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Sonnolenta nella calda luce di un giorno feriale, via de’ Romei è in realtà una fucina di lavoro e di idee. “Nell’ultimo anno – spiega Massimiliano De Giovanni, che condivide la gestione di Pop Design con Giorgio Paparo – la via è cambiata molto: nonostante non sia ancora nella classica “vasca” dei ferraresi, è stata protagonista di una graduale riscoperta. É bello perché sempre più persone arrivano nella via quasi scoprendola per la prima volta, e nel contempo trovandone identificativi legati a stile o atmosfera: è parzialmente nascosta e ancora in via di scoperta ma già apprezzata, e questo è l’interessante double-face che la caratterizza. E’ la via di tutti noi”.
Variegata e aperta, come spesso è la porta del negozio in cui arriva la proprietaria della lavanderia per scambiare un pezzo da 50 o anche solo quattro chiacchiere. Il 29 aprile queste quattro chiacchiere si faranno direttamente nella via, pedonalizzata in occasione della seconda edizione di “Via de’ Romei in festa”.

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La locandina dell’evento

L’evento ha avuto un ottimo pregresso, quando nel settembre scorso prese il via la puntata zero della manifestazione [vedi], vero e proprio pilota di quella che si sta trasformando in una serie che promette molto bene. “L’idea – continua Massimiliano – partì dalla galleria d’arte, dalla sala da tè e da noi, per poi trovare adesione e compattezza da parte degli altri locali. Fu qualcosa che nacque da noi commercianti come nostro personale desiderio senza discorsi di associazioni di categoria né iniziativa che partisse dal comune. L’evento andò molto bene, tanto da guadagnarci la nomea di commercianti virtuosi. Questo ci convinse a strutturarci in modo tale non da lasciarlo un felice episodio isolato, bensì da farlo divenire un naturale prosieguo di quell’esperimento e dando una cadenza precisa ad altri eventi affini: la serata del 29 aprile sarà seguita da altre due occasioni, in giugno e in settembre, contando di dare una unicità a ciascuno di essi.”

Mercoledì sera, dalle 18 alle 24 dunque negozi aperti, due postazioni djset e performance live, per dare alternative a chi verrà a visitare via Romei e via Voltapaletto, in modo da poter accontentare un pubblico diversificato, trasversale ed eterogeneo, esulando da quello che è il classicissimo mercoledì sera universitario. Aperitivo lounge, esibizioni di jazz e kizomba, performance di body painting, installazioni video e 25 espositori con stand dedicati, tra cui la linea di accessori ¿Pourquoipas?, la casa editrice Kappalab, le creazioni della stilista ferrarese Elena Massari, il marchio di complementi di arredo a lampada al Led Alba Art con un occhio alla sostenibilità ambientale; creativi, artigiani e designer, con ogni sorta di oggetti handmade animeranno la strada, dal numero 13 al numero 51, in una apertura d’eccezione fino a tarda sera dove protagonisti saranno bellezza e bontà per tutti i gusti e in piena collaborazione e scambio: haircare e styling da Roncaglia Parrucchieri, cura e pulizia dei capi di abbigliamento con Lavanderia Gabriella Cavallari, aperitivi e dessert alla Caffetteria 2000, strumenti e accessori per pittura e tecniche artistiche a Michelangelo Belle Arti, colorati accessori, stilosi capi di abbigliamento e complementi di arredo a Lasciate entrare il sole, i panini gourmet del Barettino, storia e suggestione nella bottega di drogheria di Marisa Baroni, trattamenti estetici nel salone Diva, infusi e spezie nella sala da tè You and Tea, eventi e arti visive nello spazio d’arte L’Altrove, gastronomia tradizionale e mediterranea ed enoteca all’Osteria. A questi si aggiungono il ritrovo Brit-style Il Molo, gli articoli in carta e cartone di Volta la carta, i servizi di accoglienza turistica di Itinerando, promozione e sviluppo di attività apneistiche, immersione e vela con Priscilla Dive.
“L’idea di base è la mescolanza di artigiani e commercianti che creano unione dando vita a qualcosa di nuovo, senza timore di concorrenza ma privilegiando pluralità e originalità, varietà di proposte culturali e commerciali; valori che oggi, a causa della crisi economica e della imperante omologazione, si sono adombrati. Occuparsi di ambiti differenti e ben distinti e commercialmente è un vantaggio: possiamo affiancarci creando buona sinergia e soprattutto valore aggiunto per chi verrà a trovarci e a visitare de’ Romei mercoledì prossimo.”

La serata di aprile sarà la serata dedicata alla creatività. Di seguito solo alcuni assaggi delle lavorazioni originali ‘made in via de’ Romei’.

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Anelli creati con bottoni degli anni Quaranta e Cinquanta (Pop Design)

Pezzi di punta di Pop Design, i bottoni-gioiello, anelli e orecchini lavorati da Giorgio sono un ricordo montato su supporto moderno, ispirati dai bottoni che arrivano dalla bottega del padre, sarto nella Roma degli anni Sessanta e Settanta. “I bottoni sono pezzi d’epoca, modelli creati tra gli anni Quaranta e Sessanta. Il bottone, lontano dall’essere riprodotto in serie come oggi succede, era valore aggiunto del capo d’abbigliamento nonché la sua parte più pregiata, tanto che si conservava quando l’abito usciva di produzione. Questo aspetto di conservazione e riuso di un oggetto è ottimo per la filosofia eco-sostenibile, perché riutilizzato, e in una ottica affettiva, perché si può avere con sé un oggetto vissuto, portare in giro la sua storia, rimettendo in circolo una materia e una conoscenza. Non utilizzo mai bottoni contemporanei, quelli prodotti in serie, per capirci; né modifico mai la loro costruzione: quello che desidero è valorizzare questo oggetto.” Madreperla, passamaneria, legno, smalto su metallo, intrecci di corda, simboli della storia della moda e motivi variegati.

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Campanelli di bicicletta disegnati da Giorgio Paparo

Altro oggetto del quotidiano che si impone come valore artistico è il campanello per biciclette: “L’idea è nata da un bisogno reale: mi serviva un campanello per la bicicletta, ma in giro ne vedevo di tutti uguali e senza fantasia. Perciò ho contattato una azienda del territorio, dopo avere realizzato un progetto grafico legato a Pop Design. Al pari del bottone, il campanello è un oggetto piccolo ma appartenente alla vita di tutti i giorni, si fa notare senza essere invasivo. Con il vantaggio aggiunto di far riscoprire il valore della bicicletta – qui a Ferrara è già una istituzione – in una città come Milano, dove ne sono stati presentati alcuni con piantine della città e della metropolitana.”

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Abiti disegnati da Renata Bignozzi

Creativa haute couture è quella di Renata Bignozzi, stilista, ultimo negozio di via de’ Romei in angolo con via Contrari. Il suo “Cosaio”, aperto nel 1977, fu la prima esperienza in cui testò la creatività che poi avrebbe contraddistinto la sua attività nel corso degli anni, e la possibilità di trasformare un hobby in un vero e proprio mestiere. “Poteva essere la chiave della mia strada” – racconta Renata – e, di fatto, lo fu.” Nelle sue collezioni si possono ammirare completi di taglio severo ed elegante dai colori tenui e gentili, ma anche colorati pois su trench in tela cerata, sportivi e classici, ideali per la primavera piovosa e per l’estate, abbinati a borse della stessa texture, composte e minimali, pensate per la stagione primavera/estate 2015. “Ogni settimana in negozio arrivano nuove proposte, anche in base a ciò che viene maggiormente venduto, a ciò che piace alle clienti, con grande attenzione . L’impostazione del negozio è flessibile, in armonia con la mia idea della moda: non deve configurarsi come irraggiungibile meta per creatori d’élite chiusi nella propria torre d’avorio, unico porto sicuro di pochi edonisti che vedono nella moda un concetto astratto.

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Materiali sceltissimi e ricerca stilistica

Dopo gli studi all’Accademia di belle arti mi dedicai all’abbigliamento, specializzandomi nel settore del disegno, e qui sviluppai nella prassi alcune delle tesi e delle filosofie estetiche che avevo progettato durante i miei studi, tra cui la sublimazione del lavoro artigianale che diviene intimo e profondo grazie a un tempo della magia. Il prodotto artistico deve comunque possedere valore commerciale ed essere utile, così come l’autenticità della mia professione deve essere connessa al reale, al mondo in carne e ossa. Dall’artista all’artigiano deve esserci un trait d’union imprescindibile: nei miei schizzi – essenziali ma ricchi divertissement che scorrono fluidi su carta velina, ndr. – traccio elementi utili a chi andrà a confezionare il capo.”
Massima cura per i materiali è la seconda parola chiave della filosofia di Renata: “Ricerca e scelta della materia prima sono fondamentali, così come il cuore di ogni ricerca stilistica resta la spinta materica e formale. Vedere e osservare, toccare con mano resta l’imperativo categorico per poi sviluppare disegno e modello intorno a un manichino, pensandolo per una persona.”

In una ricerca instancabile ricercando la perfezione attraverso manualità, filosofia open-minded e creatività, valori che qui in via de’ Romei sono di casa.

Per saperne di più visita la pagina Facebook dell’evento [vedi].

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Giorgia Pizzirani

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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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