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img_0045“Vogliamo il pane e anche le rose”, è il celebre slogan della leader femminista e socialista Rose Schneiderman, ripreso dai lavoratori durante lo storico sciopero svoltosi a Lawrence nel 1912. Lo stesso famoso slogan è stato citato oggi, durante la conferenza stampa di presentazione della terza edizione ferrarese della ‘Notte Rossa 2016’, dal vice sindaco Massimo Maisto : “Il popolo vuole il pane ma anche i diritti, vuole essere non solo popolo ma anche cittadini”. Il riferimento, in questo caso, è alle ‘Case del Popolo’: a ciò che esse hanno rappresentato in passato e a ciò che si vuole continuino a rappresentare in futuro. La Notte Rossa è una manifestazione popolare che valorizza l’importanza storica delle ‘Case del Popolo’ e, attraverso una nutrita serie di eventi culturali e sociali, vuole farle tornare ad essere centri di aggregazione anche per le nuove generazioni. In occasione di questa manifestazione, infatti, sedici ‘Case del Popolo’ della provincia di Ferrara hanno messo a punto un programma che, per tutto il fine settimana dal 14 al 16 ottobre, coinvolgerà i cittadini ferraresi in concerti, cene sociali, serate per bambini con la speranza di avvicinarli nuovamente a questi importanti centri di aggregazione e cultura. Presenti alla odierna conferenza stampa, oltre il vice sindaco Maisto, Michele Dolcetti di Sabir Network, Francesca Tamascelli per Lega Coop Estense, Enrico Balestra di Uisp, Marco Ascanelli dell’Anpi e Giuliano Campana di Emergency ed Eris Gianella della Cooperativa Camelot.
Numerose e variegate le proposte culturali che animeranno la manifestazione: si va dalla presentazione di Achille Occhetto del libro “Utopia del possibile” , sabato 15 ottobre presso la libreria Feltrinelli alle 17, alla proiezione, sempre sabato 15 ottobre presso il circolo Arci Bolognesi alle 18.30, del documentario ‘To Kyma’ sulla ONG catalana Proactiva Open Arms, impegnata nel salvataggio di profughi nel mar Mediterraneo. Inoltre si terrà la prima edizione della maratona serale ‘Stay Human keep running’ organizzata in collaborazione con i comitati Uisp, prevista per venerdì 14 ottobre alle 21.30 con ritrovo in via Poledrelli presso la Factory Grisù.
Per una completa visione del programma della Notte Rossa consultare il sito www.notterossa.it. Come rimarcato dal vice sindaco Maisto: “Per il benessere della comunità di cittadini ci vogliono spazi. Sembra una banalità ma c’è una continua richiesta di spazi perché c’è un grande ritorno alla condivisione. Le ‘Case del Popolo’ erano i centri culturali del passato e sono state realtà molto forti ed importanti in tutto il Nord Italia”. La volontà degli organizzatori e dei tanti partner aderenti alla manifestazione è quella che esse non rimangano dei cimeli storici ma tornino ad essere spazi condivisi dai cittadini.

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Simona Gautieri


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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