscritti all’associazione, per spiegare alla popolazione i benefici derivanti dal riciclo dei rifiuti, ad appannaggio dell’ambiente e del tessuto economico. Anche Marino Rizzati, presidente del circolo locale di Legambiente, rallegrandosi per il grande segnale lanciato dalla collaborazione tra Area, il Comune di Comacchio e la stessa associazione ambientalista, ha auspicato “un futuro senza rifiuti da bruciare, perché ciò che consumiamo deve essere comunque recuperato e riciclato.” Presenti anche il Presidente del Consiglio Comunale Robert Bellotti, il funzionario Area di zona, Vito Fogli e cittadini che hanno posto domande ai relatori in aula.

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COMUNE DI COMACCHIO


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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