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Da: Agenzia di informazione e comunicazione

Cerimonia nella Sala ‘Guido Fanti’ dell’Assemblea legislativa regionale. Il presidente Bonaccini: “Il primo pensiero alle vittime. Un lavoro di squadra esemplare che pur in una circostanza che mai avremmo voluto vivere ci ha fatto essere comunità”. La presidente Saliera: “Un onore aver voluto questo evento per riconoscere coraggio e abnegazione di chi è intervenuto”. Il sindaco Merola: “Il sentito e sincero ringraziamento che Bologna deve a se stessa e ai suoi cittadini”

Bologna – Un lunedì d’estate, 6 agosto, primo pomeriggio, manca poco alle 14. Sulla A14, all’altezza di Borgo Panigale, Bologna, l’abituale scorrere dei veicoli. Lavoratori e vacanzieri di passaggio. Un’autocisterna piena di Gpl tampona un Tir. Una prima esplosione e poco dopo la seconda che crea una palla di fuoco di diametro superiore ai 50 metri e che provoca il crollo parziale del ponte autostradale sopra la via Emilia: una manciata di minuti, circa dieci, fra i due scoppi, per cercare di evitare una strage dal bilancio ancor più grave rispetto a ciò che sarà: due persone decedute e 145 feriti. Sono quelli, così come successo nei momenti che seguiranno dopo la tremenda deflagrazione, serviti al sistema della sicurezza e della sanità di Bologna e dell’Emilia-Romagna per far accorrere sul posto carabinieri che con un tributo di 11 feriti hanno tratto in salvo le persone allontanandole subito dal luogo dell’esplosione, insieme a Polizia stradale, due gli ustionati, Polizia municipale, 35 pattuglie impiegate eoperatori del reparto territoriale Borgo Panigale-Reno rientrati in servizio dalle ferie, e agli agenti di pubblica sicurezza, anche qui due gli ustionati, di cui uno in modo grave. Negli istanti immediatamente successivi, ambulanze (la prima delle 26 inviate a Borgo Panigale è arrivata dopo 5 minuti), tre auto mediche, un elicottero del 118 con un totale di 75 operatori direttamente coinvolti nei primi soccorsi, una trentina di vigili del fuoco (che poi diventeranno un centinaio), 25 volontari più numerosi operatori di Protezione civile a completare la rete dei soccorsi.
Una risposta immediata che ha permesso di spegnere l’incendio ed evitare altre vittime, per portare subito i feriti negli ospedali della città e in quelli specializzati per i grandi ustionati della regione, Parma e Cesena, assistere i cittadini dei 42 edifici interessati dallo scoppio.

E dopo la prima assistenza, nei giorni successivi, un’altra parte di quel sistema della sicurezza, con Guardia di finanza e operatori Arpae, ha vigilato perché non ci fossero episodi di sciacallaggio e per verificare la salubrità dell’aria.

A Bologna, nella sede della Regione Emilia-Romagna, a poco meno di un mese da quel terribile lunedì, i presidenti della Giunta regionale, Stefano Bonaccini, dell‘Assemblea legislativa, Simonetta Saliera, il prefetto di Bologna, Patrizia Impresa, il sindaco di Bologna e della Città Metropolitana, Virginio Merola, hanno invitato Vigili del fuoco, operatori del 118, Carabinieri, Polizia stradale e Municipale, Questura, operatori e volontari di Protezione civile, Guardia di Finanza e Arpae per ricordare quanto fatto e ringraziare tutti i soccorritori. Presente anche l’arcivescovo di Bologna, Monsignor Matteo Zuppi.

“Il nostro primo pensiero va a coloro che non ci sono più, alle loro famiglie e ai loro cari, e ai feriti- afferma il presidente Bonaccini- vittime di un episodio drammatico, impressionante per come si è svolto. Ma abbiamo voluto incontrare anche chi quel giorno, facendo in maniera encomiabile il proprio lavoro, ha contribuito ognuno per la sua parte a evitare un bilancio ancor più pesante. Ognuno mettendo in campo professionalità, senso civico e coraggio – soprattutto nei primi istanti dopo l’esplosione –, si sono presi cura dei feriti e hanno permesso, nei tempi strettamente necessari, di far rientrare in sicurezza nelle loro case le persone evacuate e a imprese e negozi di dedicarsi al ripristino delle loro attività. A tutti loro vogliamo dire: ‘Grazie’. Il nostro è il grazie di tutta la società regionale, di tutti gli emiliano-romagnoli, di fronte a un lavoro di squadra che, come è stato riconosciuto in tutto il Paese, è stato esemplare e che ancora una volta, pur in una circostanza che mai avremmo voluto vivere, ci ha fatto essere comunità”.

“E’ un onore per l’Assemblea legislativa- aggiunge la presidente Saliera- aver voluto un evento che riconosce l’impegno, l’abnegazione e anche il coraggio di coloro che nel momento dell’emergenza si sono impegnati a Borgo Panigale il 6 agosto scorso”.

“Queste targhe, questi riconoscimenti- commenta il sindaco Merola- che consegniamo oggi alle persone, alle strutture, alle organizzazioni immediatamente scese in campo in quel drammatico 6 agosto hanno il valore di una parola sola, grande e importante: Grazie. È il sentito e sincero ringraziamento che Bologna deve a sé stessa e ai suoi cittadini. È il riconoscimento alla generosità, al coraggio, alla determinazione- conclude – che anche questa volta, come purtroppo in altre tragiche situazioni del passato, abbiamo – tutti assieme – saputo fare valere e vedere”.

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REGIONE EMILIA-ROMAGNA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

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