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Schifanoia, Belriguardo, Castello del Verginese, Villa della Mensa, Mesola: attraverso la visita alle principali Delizie estensi sparse sul territorio ferrarese si cercherà di capire il carattere di un paesaggio storico che solo in minima parte si può ancora osservare. Un paesaggio cambiato profondamente nel corso dei secoli, ma che conserva ancora ben riconoscibili le tracce dell’antico ‘progetto culturale’ che ne ha determinato in modo incancellabile il volto.
Parte con un itinerario ‘extra-muros’ tra le dimore ducali il programma di iniziative di Korakoinè, una nuova associazione di promozione culturale per la tutela e la valorizzazione del territorio, nata a Ferrara nel corso del 2014. La visita alle Delizie estensi, in programma per domenica 7 giugno alla presenza dell’architetto Marco Borella, sarà il primo di una serie di momenti dedicati al paesaggio in tutte le sue accezioni (culturale, urbano e agrario) e nel rapporto con l’arte e l’educazione. Si tratta di stimoli per approfondire un tema tanto delicato quanto vasto, con la consapevolezza che il territorio è un fondamentale e imprescindibile bene comune che – oggi come non mai – necessita di essere riconosciuto, tutelato, e valorizzato.

Cenni storici

Tra la fine del medioevo e durante il secolo d’oro del rinascimento la dinastia estense edificò a Ferrara e nel territorio circostante splendide residenze di corte: le cosiddette Delizie estensi, palazzi nobiliari circondati di meravigliosi giardini e parchi, lussuose dimore di campagna munite di torri e sistemi difensivi, veri e propri castelli da cui governare il territorio.

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Delizia del Verginese, Portomaggiore (foto di Roberto Fontanelli)

Da un lato, queste superbe dimore offrivano alla potente famiglia agli Este luoghi di svago e mete per sfuggire alle torride estati cittadine, dall’altro rappresentavano dei centri di potere da cui esercitare un ravvicinato controllo sull’ampio territorio deltizio e sulle sconfinate distese di paludi e acquitrini che caratterizzavano il paesaggio naturale di quei tempi.
Le bonifiche condotte dagli Estensi nei secoli della loro supremazia politica assicurarono a quelle terre nuove e più vantaggiose prospettive per gli insediamenti umani, migliorandone le condizioni di vita e consentendo l’affermarsi di pratiche agricole diffuse. Fu un progetto politico che modellò profondamente la forma fisica del territorio, che divenne così sempre più il riflesso della cultura del rinascimento sul paesaggio naturale. Un “paesaggio culturale” di cui oggi restano tracce parziali, ma che secoli fa aveva saputo combinare insieme l’ambiente, i valori storici di un’epoca, le pratiche operose delle popolazioni che in quei luoghi avevano trovato ragioni di insediamento e capacità di sopravvivenza.

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Villa della Mensa, Copparo

Il paesaggio agrario e la sistemazione territoriale prodotta dai grandi interventi estensi hanno subito, nei secoli successivi al ducato, profonde trasformazioni, dettate dalle mutate condizioni di vita rurale ma soprattutto rovesciate dai nuovi sistemi produttivi novecenteschi. Quello che era stato un chiaro “disegno del mondo” in cui i valori dell’armonia e della linearità compositiva propria dei contesti urbani erano stati trasferiti extra-muros, oltre le mura dell’urbe, in un progetto di estensione e continuità tra città e campagna, è oggi un insieme interrotto e disorganico che trova nelle Delizie Estensi però i nodi residuali benché ancora significativi di quel sistema.

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Castello della Mesola

In quanto centri rurali di irradiazione di questa cultura urbana e umanistica, le Delizie estensi rappresentano un precipitato di identità culturale che travalica l’interesse storico-artistico-architettonico, di cui sono peraltro importanti, quando non superbi esempi monumentali, per rievocare nella loro collocazione fluvio-padana l’appartenenza a un progetto più ampio di valore paesaggistico. Le Delizie, nel loro insieme, sono state riconosciute dall’Unesco, Patrimonio dell’umanità, quali fondamentali espressione dell’identità storico-culturale del sito “Ferrara città del Rinascimento ed il suo delta del Po”. (A cura dell’associazione Korakoinè)

Programma della giornata
Domenica 7 giugno 2015
ore 9:20 – Ritrovo dei partecipanti (in via Scandiana, davanti al Palazzo Schifanoia)
ore 9:30 – VISITA DI PALAZZO SCHIFANOIA, la prima Delizia ad essere eretta alla fine del XIV secolo in una posizione che all’epoca poteva definirsi suburbana.
La mattina prosegue, raggiungendo:
LA DELIZIA DEL BELRIGUARDO A VOGHIERA, costruita nel 1436-40 in aperta campagna sull’esempio delle antiche ville romane;
IL CASTELLO DEL VERGINESE, dagli inconfondibili angolari bugnati e dalle quattro torri merlate.
ore 13:00 – Sosta per il pranzo (al sacco) a Villa Mensa, Sabbioncello San Vittore.
ore 14:30 – Il pomeriggio riprende con LA VISITA AL COMPLESSO MONUMENTALE DI VILLA DELLA MENSA, situato a ridosso della sponda sinistra del Po di Volano, e appartenuto fin dall’origine al patrimonio immobiliare dell’episcopio ferrarese;
IL CASTELLO DELLA MESOLA, eretto a partire dal 1578 da Alfonso II, a coronamento della bonifica del Polesine di Ferrara; qui il duca si recava per dedicarsi alla pesca fluviale e alla caccia nei floridi boschi circostanti.
ore 18 – Arrivo a Ferrara (in piazzale Medaglie d’Oro)

Come partecipare
L’escursione si svolgerà in pulmann (max 52 posti) che garantirà tutti gli spostamenti della giornata.
Il costo dell’iniziativa è di 23 euro, comprensivo dei biglietti di ingresso a Palazzo Schifanoia (2 euro), alla Delizia di Belriguardo (5 euro) e al Castello della Mesola (2 euro). Il pranzo è al sacco.
Per partecipare occorre iscriversi entro il 29 maggio:
– versando la quota prevista tramite bonifico bancario intestato a Korakoinè aps IBAN IT62L0312713001000000002280 (dopo avere effettuato il pagamento, si prega di inviare mail di conferma all’indirizzo korakoine@gmail.com oppure telefonando allo 340 553 3025)
– oppure presso l’Istituto di Storia Contemporanea, vicolo Santo Spirito 11, Ferrara dove l’Associazione Korakoinè è a disposizione per ogni ulteriore informazione sull’iniziativa
tutti i giorni, da giovedì 21 a venerdì 29 maggio, ore 18:00 – 19:30 (esclusa la domenica),
il sabato 23, ore 10:00 – 12:30. Avvertenza. Se alla data sopraindicata non sarà stato raggiunto il numero previsto di partecipanti, l’escursione sarà annullata e le quote versate verranno restituite. Sarà cura dell’Associazione darne comunicazione agli iscritti nel più breve tempo possibile.

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Per saperne di più sulla visita clicca qui.

Per conoscere le finalità e gli obiettivi dell’associazione leggi la scheda.

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Sara Cambioli

È tecnico d’editoria. Laureata in Storia contemporanea all’Università di Bologna, dal 2002 al 2010 ha lavorato presso i Servizi educativi del Comune di Ferrara come documentalista e supporto editoriale, ha ideato e implementato siti di varia natura, redige manuali tecnici.

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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

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Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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