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Vista dal fiume, Ferrara e un’altra cosa. Si scopre la sua antica dimensione, quella di città nata sull’acqua. Una genesi rimossa, cancellata come un fastidio, al punto da celarne l’essenza nel tessuto urbano. Financo fontane e fontanelle scarseggiano in città e di quelle che esistono, talune, rinsecchite, sono trasformate in fioriere o in impropri depositi per rifiuti…

Eppure l’acqua è vita, ancestrale il richiamo che esercita. La sua forza si sprigiona già nella polimorfa vegetazione che ricopre le sponde del Po di Volano. E’ sufficiente percorre in battello il tratto che dalla darsena porta a San Giorgio e osservare gli argini: è uno spettacolo. Gli arbusti celano la vista di strade e case che si affacciano appena pochi metri più sopra, lungo la via Putinati, ed offrono un paesaggio inconsueto, rurale, che ottunde i tratti dell’urbanizzazione.

Ridare vita al fiume che, ignorato, attraversa il centro cittadino; riscoprirne il fascino e indulgere alla suggestione dell’acqua: questa la missione di “Smart dock”, progetto scaturito da una pluralità di associazioni e gruppi cittadini impegnati a proporre “tattiche di riuso intelligente della darsena di Ferrara”. L’intento è promuovere una “rigenerazione urbana dal basso” e favorire la “riappropriazione del fiume”.

Coerente e intelligente l’idea di ospitare sulla Nina, il vaporetto del Po ferrarese, la conferenza stampa di presentazione delle iniziative: così oltre a enunciare si può mostrare. Gli eventi, immaginati per catalizzare l’attenzione sul fiume dimenticato, sono concentrati fra il 18 settembre e il 30 ottobre. Si svolgeranno a palazzo Savonuzzi, che ospita il vivace consorzio Wunderkammer, e negli spazi antistanti.

Da elemento di cesura fra il centro antico e la città nuova si vorrebbe tradurre il Volano in alveo di connessione: le sponde come ventri accoglienti, i ponti come braccia che uniscono e propiziano l’incontro.

Leonardo Delmonte, coordinatore del progetto, illustra con passione lo spirito delle iniziative messe in calendario in questo frangente d’autunno. “Ferrara è riconosciuta dall’Unesco patrimonio mondiale dell’umanità anche per il suo Delta” – sottolinea – richiamando l’acqua come elemento che qualifica l’eccellenza del territorio. “C’è tanto da fare”, afferma. Lo slancio è sorretto da robusti cardini valoriali e ottime intenzioni: consapevolezza, potenzialità, tutela, valorizzazione, confronto, collaborazione, sono le parole chiave che ricorrono nei vari interventi.

Massimo Maisto, vicesindaco, nonché assessore alla cultura e al turismo, sempre attento ai fermenti del territorio, sprona gli attori in forza della sua triplice veste istituzionale e della convinta adesione al disegno. Sagace, l’architetto Moreno Po, in rappresentanza della Provincia, stigmatizza l’allergia dei ferraresi per l’acqua, implicitamente invitandoli a riconsiderarne la forza vitale.
Un altro architetto, Romeo Farinella dell’Università di Ferrara, parla di acqua come patrimonio e dell’esigenza di una rigenerazione urbana.
Meritevoli tutti di citazione i soggetti che contribuiscono all’organizzazione: Basso profilo, Fiumana, Encanto, Associazione musicisti di Ferrara, Wunderkammer, Canoa Club Ferrara, Citer (di Unife) con la collaborazione di Nena, Altrosguardo, Centro per le famiglie, Andos e il patrocinio di Comune e Provincia di Ferrara.

Con il festival Risonanze, venerdì, si accendono idealmente i riflettori. Mostre, balli, concerti, pic-nic e aperitivi, compongono il caleidoscopico spettacolo che avrà teatro sulle rive del fiume. Imprescindibili gli ambiti di confronto e di riflessione, previsti nelle modalità tradizionali e in quelle più informali: al “world caffé” del 10 ottobre, per esempio, si ragionerà a piccoli gruppi di soluzioni per il fronte fluviale, proprio come in una qualsiasi caffetteria. A chiudere, il 30 ottobre, un insolito concerto con i suoni del fiume, performace sperimentale dell’artista Dominique Vaccaro.

Per impedire che a conclusione degli eventi sul Volano calino di nuovo le tenebre e tutto torni come prima, le intelligenze dovranno continuare a correre “come corre quest’acqua di fiume – ce lo ricorda il canto di De Gregori – che sembra che è ferma, ma hai voglia se va…”.

I brani intonati [clicca per ascoltare]:
Fiorella Mannoia, Il fiume e la nebbia
De Gregori, Mimì sarà

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La proposta – Un percorso ciclopedonale lungo il Volano fra San Giorgio e la Darsena

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Sergio Gessi

Sergio Gessi (direttore responsabile), tentato dalla carriera in magistratura, ha optato per giornalismo e insegnamento (ora Etica della comunicazione a Unife): spara comunque giudizi, ma non sentenzia… A 7 anni già si industriava con la sua Olivetti, da allora non ha più smesso. Professionista dal ’93, ha scritto e diretto troppo: forse ha stancato, ma non è stanco! Ha fondato Ferraraitalia e Siti, quotidiano online dell’Associazione beni italiani patrimonio mondiale Unesco. Con incipiente senile nostalgia ricorda, fra gli altri, Ferrara & Ferrara, lo Spallino, Cambiare, l’Unità, il manifesto, Avvenimenti, la Nuova Venezia, la Cronaca di Verona, Portici, Econerre, Italia 7, Gambero Rosso, Luci della città e tutti i compagni di strada

Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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